A proposito di fiducia…il commento di Gaetano Mastellone
Il dibattito sul voto di fiducia al governo-Berlusconi è stato sicuramente l’evento politico della settimana che ha monopolizzato l’attenzione della pubblica opinione e dei media, forse anche oltre il dovuto visto il contesto complessivo in cui stiamo vivendo e dal quale la politica sembra essere “estranea”. Sulla questione proponiamo ai nostri lettori il commento di Gaetano Mastellone ringraziandolo per avercelo segnalato.
Ho letto le tante, troppe, dichiarazioni ottimistiche seguite al discorso fatto dal Premier Silvio Berlusconi. Ho anche letto le tante, troppe, dichiarazioni fatte tanto per “far zerbino”! I soliti parlamentari vassalli! Non è Berlusconi che si deve vergognare, fa quello che può, ma è circondato da tanta gente squallida. Poveri loro, e poveri noi. Comunque sia ho visto un Berlusconi stanco, poco battagliero! Berlusconi, uomo di 75 anni, è oggi il condottiero di un’Italia stanca (come lui), di un’Italia che non reagisce. Insomma un’Italietta! Non entro nel merito di quanto detto da Berlusconi perché di Sud, di Tasse e di lotta a “chi non paga” etc. ne sento parlare (e far promesse) da anni; sono stufo. Ho assistito ieri, e stamani, al solito teatrino della politica italiana. Nel giorno in cui il governo ottiene la fiducia (anche quella dei finiani) Fini annuncia la nascita del suo nuovo partito! Ma quale pace, questa è dichiarazione di guerra! Forse questo governo riuscirà a mangiarsi il panettone di Natale, ma molto oltre questo governo non andrà. Questo mi dispiace molto perché vorrei vedere, in questo stato comatoso in cui siamo, un governo che governa. Come cittadino provo paura. Mi aspetto anche il risorgere di polemiche, insulti e dossieraggio; questa gente che a Roma “parlamenta”, in rappresentanza di noi italiani, ci danneggia. Al voto, forse, ci arriveremo attraverso un percorso di guerra. Una violenza verbale sempre più maligna mi aspetto di vedere ancora! Scontri fra partiti? No, scontri fra bande avversarie. La vera verità è che abbiamo, ripeto, un premier che si trova in un mare di guai come non lo era mai stato dai tempi del primo ribaltone, quello del 1994. È anziano, stanco, sostenuto soltanto dalla sua grande ostinazione a durare. Così non si può andare avanti. Speriamo che ce la caviamo.