Regione Campania, De Mita junior mette in crisi Caldoro
NAPOLI – Tanto tuonò che piovve…Sulle nomine nelle Asl si è consumata la frattura tra il vice presidente della Giunta Regionale della Campania, Giuseppe De Mita (Assessore al Turismo) e il Presidente On. Stefano Caldoro.
Il primo ha annunciato le dimissioni dalla Giunta con un comunicato che non lascia spazi ad equivoci. L’altro uomo forte dell’UDC campano, l’Assessore regionale Pasquale Sommese, invece è allineato sulle posizioni di Caldoro per cui la “...guerra” è ormai dichiarata e si consumerà al congresso regionale del Partito quando la componente legata a Sommese rivendicherà la leadership del partito in Campania. Un problema nel problema perchè l’uscita dall’esecutivo di Giuseppe De Mita, nipote dello storico Ciriaco che ha fatto il bello e il cattivo tempo nel partito in Campania, rilancia la leadership di Sommese deciso a mettere fuori gioco l’area demitiana, aggiudicarsi la guida del partito e rivoluzionare gli assetti regionali anche in vista dell’ampliamento della Giunta. I riflessi dell’operazione non tarderanno a manifestarsi anche alla Provincia di Napoli dove il presidente Luigi Cesaro ha cantieri aperti per un rimpasto dell’esecutivo anche in vista delle ormai quasi certe elezioni politiche del 2012. Nel braccio di ferro interno all’UDC un ruolo fondamentale lo giocheranno Pietro Sagristani, assessore provinciale al turismo e l’On. Biagio Iacolare, che rappresentano i punti di riferimento dei De Mita nei palazzi di Piazza Matteotti e a Santa Lucia.Scrive Giuseppe De Mita a Caldoro: “Comunicando le mie dimissioni nella riunione di giunta di ieri sera, ho chiesto al presidente Caldoro di confermare o smentire ai colleghi se nelle nostre discussioni di questi mesi gli abbia sempre posto questioni sui criteri e gli indirizzi generali dell’amministrazione e non abbia mai impostato i rapporti in termini di pretese e di nomine, ricevendone conferma dal presidente. Per questa ragione non ho alcun imbarazzo ad affrontare la accidentale coincidenza tra le mie dimissioni e le deliberazioni sulle nomine della sanità, perché il dissenso, espresso evidentemente non a titolo personale, ma anche nella responsabilità di rappresentante dell’Unione di Centro, ha una radice non contingente e le dimissioni sono la conseguenza di una serie di episodi. Il modo ancora una volta sbrigativo con il quale è stata liquidata una vicenda delicata quale quella della gestione della sanità, in una fase ormai lunga di dolorosa emergenza in molte aree del territorio regionale, senza la possibilità di comprendere criteri e modalità delle scelte, rappresenta la conferma dello svuotamento dei luoghi istituzionali. E tutto ciò, a fronte dell’atteggiamento di mettere fuori ruolo i partiti – cosa astrattamente anche comprensibile in questo momento –, sta determinando però, di fatto, la legittimazione di partiti che nelle decisioni rimangono occulti. Al fondo, dunque, vi sono le stesse motivazioni che hanno indotto ad esprimere profonde riserve su di un involuto disegno di riordino della Regione; che hanno determinato l’assenza dai lavori della giunta per oltre un mese, prima della scorsa estate, a causa di un incomprensibile amletismo sui Piani Attuativi delle Asl, specie in alcune aree interne, a causa di una incerta linea sulla spesa dei fondi comunitari fino alla imbarazzante vicenda del parziale definanziamento dei fondi Poin, e più in generale a causa della totale indeterminatezza nello svolgimento dei lavori di giunta. Ci sono atteggiamenti e modi di agire che danno qualità allo stare insieme, che rendono un rapporto di collaborazione non evanescente e lontano dall’amara sensazione della finzione; e le cose che si sono verificate hanno determinato una lacerazione non banale sotto il profilo dei rapporti tra partiti alleati, sotto il profilo istituzionale e, per quello che di questi tempi può valere, sotto il profilo personale. Tutto ciò ora esige chiarezza”.
Giuseppe De Mita