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Esami di maturità, in Campania il record dei promossi con lode: sono 2600

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di Luigi Poi

Come è oramai consuetudine ultra decennale anche quest’anno i risultati dell’esame di maturità hanno decretato “quasi tutti promossi“, con una specificità che merita alcune osservazioni. L’altissimo quoziente di licenziati, per la verità, sta facendo riflettere l’universo del mondo dell’istruzione, dai vertici ministeriali ai direttori scolastici e anche di una parte più coraggiosa e avveduta degli insegnanti. Del resto nessuno nega più che oramai la scuola superiore è diventata un mero “diplomificio“. Dagli anni che seguirono il sessantotto, con la pretesa (anche violenta e minacciosa) del voto politico, è stata una continua resa della meritocrazia e del riconoscimento del sacrificio e dello studio. L’obiettivo era di eliminare il nepotismo esuberante specialmente nelle università, le ingiustizie della raccomandazione, il favoritismo ai figli di………..! Il risultato purtroppo è stato spesso il contrario: questi nefandi fenomeni si sono incrementati ai danni degli studenti meno favoriti e meno “spinti“, con meno possibilità economiche.

Inoltre pur illudendoli con il riconoscimento del diploma o della laurea “facile“ poi nella ricerca del lavoro, passano comunque, indietro rispetto a chi appartiene ai salotti buoni, alla categoria del sindacalismo e della politica, ai discendenti dell’alta burocrazia, degli accademici e della magistratura e cosi via. Ma soprattutto il danno maggiore lo hanno subito i ragazzi che per motivi familiari, per motivi economici, per difficoltà proprie, per le cattive compagnie abbandonano e rinunciano al “regalo“ del titolo di studio rimanendo esclusi da una parte della domanda del lavoro. Lasciando da parte le opinioni, pur sempre opinabili, passiamo ai numeri che sono meno contestabili, ponendo come promessa che i dati pubblicati sui voti e sul numero di promossi sono in armonia con i risultati dei licei della Penisola e degli altri Istituti scolastici Sorrentini. Come è ben noto i voti dell’esame si esprimono in centesimi partendo da 60 (il minimo) per il top che è 100 (poi c’è la lode che dovrebbe essere assegnata a chi va oltre come capacità di apprendimento e bagaglio di conoscenze acquisite nel quinquennio).

Il risultato si ottiene sommando i punti di maturità a quelli di credito scolastico. La lode può essere assegnata solo se la Commissione si esprime all’unanimità. Ecco i dati: dato nazionale, i diplomati risultano essere il 99,8% dei candidati. Emerge una forbice che fa pensare, a meno che non vogliamo, come troppo spesso facciamo, irrigidirci su antiquate posizioni di campanilismo o di blocco ideologico. Trattasi del raggiungimento del 100% e del 100 e lode. Per l’agognata “lode“ le percentuali più alte sono in Calabria 5,4%, Puglia 5,1%, Sicilia 4,2% mentre in Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige si raggiunge solo l’1%, in Val D’Aosta addirittura 0,2%. In Campania, udite…udite secondo i dati del Ministero dell’Istruzione il record dei promossi con la lode con 2.600 beneficiari, seguita da Sicilia, Puglia e Lazio che superno ampiamente quota mille. E’ da tener presente che la popolazione studentesca che ha avuto accesso all’esame finale in queste 4 regioni è molto ampia. Il massimo dei voti 100 su 100 raggiunto a livello nazionale dal 7,2 % dei diplomati, la lode dal 2,7%!

La prima annotazione rilevata da alcuni quotidiani di tiratura nazionale riguarda la contraddizione con i risultati dei test Invalsi che capovolgono la classifica “mettendo gli studenti del Sud, compresi quelli dell’ultimo anno delle superiori , in netto svantaggio rispetto ai coetanei delle scuole del Nord“- Il Messaggero, Lorena Loiacono, venerdì 2 agosto. Contrasto incomprensibile anche con le classifiche delle migliori scuole superiori che da sempre indicano in vetta alla graduatoria quelle del Nord, con qualche eccezione che riguarda alcuni storici Licei della Capitale e delle principali città del Meridione.
La considerazione più semplice che salta alla mente è che le scuole più qualificate e le commissioni più preparate e severe sono anche quelle che ancora resistono nella assegnazione del giusto voto ai soli meritevoli per l’autorevolezza del corpo docenti. Ma chiaramente non è una spiegazione sufficiente. Tra le analisi in merito quella più diversa ma pur non da sottovalutare è che tra insegnanti e famiglie al centro sud c’è un rapporto più “intimo“, mentre al nord è più scostante. Qualcuno si è spinto oltre considerando che al Sud ha influenza anche la presenza tra i maturandi di figli di docenti, amministratori e politici locali; fa la differenza. Ultima annotazione (per l’alto numero di promossi) è una tesi estroversa ma pur con fondamento di verità, cioè l’accesso all’insegnamento avviene non solo sulla base del merito ma anche sull’anzianità di servizio come supplente e tramite ardui percorsi burocratici. Questo disporrebbe i professori, dal punto di vista psicologico, ad una maggiore solidarietà con gli studenti, così come la paura di ricorsi al Tar o di scontrarsi con clan familiari.

Linkiesta dell’11 agosto scrive: “I dati del ministero fotografano un cambio epocale: oramai tutti passano l’esame. Scende il numero dei bocciati, aumentano i voti. E l’Italia si scopre (ancora una volta) come un Paese diviso. In Puglia sono stati promossi con il massimo dei voti 934 studenti, in Lombardia solo 300. “In conclusione ed in generale dalle Alpi a Lampedusa la prova della maturità era stata per le generazioni passate un incubo ora è solo una formalità. La sola discriminante che resta in piedi è quella del punteggio complessivo, che non è poca cosa perche il conseguimento del voto più alto porta una serie di risparmi e facilitazioni per le famiglie degli studenti che si iscrivono alle università. Risparmio su tasse universitarie, mini borse di studio etc.etc.“ Al netto delle cifre, resta aperto il dibattito. La bocciatura serve ancora? Ripetere l’anno aiuta i ragazzi a colmare le proprie lacune, offre uno stimolo ad impegnarsi ? Oppure come sostiene più di qualcuno, resta solo un improduttivo e costoso retaggio del passato?” (Marco Sarti, romano – scrittore e giornalista).
Cosa dire ai ragazzi più sfortunati che da questa allegra giostra sono rimasti escluse per tristi vicende di vita familiare e personale? In primis oggi sono molto richiesti in determinati settori produttivi lavoratori ai quali cui non è richiesto un titolo di studio perché vengono formati in azienda e c’è anche spazio nel settore della piccola imprenditoria, commercio ed artigianato. Qui da noi a Sorrento e i comuni limitrofi c’è spazio nel settore del turismo, della gastronomia, dei trasporti turistici privati. E poi più filosoficamente valutare anche un insegnamento di Umberto Eco: “Democrazia è anche accettare una dose sopportabile di ingiustizia per evitare ingiustizie maggiori“.

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