L’Opinione di Gaetano Mastellone: l’immobilismo rovina l’economia
Non sono più ottimista, e ne ho motivo, ma neppure disposto a spegnere la luce e smettere di parlare con franchezza e smettere di cercare soluzioni. Chi ha a cuore il destino del proprio paese (io l’ho a cuore) in questo momento si rende conto che è arrivata l’ora della medicina amara. Per anni si è continuato a dare e a garantire tutto a tutti attraverso sistemi e meccanismi di protezionismo sociale sfrenato, adesso è arrivato il momento di presentare il conto. Da oggi in avanti abbiamo davanti a noi un’amara realtà e non è più possibile continuare a mantenere il paese ricorrendo alle solite politiche demagogiche del tutto va bene e del non preoccupatevi che il domani sarà roseo. Iniziamo a cambiare questi politici falliti. L’Italia ha difficoltà strutturali che sono state definite insostenibili, queste considerazioni scaturiscono dalla consapevolezza di un peso dello stato sociale sempre più gravoso, dalla constatazione che il potenziale di produzione industriale si sta giorno per giorno ridimensionando, dalle preoccupazioni delle giovani generazioni che percepiscono l’Italia come ormai un paese in via di sottosviluppo. Le famose riforme di cui sentiamo parlare da decenni non verranno e non potranno mai essere implementate dalla attuale classe politica per ragioni di incompetenza e convenienza politica. Dopo tutto ciò che è accaduto in questa prima parte dell’anno 2011 in Italia, e nel mondo, c’è poco da stare allegri! Da qualche giorno mi sto ponendo una domanda. Cosa accadrà, e quindi cosa ci aspetta, nel prossimo autunno? Oramai siamo quasi al mese di agosto e fra qualche settimana il nostro bel paese dirà stop! Tutti in ferie! Non sarà proprio così perché, quest’anno, le ferie saranno più corte e molti resteranno in città o nei loro bei paeselli perché c’è la crisi. Allora proviamo a capire cosa accadrà. Sarà durissima. Occorre dirlo subito, autunno nero per la nostra economia e per le nostre imprese. Suddividiamo l’analisi in tre macro contenitori ed analizziamo la situazione POLITICAMENTE, FINANZIARIAMENTE ed ECONOMICAMENTE.
POLITICAMENTE. Siamo messi molto male, abbiamo una classe politica scarsa che fa fatica a farsi accettare e che non riesce a pianificare. Questa classe politica si è mai chiesta perché l’italiano è contro di loro? Hanno capito che sono veramente scarsi? Hanno capito che il problema italiano andava affrontato con un intervento in sala operatoria, piuttosto che prendere delle aspirine? Abbiamo un governo a pezzi che ha perso gran parte del consenso e tradito molte delle aspettative che lo avevano accompagnato a una vittoria elettorale netta. La manovra appena varata è la più dura mai passata ma sta suscitando forti polemiche per la mancanza d’interventi di riduzione dei costi della politica, perché le loro tasche non si toccano! La dura reazione del cittadino, a mio parere, è appena iniziata ed aumenterà nei prossimi mesi. Quello che sta succedendo a Parma è sintomatico. La “piazza degli indignados” si propagherà e chiederà la testa di una classe politica sotterrata da scandali di varia natura (sex, camorra, mafia, affari loschi etc.) ma ancora ricca e piena di privilegi personali, per i loro familiari e per i loro vassalli! All’estero poi la credibilità del governo è bassa, quella interna è frantumata da inchieste e dalla evidente incapacità di far politica. Basta, non ne voglio più parlare di questi politici, ci hanno stufato anche perché sono arroganti ed ignoranti e non sanno condurre la barca in un porto tranquillo.
FINANZIARIAMENTE. Nonostante la manovra approvata, continueremo a subire attacchi dai mercati causa l’enorme debito in circolazione (questo l’ho già scritto qualche giorno fa e lo scrivo da anni!) perché il peso della manovra è troppo sbilanciato sugli anni più lontani e non avrà effetti immediati. Lo sapete che l’Italia per rinnovare le scadenze dei propri titoli di Stato ha dovuto “sopportare” tassi al 6%? Anche mia figlia, che per i suoi studi non ne capisce di economia, sta elaborando che “NOI” (anche io suo padre!!) gli stiamo lasciando debiti su debiti! Riflettete voi che avete dei figli! Siamo una nazione fragile. Una prova provata della nostra fragilità e del fatto che continueremo a stare sotto la sferza della speculazione internazionale è data dall’esito negativo della Borsa di ieri ( 18/7/2011) e ne vedremo ancora delle belle! Mantenetevi liquidi.
ECONOMICAMENTEsiamo messi anche peggio. La crescita attesa per il PIL nel 2011 supera appena l’1% ed è una delle più basse in Europa. A questo ritmo non si potrà mai assorbire il servizio del debito pubblico, né garantire un mercato di sbocco a quell’80% di imprese che non vendono all’estero e che stanno boccheggiando. Le imprese, in particolare quelle più piccole, devono prepararsi a convivere con uno scenario macro-economico di una difficoltà estrema. La ripresa dei volumi di FATTURATO è molto lenta, più del previsto. I MARGINI OPERATIVI rimangono deboli e non è facile pensare a un’inversione di tendenza nei bilanci 2011 rispetto ai precedenti. Il peso dei COSTI FINANZIARI sta salendo per l’aumento dei tassi euro deciso dalla BCE. Da oggi in avanti sarà difficile finanziarsi con spread inferiori al 2%. La LIQUIDITA’ diventerà ancora molto scarsa, non ci sono capitali e molte imprese possono crescere solo aggiungendo nuovo debito (se le Banche lo concederanno, sono parecchie le imprese che si stanno chiedendo cosa stia succedendo dopo avere incassato una serie di rifiuti dalle loro banche storiche) per sostenere investimenti e circolante. Assenza, o quasi, della FINANZA AGEVOLATA per mancanza di fondi pubblici. Meglio che mi fermo quì! Questo è lo scenario, detto in poche parole. Con questo scenario, e non vedo affatto cosa potrebbe modificarlo in meglio, le imprese hanno di fronte un autunno durissimo. Non ci sono paracaduti né ammortizzatori, questa crisi cominciata nel 2008 nella finanza, si è trasferita al sistema delle piccole imprese familiari e ora subisce una nuova recrudescenza per la debolezza dei paesi sud europei che colpisce anche l’Italia e per le difficoltà delle banche. Le aziende vantano anche diversi crediti e ritengo che l’applicazione immediata della direttiva comunitaria sui tempi di pagamento massimi (30 o 60 giorni) avrebbe un effetto molto positivo. Certamente potrebbe dare ossigeno e va presa in considerazione dal governo e dalle associazioni degli imprenditori molto più seriamente di quanto sia stato fatto sinora. L’anticipo dei pagamenti arretrati della pubblica amministrazione da parte delle banche, magari con la garanzia dello Stato libererebbe decine di miliardi oggi bloccati! Perchè nessuno ci pensa? La misura per disciplinare e ridurre i tempi di pagamento non è compresa tra i NOVE IMPEGNI PER LA CRESCITA pubblicati dal Sole 24 Ore il 16/7, invece sono assolutamente convinto che sia una grave dimenticanza. Questa crisi ha molto a che fare con il livello di liquidità e deve essere fatto tutto il possibile anche per ripristinare la circolazione del denaro.
Un commento
De Vita Eduardo
Concordo pienamente con l’analisi e l’opinione dell’amico Gaetano Mastellone.Aggiungerei,solo,il binomio,particolarmente critico, rappresentato da ridotta capacità di consumo e ridotta capacità di investimento,tipico dei paesi in sottosviluppo economico.Comunque,certamente a Gaetano non è sfuggito,ma ha preferito parlare di “……giovani generazioni che percepiscono l’Italia ormai come paese in via di sottosviluppo…….”.Speriamo,cercando di essere tutto sommato un tantino ottimisti come lui che si tratti solo di percezione.