Campania,  Diario Politico©Raffaele Lauro,  Italia

Governo a caccia di navi, Letta chiama Aponte

Stampa

Continua il dibattito sulla crisi Fincantieri e Gaetano Mastellone, attento osservatore, ci propone un interessante articolo di Alberto Quarati pubblicato su Il Secolo XIX che di seguito pubblichiamo. “Qualche cosa si muove in questa querelle della Fincantieri, come dentro di me ho sempre sperato. Ho appena letto un interessante articolo uscito sul quotidiano di Genova  -“Il Secolo XIX” – che notizia su quanto ho auspicato nei giorni scorsi, cioè il governo deve coinvolgere gli armatori importanti affinché, attraverso azioni finanziarie di supporto, si convincano a costruire le loro navi in Italia. La nostra cantieristica non è inferiore, come qualità, a quella straniera. Battiamo, una volta per tutte, le nazioni concorrenti in quanto ne abbiamo le capacità …. Basta volerlo! Teniamo, una volta per tutte, alto il vessillo dell’italianità. Però, a chiare lettere, affermo che anche la classe operaia deve trasformare completamente il proprio dna verso i concetti di lavoro qualitativo e di produttività in quanto strade alternative non ve ne sono. Mi auguro fortemente che il governo riesca nell’opera appena iniziata. Ecco l’articolo citato innanzi.
 
Roma – Mentre in Italia il mondo dei cantieri navali sta esplodendo, ieri Gianluigi Aponte passeggiava per il Porto Antico di Genova, dopo una sosta da “Eataly” e prima di tornare a Ginevra, da dove guida le seconda flotta mercantile più grande del mondo. È lui l’uomo-chiave di questi giorni: Aponte è il proprietario della Msc Crociere, diretta concorrente del gruppo Costa e principale cliente del porto di Genova. La visita di ieri era mirata a vedere i lavori alla Stazione Marittima, di cui a breve sarà il nuovo azionista di maggioranza. In Italia si sta pensando (anche) a lui, agli ordini che farà, per risollevare le sorti della cantieristica italiana.
In effetti, dopo uno stop agli investimenti di circa tre anni, ora l’armatore torna a ingrandire la propria flotta. Inoltre, come anticipato dal Secolo XIX nei giorni scorsi, sta allargando il suo raggio d’influenza e i suoi investimenti sulla città e sul suo porto. Fino ad oggi, tutte le sue navi sono state costruite in Francia, negli storici Chantiers de l’Atlantique, controllati dal gruppo Stx France, un terzo dello Stato e due terzi dai coreani della Stx Shipbuilding.
A Parigi, per strappargli l’ultima commessa, è sceso in campo personalmente il presidente francese Nicholas Sarkozy. Non deve stupire: la crisi c’è dappertutto e i Paesi concorrenti dell’Italia (essenzialmente Francia e Germania), stanno facendo carte false per aggiudicarsi ogni commessa possibile. E fanno giocare alla politica un ruolo di primo piano. Ora, complice la crisi di Fincantieri, anche in Italia il governo si sta muovendo, per la prima volta: nei giorni scorsi infatti Aponte ha incontrato il sottosegretario di Stato, Gianni Letta, pare molto apprezzato dall’armatore e scelto come suo interlocutore di eccellenza all’interno del governo. Al centro degli appuntamenti c’era principalmente la gara su Tirrenia: Aponte è infatti proprietario di Gnv-Snav, una delle tre società della cordata che comprerà la flotta di Stato. Ma con il potente sottosegretario le discussioni pare non si siano fermate a questo. Parlando con l’armatore italo-svizzero, Letta avrebbe messo sul tavolo quelle condizioni di favore per il credito all’esportazione che fino ad oggi sono mancate in Italia per incentivare gli armatori a costruire nel nostro Paese.L’armatore ordina la nave, ma non avendo ovviamente i soldi per pagarla sull’unghia, si fa garantire dalla Cassa depositi e prestiti, che gli presta denaro a un certo tasso d’interesse e dopo che la Sace ha garantito la copertura assicurativa. Ecco: il tasso offerto dai corrispondenti tedeschi e francesi della Cdp è migliore rispetto a quello italiano. Tasso migliore, cantieri stranieri più competitivi.
Proprio di questo Aponte si era lamentato – insieme al numero uno di Costa Crociere, Pier Luigi Foschi – con il governatore ligure Claudio Burlando, circa un mese fa. Ma, probabilmente, non solo con lui. E proprio ieri Cdp ha garantito un finanziamento da 830 milioni per la costruzione «di due navi Carnival presso Fincantieri» – presumibilmente quelle che saranno ordinate per il marchio Costa -, migliorando le condizioni che erano state offerte ad aprile, come riferito dal Secolo XIX nei giorni scorsi. Significa che qualcosa si sta muovendo, e molto velocemente, su questo fronte.
Del resto, parlando con Burlando e il presidente del porto di Genova, Luigi Merlo, ieri Aponte ha ribadito che «Fincantieri lavora benissimo». E ha aggiunto di voler costruire navi da 1.750-2.000 cabine, più larghe ma più corte, quindi più facilmente adattabili a un maggior numero di porti, ma in grado di portare più passeggeri rispetto a quelle in circolazione oggi. «Più corte – ragionava ieri all’assemblea pubblica con i sindacati e le istituzioni lo stesso Burlando – questo significa che se fossero costruite in Italia, non sarebbe obbligatorio costruirle nei cantieri del Nord-Est», Marghera e Monfalcone. Tornerebbe in campo Sestri Ponente, se Fincantieri decidesse di appoggiare l’investimento dell’armatore svizzero-sorrentino.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*