Diario Politico©Raffaele Lauro,  Sorrento

A Sorrento in calo i depositi bancari e gli impieghi

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di Gaetano Mastellone*

Gaetano Mastellone

Analizzando i dati della raccolta ed impieghi bancari al 31 dicembre 2011 del dal Bollettino Statistico di Bankitalia, emerge un quadro sempre più preoccupante per la nostra penisola sorrentina e per la regione Campania. Nel 2011 a Sorrento, e nell’intera penisola sorrentina, le famiglie e le imprese sono state costrette a dover rinunciare, rispettivamente, ai “consumi” e agli “investimenti”. Hanno fatto meno ricorso all’indebitamento bancario, anche per il noto credit crunch bancario, riducendolo del 6% sul dato del 2010. Dello stesso 6% le famiglie hanno dovuto ridurre la quota dei loro Depositi in quanto “costretti ad attingere” dai loro risparmi liquidi personali per portare avanti la famiglia e gli imprenditori sono stati anch’essi costretti a finanziare le attività commerciali o industriali con i loro risparmi. Questa situazione precaria in penisola sorrentina va oramai avanti da anni, almeno dal lontano 2007. Al 31/12/2011, nella sola città di Sorrento, i Depositi liquidi sono diminuiti di ben 23milioni di euro sul 2010 (-6%). Gli impieghi (i debiti verso le banche) su Sorrento diminuiscono anch’essi del 6%, si è registrata una contrazione di 33milioni. Potremmo dire che quest’ultimo è un dato positivo. Ma non lo è affatto! Perché la Raccolta liquida (conti correnti, depositi a risparmio, obbligazioni e certificati di deposito) diminuisce anch’essa del 6%. Siccome l’analisi dei numeri porta sempre ad esprimere dei concetti corrispondenti alla realtà economica del paese, possiamo senza ombra di dubbio affermare che a Sorrento la crisi ha colpito pesantemente le “tasche” di famiglie ed imprese. Speculare la situazione del secondo Comune della penisola sorrentina, Piano di Sorrento. La raccolta diminuisce del 3% attestandosi a 187milioni e gli impieghi diminuiscono del 7%, attestandosi a 142milioni.
Il 2011 è stato anch’esso un anno da dimenticare, un anno che non ha prodotto alcuna ricchezza per il paese. Sicuramente i dati economici del territorio non sono brillanti. Andrebbero ben analizzati e ben ponderati, andrebbero scoperte le reali cause, oltre a quelle della recessione e della crisi in atto, e andrebbero attuati i relativi correttivi di breve-medio-lungo lungo termine. Le città, i Cittadini, gli albergatori, i commercianti, i ristoratori, gli artigiani e tutte le altre categorie economiche non possono vivere da soli; vanno seguiti ed aiutati. Mi ripeto. E’ dal 2007 che i dati economici della città di Sorrento, e della intera penisola sorrentina, non vanno come dovrebbero andare. Si sta distruggendo ricchezza. Rendiamocene conto. Siamo nel pieno della bufera e si nota anche l’assenza di valide strategie di sistema. La decrescita costante è il risultato di scelte strategiche errate, anzi di mancate strategie, almeno dell’ultimo ventennio. Altra causa è imputabile al cattivo utilizzo di risorse finanziarie che sono state letteralmente sprecate, e mal investite, sui nostri territori e sulla intera regione Campania. Per concludere mi ripeto per l’ennesima volta. È necessario attuare immediatamente, nell’intera regione Campania, una nuova logica per l’utilizzo delle risorse che vanno indirizzate in maniera mirata e rigorosa. Bisogna eliminare gli sprechi e gli intoppi del sistema per poi stabilire, in maniera definitiva, quali siano i progetti, anche pochi ma di largo respiro, che producano realmente, ed in tempi certi, lo sviluppo e l’occupazione di qualità. Non bisogna trascurare le eccellenze dei nostri territori come il turismo e parte della filiera agro-alimentare. Le buone intenzioni, o le dichiarazione ad effetto di tutta la classe politica comunale, provinciale o regionale, non bastano! E’ veramente arrivato il momento di assumersi, ciascuno per il ruolo che svolge, le proprie responsabilità per diventare attenti gestori del territorio, operativi e concreti al massimo e per servire al meglio i Cittadini & Imprese che oramai sono quasi allo stremo delle risorse finanziarie. Per concludere desidero affermare che la vera verità è che siamo tutti (la maggior parte dei politici, noi cittadini o imprenditori) psicologicamente ancora impreparati a metabolizzare quanto sta caratterizzando in questi ultimi due anni. La crisi è evidente, ma la lasciamo scivolare addosso! La causa è da ricercare proprio nel vecchio modo di far politica e sistema (il grande protettore) che ci ha sempre abituati ad essere “protetti e supportati” per qualsiasi richiesta o stato di malessere. Adesso che lo Stato deve limitare il suo intervento a sostegno del tessuto sociale, adesso che deve fare marcia indietro con il modello di stato sociale sfacciatamente protezionistico, di cui si è vantato negli anni prima, adesso iniziamo appena a percepire cosa significava in passato “essere coccolati”. Ci hanno preso in giro!

*Consigliere OBI

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