Diario Politico©Raffaele Lauro

L’opinione dei lettori: la caccia è una passione ricca di tradizioni…

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Sull’argomento “caccia” da Antonio De Martino riceviamo e pubblichiamo:

“Parlo da cacciatore quindi sicuramente non sarò visto di buon occhio. La caccia non è uno sport, non è un hobby, non è un passatempo, non è agonismo. La caccia è una passione ricca di tradizioni, qualcosa che si tramanda da varie generazioni. Non si diventa certo cacciatori se si nasce in mezzo al cemento di Milano da una famiglia che con la caccia ha poco a che fare. Non vado in giro a sparare a destra e a sinistra, ho rispetto delle regole venatorie perché servono a preservare le specie animali e quindi anche la mia passione. Non ci sto ad essere accusato allo stesso modo in cui si accusa un bracconiere e non mi va che si scrivano cose inesatte. Ci accusano di tutto pure degli omicidi in famiglia: “Cacciatore arma il suo fucile da caccia e spara alla moglie”, ma perché con un coltello non poteva farlo ugualmente? Inoltre nessuno fa diversificazione di caccia: la caccia che ogni anno fa qualche vittima è quella al cinghiale, che io stesso non apprezzo perche fatta con armi troppo potenti. La caccia ai volatili di vittime non ne fa, perche nessun animale volatile ha una mole tale da muovere un cespuglio e trarre in inganno qualche stolto cacciatore. Inoltre le munizioni per i volatili non sono in grado di ferire una persona che si trova a 35-40 metri, con distanze di sicurezza imposte per legge che arrivano a 150 mt. A quella distanza non ci arriva nulla.
Quindi rispetto chi non ama la caccia ma pretendo che non si dicano cose su cui non si ha una conoscenza reale. Purtroppo la stragrande maggioranza non parla obiettivamente e con una visione ampia della realtà. Se tutti gli sforzi che vengono messi contro la caccia venissero convogliati sui problemi che veramente stanno decimando le specie animali allora avremmo molti meno problemi. Cose come urbanizzazione delle campagne, costruzioni abusive, inquinamento delle acque, pesticidi sulle coltivazioni, coltivazione intensiva, rimozione della vegetazioni lungo i corsi d acqua e i fiumi. Se gli animali sono in diminuzione è colpa dello stile di vita dell’uomo, non del cacciatore. Basta fare una riflessione, negli ultimi 30 anni i cacciatori sono più che dimezzati, così come gli animali. C’è da riflettere su questo perché se veramente la colpa è del cacciatore allora ad una diminuzione dei cacciatori doveva seguire un aumento degli animali.
Per quanto riguarda l’impegno di alcune persone di fama pubblica, vedi Brambilla o Veronesi, è giusto tutelare gli animali, come già viene fatto in Italia da diversi anni (non è di certo un merito dell’ultima arrivata Brambilla) con zone in divieto di caccia e parchi, oltre alle limitazioni al calendario venatorio, ma purtroppo il tutto si ferma al confine italiano, basta andare in Romania o in Slovenia e lì non vige nessuna limitazione.
Chi si occupa di animali, ambiente e gestione del territorio in realtà non ha conoscenze in merito, né ha molte di meno di un cacciatore, perché nella stragrande maggioranza dei casi il politico di turno che si occupa di queste cose passa e ha passato il suo tempo tra 4 mura e una scrivania, e di natura, animali e ambiente non ne sa un bel niente. Giusto quello che trova scritto sui libri. Mentre la natura per essere capita va vissuta e la natura vista da un cacciatore va gestita non sterminata.
Alla caccia negli anni sono state applicate varie limitazioni: orari, giorni, periodi dell’anno, distanze, ecc. non serve elencarle tutte. Io da cacciatore ti dico che tutte queste regole in materia venatoria le apprezzo e le ritengo utili e necessarie alla caccia stessa, agli animali e a terze persone, con la benedizione di ambientalisti e animalisti suppongo. Ma se qualcuno guarda un po’ più in là della figura del cacciatore, ben messa in primo piano, può notare quello che sta accadendo in giro: un continuo spuntare di nuove case, ville, appartamenti, capannoni industriali, ecc.
A me sembra non ne parlano neanche gli animalisti, consapevoli magari che anche se le norme ci sono nessuno le fa rispettare anzi, l’abusivismo edilizio regna sovrano. Spero il mio ragionamento non sia stato contorto, ma abbia aperto a nuove concezioni, perché animalisti, ambientalisti e cacciatori dovrebbero lavorare molto di più insieme su queste cose, perche è questo il più grave problema degli animali: la continua cementificazione degli spazzi verdi! Quindi come potete vedere l’argomento è ben più complesso di come è stato presentato. Le argomentazioni sono veramente tante. Penso di aver dato in ogni caso un contributo a quest’articolo”.
ADM

Un commento

  • marco sagristani

    Caro Antonio,
    ti faccio i più sentiti complimenti perchè hai inquadrato molto bene la tragica situazione ambientale della nostra povera Italia.Alle tue considerazioni aggiungo il gravissimo scempio procurato da pale eoliche e pannelli solari con orrenda deturpazione del territorio che i mass media vogliono far passare per energia pulita!!!Ricordo che la nostra legislazione venatoria è la più restrittiva e severa del mondo e che sono i cacciatori italiani a chiedere di adeguarsi alle norme europee dove in paesi come il Regno Unito la caccia al colombaccio è aperta tutto l’anno cosi’ come in Germania( dove i Verdi sono al 15% )dove il coniglio selvatico è cacciabile sempre!Rispondendo all’ Onorevole Di Nardo vorrei dirgli di non raccontare clamorose bugie.IL contenimento delle specie nocive é previsto in ogni parte del mondo civile.Ha idea dei danni ecologici ed ambientali che creano specie nocive e sovrabbondanti quali cormorani,gabbiani,taccole,cornacchie,gazze etc. che peraltro sono specie di uccelli che non hanno nessun interesse venatorio?Probabilmente non sa nemmeno di cosa sto parlando!Sono comunque disponibile a portarlo con me per boschi,monti e valli per fargli vedere la realtà.Un abbraccio forte a tutti i veri cacciatori che sono quelli più sinceramente interessati alla tutela dell’ambiente e un cordiale saluto a quelle forze ambientaliste che agiscono senza demagogia per salvare quel poco di natura incontaminata che ancora esiste in Italia.Marco Sagristani

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