Caso Morosini: io, ad alta voce, voglio dire…basta!
di Gaetano Mastellone
Sabato scorso alle ore 17.10, quindi subito dopo aver assistito in TV al tragico fatto che ha colpito mortalmente un atleta ed un uomo come Morosini, ho scritto un post su Facebook per “comunicare” che avrei aspettato qualche giorno per fare un commento. Ho aspettato in silenzio perché ero certo che avremmo assistito alla spettacolarizzazione della notizia. Così è stato! Per carità, io che sono un fautore della comunicazione, dico che la notizia va sempre data, ma la spettacolarizzazione su di una tragedia a me non piace! Bisogna che, tutti, riprendiamo la strada del rispetto per le persone; si può essere anche in disaccordo, si può anche civilmente criticare ma sempre nel rispetto per l’essere umano, in particolar modo per un ragazzo che a soli 25 anni è deceduto. L’informazione italiana insomma ha dato spettacolo, ciò a me non è piaciuto affatto! Non c’è stato rispetto solo chiacchiere, banalità e fantasie d’ogni genere. Infatti è notizia d’oggi che la famiglia, quei pochi cari che aveva Morosini, ha ufficialmente chiesto “lo stop” alle immagini della tragedia. Da quando è avvenuta la tragedia i media italiani hanno messo a nudo la vita di Morosini mettendone in evidenza ogni aspetto: la sfortuna che lo ha colpito con la perdita dei genitori e di un fratello, una sorella portatrice di handicap, il fidanzamento con Anna, la simpatia e l’affetto che lo circondavano. E’ stato sparato con titoli a nove colonne, come si diceva una volta, il fatto che all’autopsia fosse presente un tossicologo come se fosse chiaro che si cercava chissà quale sostanza che avesse provocato l’infarto fatale. Poi non ne parliamo del mondo dello sport! Il farneticante presidente della Federcalcio Abete ha detto: “Non deve più succedere”. Come se qualcuno avesse “il potere” di indirizzare ed impedire gli incidenti di questo genere.
Io, ad alta voce voglio dire: basta!
Basta. E’ morto un uomo (un ragazzo) di 25 anni. E’ stata una tragedia. Ora si faccia un serio regolamento su tutto il mondo dello sport, professionistico e dilettantistico. Iniziamo a rendere obbligatorio il defibrillatore negli stadi e nei piccoli campi sportivi, nelle palestre e dovunque si fa sport. Costa? Ed allora? La vita umana, in particolar modo quella dei ragazzi non costa? Bisogna anche rendere obbligatorio la presenza (sempre) di persone che sappiano utilizzare il defibrillatore. Provate ad immaginare se accade un incidente in una palestra o in un campo di calcetto! I bambini, i giovani e gli adulti che fanno sport devono essere tutelati e assistiti immediatamente all’occorrenza. Il Governo nazionale, e il Governo dello sport ora facciano quello che devono fare. Fatti e non le solite dichiarazioni d’effetto! Chiamiamo questa nuova legge che in tanti invochiamo “legge Morosini”, però rendiamo subito obbligatorie le visite mediche (quelle serie, non i soliti certificati telefonici!), gli esami di cuore e i defibrillatori. Oltre, ovviamente, a quant’altro possa servire. Faccio un plauso al Presidente della Lega Pro, rag. Macalli, che da subito non consentirà di disputare le partire di campionato alle squadre che in casa non saranno dotate del citato defibrillatore. Non facciamo, come sempre accade, che si versano le solite “lacrime di coccodrillo”. Per finire ai media mando questo messaggio che ho letto su di un giornale on line: “Gettarsi su una notizia tragica come fosse un osso da spolpare, rosicchiare ed infine bollire per ricavarne tutto il possibile, non fa onore alla categoria e all’informazione dei cittadini in generale”.