Diario Politico©Raffaele Lauro

Sindaci e informazione, anche la politica cambia registro!

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Stiamo assistendo a un fenomeno di cui forse sottovalutiamo la portata…Alcuni primi cittadini decidono di utilizzare i nuovi media per intrattenere una relazione non mediata con la pubblica opinione e per intessere nuove relazioni con i loro amministrati. Internet fornisce sicuramente gli strumenti per bypassare il tradizionale circuito mediatico e, attraverso social network, siti web, blog parlare all’universo intero. Il fenomeno va sicuramente studiato e soprattutto compreso anche alla luce dell’esito referendario che ha reso di nuovo protagonisti i cittadini rispetto alla politica proprio grazie all’impiego dei media autogestiti che hanno rappresentato la risposta al condizionamento e alla manipolazione dell’informazione tradizionale fatti di giornali e tv! La forza della rete ha cambiato le regole del gioco ed è stata per esempio la formula sicuramente vincente del successo elettorale di sindaci come Pisapia a Milano e soprattutto De Magistris a Napoli il quale sicuramente eccelle, anche ad elezioni concluse, nel rapporto comunicativo diretto con la pubblica opinione. Quando un Sindaco intraprende questa strada sicuramente ha dalla sua qualcosa di più da dire e probabilmente qualche ragione in più da vendere per cui cerca di cambiare le carte in tavola di un gioco dove la stampa che dovrebbe svolgere la funzione di controllo rispetto a chi governa o amministra la cosa pubblica, si trova a rincorrere l’oggetto del suo lavoro. Se io sindaco decido di interlocuire direttamente con i cittadini proponendo la mia versione di fatti, di atti e di circostanze ciò comporta inevitabilmente un cambio di passo anche per chi di mestiere si occupa di fare informazione e comunicazione! Questo perchè occorre cimentarsi in un esercizio sicuramente più complesso: analizzare i fatti confrontandoli, rispetto alla pubblica opinione, anche con la versione di una fonte diretta che opera però in proprio. L’argomento più in generale, quello del potere (?) della stampa rispetto alla politica viene trattato da un giornalista di sicuro pregio qual è Giampaolo Pansa la cui ultima fatica per la Rizzoli Editore si intitola “Carta straccia, il potere inutile dei giornalisti italiani“. Pansa è sicuramente un gigante dell’informazione, di un certo dipo di informazione schierata che ha passato tre quarti della propria vita professionale sul fronte della sinistra, senza però mai rinunciare all’esercizio della critica e dell’autocritica. Oggi è approdato a una stagione revisionista sul piano politico, meno su quello culturale. Tant’è che oggi scrive su Libero e viene accusato dalla sinistra di essere passato dalla parte di Berlusconi per questioni di vil denaro. Un libro che sicuramente merita di essere letto e che magari, se l’Autore sarà disponibile, ciriserviamo di presentare in un “salotto” a tema che possa offrire lo spunto proprio per analizzare, con autorevoli esponenti della politica di centro-destra e centro-sinistra, questo rapporto tra stampa, informazione e potere politico. Sicuramente il berlusconismo fra le tante ha anche la colpa di aver spudoratamente proposto come modello legittimo quello del giornalista-dipendente del Capo che veste (male) i panni dell’opinionista per partecipare, condizionandolo, al dibattito politico e culturale. Si tratta sicuramente di un altro attentato alle libertà democratiche quello che ha fatto Berlusconi e per rendersene conto basta aver assistito al programma “Tutti in piedi” che ieri sera ha festeggiato i 110 anni della Fiom a Bologna, animato da Santoro e compagni. Ascoltare alcuni interventi di cittadini  e di lavoratori ci fa comprendere che è tramontato anche un certo monopolio comunicativo degli addetti ai lavori! Certa informazione, certa politica, certi giornalisti hanno infatti indotto la gente a cambiare e a diventare, nonostante tutto, protagonsiti dando il meglio di sè anche sul piano comunicativo. Per questo se una certa politica comincia a rifiutare un certo modo di informare, allora siamo alla vigilia di una nuova rivoluzione culturale che, come sempre, anticipa altre rivoluzioni. Ben vengano allora i sindaci comunicatori, anche nella nostra realtà…Per chi fa seriamente informazione non sono un problema, anzi rappresentano un ulteriore stimolo a fare bene il proprio lavoro al servizio soltanto della pubblica opinione.

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