Unimpresa: partecipare al futuro. Lettera aperta ai candidati sindaci di Napoli
“Napoli, come il Mezzogiorno, è questione nazionale – si legge – E lo è non tanto per la gravità delle problematiche sociali ed ambientali che ne opprimono lo sviluppo, quanto per l’incredibile contributo che la città, una volta liberata da questi problemi, potrebbe fornire allo sviluppo del Paese”.
Recuperare la propria identità territoriale, perché divenga elemento propulsivo per una rinascita sociale e culturale, ancor prima che economica, della città. Questo, per Longobardi, deve essere l’obiettivo primario e imprescindibile di chi si propone di traghettarla fuori dalla crisi, di raccoglierne ed orientarne le forze attive che in essa incessantemente, e incuranti delle avversità ambientali, continuano ad operare. “Ai candidati chiediamo l’attuazione di un progetto di rinnovamento che inizi con il contenere i tassi di criminalità, attraverso una più efficace azione di prevenzione, accompagnata ad un controllo del territorio effettivo e pervasivo – sottolinea il presidente di Unimpresa – Di investire nella formazione delle nuove generazioni, di risolvere con una strategia integrata il problema dei rifiuti e di investire nella produzione culturale, sviluppando forme di interazione virtuosa tra pubblico e privato”.
Ancora, l’attenzione dei vertici dell’associazione si appunta sul rilancio di grandi progetti nell’area occidentale e in quella orientale, e sull’avvio, in collaborazione con l’Autorità portuale e con l’imprenditoria privata, di un serio progetto di riqualificazione del porto. “Senza dimenticare l’integrazione del sistema dei trasporti urbani, condizione imprescindibile per migliorare la connettività territoriale, ridistribuire le funzioni urbane e restituire vivibilità alla città nel suo complesso – aggiunge Longobardi – E, non ultimo, migliorare l’efficienza delle amministrazioni pubbliche, riducendo il peso della burocrazia sull’economia e sulla vita dei singoli cittadini”. Gli imprenditori, assicurano da Unimpresa, faranno la loro parte. “Al pari di ogni cittadino napoletano – conclude il leader dell’Unione nazionale di imprese – non aspettano altro che un governo in cui credere, di un progetto che dia senso e speranza all’impegno individuale e collettivo. Il nostro comune impegno deve essere quello di restituire a queste persone non la speranza di un futuro migliore, ma la possibilità di partecipare alla sua costruzione