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Gaetano Mastellone: il turismo è servizi, non solo un bancomat!

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Ho sempre avuto sete di sapere, di ragionare e di approfondire. Uno dei nostri limiti di oggi è quello che si dedica molto poco tempo al ragionare insieme e soprattutto al lavorare insieme, con capacità di ascolto, per l’interesse e miglioramento del territorio. Da sempre cerco di leggere molto e di tenermi aggiornato. Nonostante ciò credo di avere tante lacune! Figuriamoci coloro i quali si aggiornano dai social e dal sentito dire! Sono anche un frequentatore attivo del mondo social, mi piace formulare il mio pensiero su più argomenti. Però non partecipo al conseguente dibattito perché poi sui social alla fine non ci si capisce! E nascono liti derivanti da incomprensioni. Oggi bisogna capire, capire per poter fare cose positive! Le diverse opinioni sono anche utili per crescere.

Parliamo del mondo turistico.

Esprimo subito un mio pensiero. Fra le diverse cose che mancano per migliorarsi c’è ai primi posti la Funzione di Raccordo fra il mondo impresa-cittadini-mercato che nel turismo non può essere demandata alla politica! In Economia delineare gli scenari su un periodo lungo, 10 anni, è molto difficile. Diffidate da coloro che vi prospettano scenari di lungo periodo, essi mentono sapendo di mentire. Parlo di scenari e non di programmazione decennale che è altra cosa. Sulle attività del settore turistico è sempre molto, molto complicato e difficile fare previsioni. Oggi non si parla più di crescita illimitata, ma di crescita sostenibile e l’elaborazione di uno scenario diventa un esercizio fondamentale, fermo restando la sua attendibilità.

In passato, e spesso ancora (purtroppo) al giorno d’oggi, i trend degli scenari, elaborati su ipotesi di crescita infinita, si stanno rivelando non reali e fuorvianti. Mettono in difficoltà diverse aziende. Così una delle conseguenze di non aver colto in tempo il fenomeno è la sovra-capacità produttiva che oggi caratterizza molti settori. Un settore che da qualche anno ha avuto un boom notevole è quello dell’extra alberghiero. Mi sento di affermare che in pochi anni è già diventato “maturo” e che a breve ci saranno selezioni e chiusure. È solo un mio pensiero.
Suggerisco quindi nel settore turismo e servizi ad esso collegati di mettere su carta scenari max a 3 anni. Comunque il delineare ed elaborare uno scenario planning resta sempre il processo attraverso il quale il management di un’azienda turistica in team arrivi a delineare quelle che saranno, in visione prospettica, le caratteristiche del contesto ambientale e in particolare del business nel quale si troverà ad operare. Il concetto è: delineare scenari ok, però max a 2/3 anni.

Le variabili da considerare nella elaborazione di scenari per il settore turistico sono tante. Esiste una variabile instabilità mondiale sanitaria – economica – scenari di guerre etc. che possono modificare in un attimo le previsioni. Cerchiamo però di fare un semplice ragionamento. Come facciamo le previsioni?
Fare previsioni per il futuro è sempre un esercizio mentale azzardato in quanto normalmente i dati li poggiamo su:

* ciò che già conosciamo del presente
* sui numeri del passato
* sulla costruzione dei numeri in budget
* sugli scenari che vengono delineati

Sul mercato della consulenza si trovano articoli di società che propongono studi e fare scenari a 10 anni. Certo che sarebbero molto utili, credo però che in essi c’è troppa “fuffa”! Come già detto è praticamente impossibile farli perché troppe sono le variabili. Diffidare quindi da chi ve li propone. Io però mi sento, oggi, di fare una previsione a 10 anni, non numerica o di scenari, ma di possibile segmentazione di mercato.

Credo che il turismo così come lo conosciamo oggi (overtourism) non esisterà più perché ci sono ‘cose’ che di certo accadranno.

👉Prima cosa: lo scoppio della bolla del turismo di massa o overtourism si esaurirà perché ci saranno sempre più paletti contro e la “folla” troverà sempre più disservizi che possono rovinare la vacanza.
👉Seconda cosa: la crisi climatica, che sotto i nostri occhi socchiusi e dormienti avrà un forte impatto sugli scenari territoriali, molti territori si modificheranno.
👉 Terza cosa: questo turismo di oggi si sta rendendo non solo meno sostenibile ma sempre meno appetibile.
👉 Quarta cosa: fare attenzione alla saturazione e alla creazione di migliaia di nuove e moderne e più organizzate e raggiungibili location turistiche.
👉 Quinta cosa: il modo di fare turismo non è così come quello d’oggi, perché i modelli non sono mai eterni e questo lo dice la storia.
👉 Sesta cosa: fare attenzione e non sottovalutare il crescente contrasto fra turisti e residenti nelle città o paesi turistici, le forti proteste dei turisti a Barcellona e in altre città della Spagna contro l’overturism segna una delle crepe più evidenti di un modello che non sta più funzionando.

L’unica cosa certa è che questo business non tramonterà mai, si modificherà certamente e le innovazioni/cambiamenti di mercato porteranno (la storia ce lo dice) vittime sul campo delle imprese e benefici per tante che sapranno organizzarsi al meglio in quanto capiscono che il Turismo è Servizio non solo un Bancomat!

di Gaetano Mastellone

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