Diario Politico©Raffaele Lauro

L’allarme di Draghi, urge passare dalle parole ai fatti

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di Gaetano Mastellone

Mario Draghi

Il governatore della BCE, Mario Draghi, ha parlato di un aumento prospettico dei rischi al ribasso sul fronte della crescita nell’Eurozona. In Europa la crisi non è solo “italiana” perché il PIL starebbe mostrando un po’ dovunque segni d’indebolimento. Sappiamo oramai bene tutti che senza PIL, non c’è crescita e il Debito degli Stati tende a salire! Per questo, ha aggiunto il governatore, le pressioni sui prezzi, costi e salari sembrano moderarsi e ciò ha spinto Francoforte all’inizio del mese ad abbassare i tassi d’interesse di un quarto di punto, all’1,25%, ma ha poi tenuto a precisare che non è cambiato l’obiettivo di medio – lungo termine, cioè quello di perseguire la stabilità dei prezzi. Come ben sapete a luglio i governi europei avevano raggiunto l’accordo sull’irrobustimento del “Fondo Europeo di salvataggio – EFSF” ebbene Monti li richiama all’ordine e usando dei toni duri ricorda che nulla è stato fatto! Un richiamo duro a “quelli della politica”! E ciò, mentre l’Europa mostra segni evidenti di aumento dei rischi della crisi debitoria, e di rallentamento dell’economia reale. Pertanto, il governatore ha invitato i governi a fare presto, a trasformare le parole in fatti, una volta per tutte, ribadendo come per il futuro ciò che va essenzialmente modificata e rafforzata sia la governance europea. Ecco questo è il punto! La governance europea! Se abbiamo voluto l’Europa ora dobbiamo dimostrare, politica e sistema economico, che siamo in grado di fare una “vera Europa”. Su questo oggi non si deve scherzare! Dobbiamo avere all’orizzonte un governo Europeo forte e credibile, meno nazionalismo perché gli Stati dovranno essere trasformati in “Regioni Europee”. Spero che abbiate ben capito il senso del mio dire! Gli Stati devono essere credibili e lavorare per avere una politica monetaria forte e credibile che è difficile da mantenere perché richiede grandi sforzi e costanti con una visone di medio lungo periodo, mentre la credibilità la si può dissipare velocemente, attraverso azioni di breve termine. In sostanza, Draghi ha invitato a non riporre eccessive aspettative in “interventi miracolistici” di politica monetaria, perché ciò non sarebbe possibile, essendo nel lungo periodo molto più dolorosi i costi per il recupero della credibilità perduta. Draghi cerca di dire “a quelli della politica” che, per fare un esempio italiano, l’epoca degli “Scilipoti” è finita. Io credo che anche NOI ITALIANI dobbiamo posizionarci verso anni di “dolore” se desideriamo dare un futuro a questa nostra “bella Italia”. Devono cambiare atteggiamento tutti coloro i quali fanno politica a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale. Bisogna fare attenzione alla spesa! Bisogna che all’interno dei vari consigli regionali/provinciali/comunali s’inizino a inserire “tecnici di spessore” perché oggi improvvisando si esce fuori dal giro! Si danneggia il cittadino. Facciamo molta attenzione noi italiani perché io sono fortemente convinto che in Europa, ed anche all’interno della BCE, ci sia una sorta “Club” – non ufficiale – dei paesi virtuosi che sono notoriamente contrari agli aiuti. Parlo di Germania, Austria, Olanda e Finlandia! L’Europa è evidentemente disunita. Pare che all’interno della BCE vi siano delle “correnti” che impedirebbero il supero dei 20 miliardi settimanali di aiuto per acquisto dei titoli degli Stati in difficoltà. Tuttavia, la limitazione ha il sapore di una sorta di “tutela” nei confronti di Draghi, che evidentemente è ritenuto poco rigoroso dai tedeschi, sul piano della stabilità monetaria, sebbene vada ricordato come anche il predecessore Trichet fu oggetto di simili critiche. I tedeschi, in particolare, sono piuttosto scettici sull’idea che gli acquisti possano avere un effetto positivo sulla credibilità dei bond, ritenendo, al contrario, che ciò disincentivi i governi a risanare i conti e, quindi, nel lungo periodo gli stessi mercati a investire in essi. Infine, a rendere ancora più complessa la situazione dell’Europa è lo scontro “sotterraneo” in essere fra la Germania e gli altri Stati, Francia compresa, a riguardo all’uso del nuovo EFSB, già richiamato in testa all’articolo. Benché la stessa cancelliera Merckel abbia aperto a un rafforzamento dell’importo del fondo, non si trova ancora oggi un’intesa su come utilizzarlo, il che è alla base dell’impennata di sfiducia “dei mercati” verso i bond dell’Eurozona. I tedeschi sono contrari a utilizzare il fondo come diretto finanziatore delle ricapitalizzazioni bancarie e anche a un suo intervento nelle aste governative dei titoli di stato. Ritengono che le banche dovrebbero affrontare il nodo dell’aumento di capitale con mezzi propri (come ben stanno facendo le Banche Italiane … tanto discusse!) e solo in un secondo momento potendo ricorrere, se possibile, all’aiuto pubblico degli stati nazionali; e solo se ancora ciò fosse insufficiente, fare richiesta all’EFSF, che fungerebbe in pratica da prestatore di “ultimissima istanza”. Ovviamente la Francia, questa volta, è ben contro questo “volere tedesco” perché ha il problema delle Banche “che bruciano” perché piene zeppe di titoli tossici. Pertanto, Parigi vorrebbe che l’intervento dell’EFSF possa essere diretto, così come per le aste dei bond. E’ noto, infatti, il timore di Sarkozy di perdere quanto prima la tripla A! Potrei commentare e parlarvi ancora di tante altre “cosette” ma mi fermo quì! Tutto ciò che ho cercato di sintetizzare velocemente e l’appello “al fare di Draghi” dimostrano come è difficile uscire da questa crisi! Ecco perché l’anno 2012 sarà ancora, purtroppo, ricco di sorprese negative.

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