Lettera aperta al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano
Al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano
La tradizione cristiana del Santo Natale aveva tra le sue espressioni più seguite quella della letterina a Gesù Bambino, oltre al presepe! Entrambe in corso di smarrimento per la migliore pubblicizzazione delle usanze pagane e mercantili come Babbo natale e l’Albero addobbato.
Perfino nella piazza del maggiore Tempio Cristiano da anni compare un maestoso abete natalizio anche se accanto sopravvive miracolosamente il presepe tanto caro a uno dei Principi della nostra religione, San Francesco di Assisi, i cui personaggi hanno rappresentato nei secoli non solo la spiritualità ma anche quella povertà e quella umiltà predicata dalla fede Cristiana. La tradizionale letterina è ancora in uso, ma l’indirizzo è cambiato. Babbo Natale abita a Rovaniemi, villaggio lappone. In Penisola Sorrentina, specie nelle famiglie di antico costume, i “pastori, il Bambinello ed i re Magi“ tengono duro, ma molte risorse finanziare pubbliche e private vengono destinate all’allestimento e alle luminarie che rendono stupefacente l’abete, oramai simbolo universale (forse con la sola esclusione di alcuni paesi mussulmani fortemente fondamentalisti) della interpretazione commerciale e pagana del Natale.. E poi piacciono tanto ai turisti che anche per la festività religiosa della Natività e quella di fine anno affolleranno le nostre località!
Una bella “letterina“ andrebbe scritto anche ai nostri governanti con gli auspici di un maggior impegno nella gestione dei beni comuni. Noi Italiani abbiamo ereditato un patrimonio culturale, in senso lato, che tutto il mondo ci invidia e che ha avuto ed ancora ha il massimo splendore nel genio universale di grandi inarrivabili artisti come Michelangelo e Leonardo da Vinci. E non c’è algoritmo che tenga né intelligenza artificiale da temere. Si mettano l’animo in pace i tanti denigratori del Tricolore.
Ecco! Caro Ministro, sono sempre più frequenti le sue visite nella nostra area , dovute sicuramente al legame affettivo con la sua terra natia ma anche per aver consapevolmente preso atto di quale forte legame esista tra cultura ed economia e crescita sociale e civile. Tanto più in una terra che può declinare con orgoglio tanti primati ed eccellenze nei settori monumentali, artistici, archeologici, turistici, ristorazione ed agroalimentari. Con questa “letterina“, caso mai Le capiterà di leggerla, farebbe piacere rappresentare un desiderato, abbastanza diffuso della nostra comunità (almeno quella non troppo affaccendata a “far denari“ a qualsiasi costo): svuotiamo gli scantinati dei grandi Musei, creiamo una rete di piccoli musei e/o depositi espositivi che non solo qui ma in tutto i nostro amato Sud d’Italia potrebbero diventare tanti preziosi scrigni non solo per il benessere sociale e culturale dei tanti borghi, paesini e cittadine ma anche per rendere ancora più attrattiva l’offerta turistica e per potenziare la memoria storica dei giovani la cui fuga verso il Nord e l’estero sta creando preoccupanti scenari di futuro.
Le immancabili statistiche di fine anno che stiamo leggendo ed ascoltando fanno venire un certo tremore alle gambe: iIl Sud piazzato nelle ultime posizioni per la qualità della vita e per le opportunità di lavoro, il Sud con la peggiore sanità della Nazione (tranne qualche isolata preminenza), le scuole e le università del Meridione completamente fuori dal giro delle eccellenze, il forte divario geografico di preparazione (rilevazione Ocse- Pisa, tutte le aree del Nord ottengono punteggi superiori alle aree del Sud in matematica, lettura e scienze), la fuga incessante dei nostri talenti, la povertà in aumento nonostante i buoni dati sull’occupazione (si dovrebbe meglio analizzare quali sono i nuovi poveri, forse i tanti piccoli commercianti distrutti e costretti alla chiusura dai centri commerciali e da Amazon?). Ecco, caro Ministro Gennaro Sangiuliano, perché non provare a far crescere e diffondere con più forza la conoscenza del patrimonio archeologico ed artistico che non è esposto alla cittadinanza, non è messo a disposizione degli studenti, che è stato sottratto alle piccole comunità, che diventa un “bene“ inutile se viene così deportato, smarrito e nascosto e che invece potrebbe essere il miglior volano per dare ancora più fiato alla risorsa turismo, che potrebbe alimentare i livelli di occupazione anche quella più qualificata, che potrebbe dare respiro a tutto l’indotto che gira intorno al mondo dei viaggiatori, che valorizzerebbe un diverso e migliore utilizzo del tempo libero, che incoraggerebbe il compito degli insegnanti e di tutte le scuole di ogni livello.
E poi cosa c’è più giusto e sacrosanto di “Dare a Cesare quello che è di Cesare“ o più comunemente “Restituire il mal tolto“! Anche alcune località della Penisola Sorrentina sono state private delle proprie ricchezze culturali (in primis Massa Lubrense che potrebbe abbinare al trekking ed all’escursionismo un percorso di tre mini musei) con grave danno alla memoria storica, alla conoscenza dei giovani, al turismo ed a tutto il suo immenso indotto che anche se è un momento di vacche grasse va meglio qualificato e meglio gestito ed organizzato per il futuro. Regge parzialmente l’alibi della politica e delle Soprintendenze, essenzialmente mancanza di personale e assenza di copertura e garanzie di sicurezza per l’eventuale trasferimento e per la custodia di reperti e tesori d’arte. I locali ci sono, tanti edifici anche di pregio male usati o abbandonati e spesso di proprietà comunale, i fondi necessari mancano perché gli introiti delle tasse di soggiorno vengono impropriamente utilizzati, la mancanza di sicurezza perché si ha paura o è troppo impegnativo l’uso del volontariato (i pensionati sono una risorsa a portata di mano con tante competenze tutte da sfruttare), e si sottovaluta il contributo che possono dare le associazioni culturali come gli Archeoclub.
Quella che manca è una visione lungimirante e democratica dell’amministrazione dei beni culturali (in particolar modo a livello comunale) in grado di creare nuove opportunità, nuova ricchezza sia culturale che materiale, nuove attività, nuove frontiere da conquistare. Il Sud può riscattarsi non soltanto con una nuova classe politica ma anche seguendo questi percorsi. Insomma un poco di inventiva in più ed un poco di burocrazia in meno. Caro Ministro Sangiuliano, sappiamo tutti bene che sono carenze e deficienze che vengono dal passato ma questo non deve essere né un attenuante , né un pretesto per stare fermi, né una giustificazione. Le reti di piccoli musei statali o privati – recentemente si è concessa la possibilità di partecipare al bando del Ministero della Cultura 2023 ai piccoli musei non statali – lì dove sono state sperimentate, hanno avuto un immediato successo, hanno contributo a valorizzare località, hanno creato lavoro produttivo, hanno migliorato la qualità della vita, hanno coinvolto le comunità locali sia fisicamente che moralmente, hanno suscitato interesse tra i giovani. Sì, proprio così, anche tra quei giovani del Sud che la impietosa classifica dell’indagine Pisa–OCSE, ha relegato nei bassi fondi della graduatoria considerandoli incapaci di gestire e vivere il futuro! Gli amministratori del Nord sono più capaci di quelli del Sud? Allora non si esiti ad utilizzare l’arma di misure legislative più stringenti finanche di natura commissariale; si beccherà l’accusa di “fascista“ ma è la cosa giusta da fare ed il tempo Le darà ragione con buona pace di Geppi Cucciari! Tanti auguri caro Ministro.