Diario Politico©Raffaele Lauro,  Italia

Il Sen. Lauro (PdL) sul caso Rai-Santoro

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ROMA – “Vedove inconsolabili del santorismo, le opposizioni di sinistra, e non solo, hanno versato il loro copioso e scontato tributo di lacrime alla notizia, peraltro attesa, della risoluzione consensuale del contratto RAI-Santoro ed hanno iniziato subito a bombardare il fortino del direttore generale, con una serie di considerazioni che nulla hanno a che fare con il servizio pubblico radiotelevisivo. Sono certo che Lorenza Lei non si farà condizionare minimamente dalle intimidazioni della vecchia politica, che si ostina a considerare ancora la RAI come una multiproprietà dei partiti o di esponenti di partito, e procederà con determinazione a salvaguardare l’azienda, ripristinando regole di correttezza e di completezza nell’offerta informativa del servizio pubblico“. Lo ha dichiarato il sen. Raffaele Lauro (PdL), membro della Commissione di Vigilanza RAI.

IL NOSTRO COMMENTO – Sulla questione sollevata dal Sen. Lauro occorre fare un distinguo per due ordini di motivi: alle vedove di sinistra del santorismo che occupano, come il centro-destra, la Rai e l’informazione di Stato fa assolutamente comodo l’operazione “fuori Santoro dalla Rai“: questo perchè hanno le medesime, o quasi, motivazioni di Berlusconi contro un certo modo di fare informazione di cui sicuramente Santoro è la più autorevole espressione. Il silenzio complice di Garimberti, presidente RAI notoriamente di sinistra, si commenta infatti da solo ed è peggio del cantar vittoria del centro-destra. Piuttosto rammarica la circostanza che un gigante che controlla l’informazione e la politica italiana, appunto Berlusconi, fino ad oggi non ha avuto la forza e la capacità di proporre programmi di informazione e giornalisti conduttori all’altezza della concorrenza, nè, ed è ancora più grave, ha saputo opporre argomentazioni sufficienti a contrastare validamente le tesi degli avversari. Questo è un dato di fatto, un limite oggettivo, anche culturale, che però non lo si può far pagare con la censura e con gli editti bulgari. Forse è davvero il momento di rivedere la politica del canone perchè è soffocato il pluralismo informativo e questo prezzo almeno non lo vogliamo sopportare pagando di tasca nostra la tassa-Rai. Poichè nani e ballerine di tutti i tipi affollano la TV di Stato, oltre che quella Mediaset, ormai si tratta di organizzare diversi contesti informativi sui veri temi di pubblico interesse per chi è realmente cittadino libero pensante. (ViC)

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