Sorrento

Calcio Sorrento e condanna Castellano: alcune precisazioni

Stampa

SORRENTO – La notizia sicuramente ha fatto scalpore, ma trattandosi di materia sportiva è necessario adeguare l’informazione ai relativi parametri onde non alterare il senso e le implicazioni dei provvedimenti adottati nei confronti dei diversi protagonisti della storia. A condannare Antonino Castellano non è stata la Procura federale bensì la Commissione disciplinare (la Procura federale, in fase di dibattimento attraverso il Procuratore federale Stefano Palazzi aveva richiesto per Castellano un anno di inibizione a ricoprire incarichi nell’ambito della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Richiesta poi confermata in giudizio dalla Commissione disciplinare). Inoltre i fatti ascritti sono relativi sì alla gara Taranto-Sorrento (allora Castellano era presidente del Sorrento), ma nella sentenza è stato chiarito che la combine o l’illecito come dir si voglia, proprio per quella partita Taranto-Sorrento, non sia stato consumato. Assieme a Castellano era stato deferito il calciatore – all’epoca al Sorrento – Cristian Biancone (attaccante, non portiere), accusato di aver tentato di alterare il risultato di quella gara. Ma in sede di giudizio il Biancone è stato prosciolto. La sentenza infatti ha evidenziato che la partita Taranto-Sorrento non fu alterata e che il calciatore non avesse preso parte ad alcun tentativo di combine.
Situazione Castellano: l’accusa e quindi la condanna di un anno per omessa denuncia si sintetizza così (stando alla sentenza). Castellano, secondo il dispositivo giudicante, venne a sapere prima della gara che potesse esserci il rischio che i calciatori delle squadre combinassero l’incontro. E sempre secondo quel che si legge nella sentenza Castellano cercò di accertare la veridicità di quelle presunte indiscrezioni. Infatti la combine non si concretizzò né ci fu un tentativo di combine. Nei fatti Castellano è stato condannato perché, avendo quel sospetto (seppur non sostenuto da circostanze concrete così come evidenziato nella sentenza), avrebbe comunque dovuto informare la Procura federale. Questo perché, nell’ambito della giustizia sportiva, l’accusato deve dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati dall’accusa. Mentre in ambito penale e civile è diverso: è l’accusa che deve dimostrare le responsabilità dell’accusato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*