Invece di combattersi internamente, le opposizioni lavorino per riportare alle urne chi ormai le diserta
Le strade politico-elettorali del Presidente Vincenzo De Luca e del PD della segretaria Elly Schlein sono inevitabilmente destinate a separarsi e questo divario produrrà la sconfitta del centro-sinistra alle elezioni regionali del 2025 e la consegna anche della Campania al centro-destra meloniano. Di questo non sembrano assolutamente preoccuparsi la Schlein e i suoi referenti Sandro Ruotolo e Marco Saracino la cui mission è finalizzata a demolire De Luca e il suo operato alla guida della Giunta Regionale della Campania.
Dal canto suo il governatore continua a infierire sul partito e col suo libro “Nonostante il PD” in tour per l’Italia sta mettendo a nudo quel sistema che ha trasformato il PD in qualcosa di incommestibile per un elettorato sempre più incapace di condividere una strategia politica fondamentalmente inconsistente e incapace di differenziarsi sui grandi temi, come per esempio la guerra, dal centro-destra meloniano.
Il tentativo di costruire un’alleanza col M5S di Giuseppe Conte su un candidato diverso da De Luca produrrà una frattura definitiva e insanabile che garantirà la vittoria al centro-destra e al candidato espressione di Fratelli d’Italia che rivendica il diritto all’investitura, preludio a sconfitte altrettanto eclatanti al Comune di Napoli quando si andrà alle urne nel capoluogo campano.
La mancanza di un serio e costruttivo confronto interno per scongiurare questa eventualità degrada la politica della Schlein in Campania a livello di una “resa dei conti” interna al PD dove non si accetta più lo strapotere di De Luca e se ne sminuiscono, se non addirittura cancellano, meriti oggettivi nell’azione di governo svolta in questi anni alla guida della Campania. Ruotolo intanto si dice pronto a candidarsi alle elezioni europee se il partito lo chiederà ed emerge che la Segretaria sarà candidata capolista in tutti i collegi europei, così come faranno la stessa Giorgia Meloni e gli altri capipartito per drenare consensi pur sapendo che, all’indomani del voto, dovranno rinunciare al seggio europeo se vogliono restare in carica nel parlamento italiano, aprendo così le porte di Bruxelles a personaggi di seconda e terza fila alla ricerca di un posto e di immunità. A questo si è ridotta la politica italiana con mezzo governo al centro di conflitti di interessi spaventosi e di inchieste giudiziarie per le quali dovrebbero essersi dimessi già da tempo. In Italia non succede però!
Ormai una politica senza pudore e asservita agli interessi personali spadroneggia disinvolta sulla pelle di un Paese incapace di reagire e di costruire una seria e lungimirante proposta alternativa che dovrebbe partire da un preciso obiettivo: recuperare alle urne quel 40% di elettori che se n’è allontanato e che rappresenta la vera forza silente che può cambiare le carte in tavola di qualunque elezione. Su questo dovrebbero lavorare le opposizioni invece di combattersi internamente spianando la strada a nuove vittorie e conseguenti predazioni di un ceto politico famelico, arrogante, pericoloso per la democrazia italiana.