Quando un sindaco è ostaggio di consiglieri e assessori…
A Meta il sindaco Paolo Trapani è alle prese con una crisi interna alla sua maggioranza dagli esiti imprevedibili, anche se coi tempi che corrono difficilmente si arriverà a una sfiducia e allo scioglimento anticipato del consiglio comunale che sarebbe rieletto all’insegna della già vigente cura dimagrante in termini di riduzione delle poltrone. Graziano Maresca, considerato l’artefice del successo di Trapani, ha ribadito ancora una volta di non aver alcun interesse a ritornare in dietro sui propri passi e togliere così qualche castagna dal fuoco al Sindaco che non riesce a ritrovare il bandolo di una matassa dove, sia chiaro, qualcosa non fila per il giusto verso. Ora non si tratta di voler difendere il primo cittadino metese, che evidentemente dovrà pure rispondere alla sua maggioranza di ciò che gli viene contestato, ma lo spettacolo dei consiglieri e dei partiti che sta condizionando questa stagione politico-amministrativa diventa sempre più avvilente. Per la semplice ragione che viene tradito lo spirito dell’elezione diretta del sindaco che attribuisce al primo cittadino una straordinaria responsabilità sia in fase elettorale, sia e soprattutto in quella amministrativa. Quando un sindaco, evidentemente scelto dai suoi candidati e legittimato dal voto elettorale, all’indomani delle elezioni resta ostaggio dei veti incrociati di consiglieri e assessori costantemente impegnati nell’esercizio delle proprie rivendicazioni, questi (vale per Meta, ma anche per qualsiasi altro comune) non risponde più al Paese perchè costretto a trascorrere più tempo a negoziare interessi particolari piuttosto che privilegiare la funzione per la quale è stato eletto, quella cioè di amministrare il Paese. I cosiddetti “grandi registi” che muovono le fila di un’amministrazione, in modo più o meno evidente, finiscono col condizionare l’operato di un sindaco in modo assolutamente abnorme, col risultato di farne un ostaggio e quindi di fargli tradire il senso della missione che gli è stata affidata! Si tradisce lo spirito e il dettato della leggeche vuole, per esempio, gli assessori nei panni di collaboratori del Sindaco per coadiuvarlo nell’esercizio del governo municipale. Ai consiglieri che non devono avere responsabilità di gestione, siano di maggioranza siano di minoranza, spettano esclusivamente le funzioni previste per il consiglio, cioè programmazione e controllo, ma anche partecipazione attiva attraverso l’azione delle commissioni consiliari. Invece si assiste a uno spettacolo indecente, coi cambi di casacca annunciati e attuati a seconda del momento e degli interessi, ma sempre giustificati con la tutela del pubblico interesse, dimenticando invece del vincolo per la durata del mandato che ciascuno ha col sindaco con cui si è scelto di correre alle elezioni. Questo modo di fare, invece, lede il legittimo interesse dei cittadini, cioè dei veri destinatari delle politiche e quindi delle azioni degli amministratori, che avrebbero tutto il diritto di rivalersi sugli eletti senza aspettare la chiamata alle urne. In effetti il non governo o il cattivo governo causato dal venir meno del proprio dovere legato al risultato elettorale, procura un danno oggettivo al Comune nel suo complesso, per cui non si può continuare ad assistere indifferenti a protagonismi di amministratori che sono palesemente lesivi degli interessi generali. Chi viene eletto in una lista non dovrebbe, innanzitutto sul piano etico, tradire il mandato che ha ricevuto dagli elettori in quanto candidato nella lista di quel determinato sindaco e non del concorrente. Chi sta in minoranza deve svolgere la funzione di controllo e non brigare per passare in maggioranza! La legge parla chiaro: elezione diretta del sindaco e del consiglio comunale. La sceneggiata politica, non solo a Meta, cui invece si assiste è il sintomo evidente del cattivo funzionamento della politica e del prevalere di logiche e di interessi spesso estranei rispetto a quelli connessi all’amministrazione per cui è bene che ognuno si assuma le proprie responsabilità e che gli elettori facciano tesoro dell’esperienza che hanno sotto gli occhi quando torneranno alle urne. Sarebbe perciò auspicabile che le squadre si ricomponessero così come uscite dalle urne, per rispetto degli elettori, e lasciando al Sindaco l’onere e quindi la responsabilità di proporre la soluzione migliore per gli interessi dell’Amministrazione. Diversamente non c’è altra soluzione per il Sindaco che rinunciare e mandare tutti a casa mettendo ciascuno di fronte alle proprie responsabilità e al giudizio degli elettori che sono davvero stanchi del modo in cui gli eletti gestiscono il mandato degli elettori. Tanto per capirsi: chi ha votato Graziano Maresca l’ha fatto sapendo che sarebbe stato parte attiva dell’amministrazione-Trapaniper cui se non si condividono più scelte e politiche del proprio sindaco più dignitoso e coerente sarebbe dimettersi e magari attendere il prossimo giro per presentarsi agli elettori con una propria proposta. Tutto il resto appartiene solo al teatrino della politica che ha stufato gli italiani, a Meta come nel resto del Paese!
Un commento
Luca
In quale comune il Sindaco non è ostaggio di consiglieri e assessori? L’esempio lampante è Sorrento, un Sindaco che è un’ottima persona, circondato da tanta, troppa f. E costretto a sprecare tempo anche in questo teatrino quando avrebbe da pensare a cose molto più importanti.