Chiudono i piccoli negozi…Cresce l’extralberghiero…Si svuotano i centri storici!
di Gaetano Mastellone*
Confesercenti, sulla base dei dati camerali e dell’analisi dei principali portali di locazione turistica, ha fatto un’analisi molto interessante. Cosa sta accadendo sotto i nostri occhi che spesso, per pura convenienza dell’oggi, restano ben chiusi? Cosa sta accadendo fra il silenzio della classe politica nazionale, regionale e locale?
Per i Centri Urbani è accaduta una metamorfosi:
a) gli appartamenti diventano attività ricettive e aumenta il contenzioso con i condomini che in molti casi perdono la tranquillità nel fabbricato
b) i negozi ed i servizi essenziali spariscono
c) il commercio tradizionale si dematerializza
Di certo non è un bel quadro. Ma è la realtà del mercato e come tale andrebbe analizzata e migliorata. Una cosa è certa, determinati quartieri delle grandi città e quasi interi paesi turistici non possono essere solo ad uso turistico.
Facile dire “la proprietà personale va rispettata”, giusto! Ma i Cittadini e le proprietà abitative di famiglie vanno anch’esse rispettate, anche come tranquillità di dimora.
Bisogna discuterne. Bisogna trovare una soluzione perché fra poco faremo la fine di paesi esteri con la gente in piazza.
Del Rapporto di Confesercenti cercherò di fare una sintesi.
Non si ferma il boom della ricettività diffusa, che trasforma una residenza in opportunità imprenditoriale: tra il 2014 ed il 2024 le imprese attive come case vacanze, affittacamere e B&B sono aumentate del 147%, raggiungendo le 34.975 unità.
Il fenomeno è particolarmente sentito nelle grandi città: nei comuni con oltre 250mila abitanti le imprese della ricettività diffusa passano in dieci anni da 2.823 ad 8.579, con un incremento del 204%. Di poco inferiore quello registrato dai comuni tra 50 e 250mila residenti (+196%) e dalle località intermedie (+182% per i comuni tra 15 e 50mila abitanti).
L’ondata del turismo diffuso non risparmia neanche piccoli e piccolissimi: case vacanze, affitti brevi e B&B crescono anche nelle località con una popolazione compresa tra 5 e 15mila abitanti (+136%) e nei micro-comuni con meno di 5mila residenti (+80%).
Un risultato in netta controtendenza con quello delle imprese di vicinato che offrono servizi essenziali, che nello stesso periodo si riducono fortemente: dal 2014 è sparito il 12% dei bar, negozi alimentari, di abbigliamento e delle altre attività commerciali di base.
Un crollo cui corrisponde la crescita inarrestabile degli acquisti online: secondo le stime Confesercenti lieviteranno del +13% nel corso del 2024, generando oltre 734milioni di spedizioni ai clienti, in media quasi 84mila consegne di pacchi all’ora.
Questa crescita sta dunque trasformando non solo il comparto ricettivo, ma anche le nostre città ed i nostri Paesi.
La diffusione di piattaforme come Booking o Airbnb, infatti, ha reso più facile per i proprietari di immobili entrare nel mercato dell’affitto breve e un maggiore numero di persone vede nelle locazioni turistiche un’opportunità di reddito aggiuntivo, ma non sono tutte rose & fiori!
Il mercato si sta saturando e credo che dopo l’anno 2025 assisteremo all’inizio di una fase di “retromarcia”. Oggi però sul solo AirBnB, ad agosto, sono in offerta oltre 700mila sistemazioni, di cui l’85% circa appartamenti riconvertiti all’ospitalità turistica, per la maggior parte gestiti direttamente dal proprietario.
Quindi questo fenomeno va monitorato con attenzione: la deregolamentazione di fatto in cui si è sviluppato caoticamente, e non tutto in regola, il mercato degli affitti brevi in Italia ha già portato a gravi squilibri, favorendo le non-imprese, svuotando molte località di residenti e sostituendole con turisti.
Le imprese del commercio di vicinato non possono sparire, i cittadini vanno tutelati e non immolati al Dio Business.
I piccoli negozi poi chiudono anche per la grande concorrenza delle grandi catene e delle piattaforme di eCommerce che, grazie alla loro struttura multinazionale, pagano in proporzione meno tasse.
Così non va bene!
Così si rischia di trasformare non solo le nostre località turistiche e i centri storici delle città d’arte in gusci vuoti, privi di servizi per chi vi abita tutto l’anno, ma di desertificare anche le località minori.
In Italia ci sono anche migliaia di paesi che hanno anche dovuto sopportare la chiusura totale degli sportelli bancari e in questi paesi dove sta diventando difficile persino trovare Bancomat attivi per ritirare denaro.
In conclusione bisogna lanciare l’appello che occorre una nuova regolamentazione, occorrono severi controlli e non consentire lo spopolamento dei quartieri e dei piccoli paesi. Non esiste solo il Dio Business.
*Commendatore al Merito della Repubblica Italiana