Il fumo negli occhi!
di Antonio Palagiano*
“Ha ragione Borghesi: hanno annunciato la mannaia ed hanno agito di temperino. Proprio così, in una riunione ristretta Camera–Senato i presidenti Fini e Schifani, rispettivamente in Parlamento dal 1983 e dal 1996 hanno varato un sacrosanto provvedimento che introdurrà, dal prossimo anno – in pratica tra pochi giorni – il sistema contributivo alle pensioni dei parlamentari. Era ora, si dirà. In verità è solo fumo negli occhi poiché ci vuole ben altro per abbattere i costi della politica. La riduzione dei vitalizi che verranno è solo una goccia nel mare dei privilegi. E’ solo un segnale per acquietare gli animi, ma non risolverà assolutamente nulla. L’Italia è, purtroppo, ancora sull’orlo di un baratro che nessun cittadino immagina e se non si ricorrerà a sacrifici veri, anche da parte di quelli che stabiliscono a chi farli fare, sarà la rovina per tutti. Anche per loro. Per completezza d’informazione ed anche con un pizzico d’orgoglio desidero ricordare che se abbiamo ottenuto questo (primo) risultato è anche grazie al fatto che IDV ha presentato alcuni mesi fa un emendamento alla legge sul bilancio della Camera (che ha fatto rumore) per abolire il vitalizio. Emendamento che votammo solo in 22: cioè tutto il gruppo IDV, nessuno escluso. Gli altri “onorevoli”, tutti gli altri, ci fischiarono. È vero, è stata una limatina se si considera che tutta la mandria di ex parlamentari (o loro consorti) che percepisce diverse migliaia di euro solo per aver varcato la soglia di Montecitorio, resta illesa dal provvedimento. E loro sono numericamente molti, ma molti di più di quelli attuali. Mi domando perché non si proceda ad una legge di iniziativa governativa – tanto se la presentiamo noi dell’IDV ce la bocciano – che riduca le pensioni degli ex parlamentari; mi domando perché anche loro hanno diritto a viaggi gratis (limitati) o perché non si estenda il principio del metodo contributivo, obbligatoriamente, anche alle regioni, dove gli onorevolini percepiscono circa gli stessi compensi pur vivendo nella stessa città o nei dintorni; perché la diaria e cioè il rimborso spese per il soggiorno a Roma venga corrisposto anche ai deputati/senatori romani; perché la regione Campania disponga di oltre 226 auto blu o il Piemonte 267 contro le 22 di Montecitorio; perché tutti i partiti dicono ora di voler abrogare le Province, mentre pochi mesi fa alla Camera è stato respinto un nostro DDL che andava in tale direzione (perfino il PD si astenne); perché si consente che esistano ancora le regioni a statuto speciale che elargiscono stipendi d’oro e pensioni d’oro non solo ai loro consiglieri e assessori, ma anche ai loro innumerevoli “finzionari”; perché si consente l’esistenza di comunità montane a livello del mare come quella che porta il mio nome, Palagiano, che vanta un Presidente, sei assessori, ventisette consiglieri, tre amministrativi e otto LSU; perché si consente ancora a molti politici di poter cumulare due o tre pensioni: una professionale, una da deputato regionale e una da parlamentare. E allora dico, sacrifici sì, ma davvero per tutti. I vertici di Camera e Senato inizialmente avevano pensato di rinviare i tagli alla prossima legislatura, poi, resisi conto della follia, hanno anticipato l’applicazione del sistema contributivo al gennaio 2012. Personalmente credo, che in un momento di vacche magrissime sarebbe il caso di “toccare” (col rischio di scottarsi) i cosiddetti diritti acquisiti dalla casta e cioè i maxi-vitalizi cui tantissimi deputati e senatori hanno “diritto” e di estendere tale normativa anche alle regioni. Ci sarebbero tanti altri perché, ma preferisco concludere, dopo aver dato un suggerimento al Presidente Monti: cancelli per sempre quell’odiosissima legge mancia con la quale i parlamentari dispensano alcune migliaia di euro ad enti e associazioni di amici sul territorio. 150 milioni di euro cui il Governo Berlusconi non ha rinunciato neanche nell’ultima manovra economica dello scorso novembre, un minuto prima di andare a casa. Ah, dimenticavo: l’Italia dei Valori non ha mai partecipato a quel banchetto indigesto che si concludeva con la suddivisione della torta “mancia”. I soldi, ammontanti a un milione e trecentomila euro li ha lasciati nelle disponibilità delle casse dello Stato.
*Deputato dell’Italia dei Valori