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La difficile sfida dell’informazione e della comunicazione pubblica

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L’avvento dei social e il loro radicamento nella popolazione ha rapidamente e significativamente rivoluzionato le metodologie comunicative della politica e della pubblica amministrazione alle prese con l’esercizio di riuscire a inserirsi attivamente nell’agorà permanente che i diversi social generano e alimentano h24, al di fuori di ogni controllo e soprattutto con una tempestività che stride violentemente con la capacità, oltre che possibilità, di dare ai cittadini le risposte che si attendono. Ne nasce una vera e propria sfida tra chi con una testiera o un cellulare è in grado di proporre post corredati di foto e video, oltre che di contenuti, e chi invece è chiamato in causa con l’auspicio che dia una risposta la quale, ahimè, nella stragrande maggiornza dei casi richiede tempo oltre che essere frutto di atti e procedure amministrative.

E’ un fenomeno che merita di essere attentamente valutato soprattutto quando, come stanno facendo diverse amministrazioni locali, si ricorre all’uso istituzionale di messagistica istantanea, qual è per esempio whataspp, per la segnalazione di problemi o l’evasione di richieste da parte dell’utenza cittadina. Potrebbe trattarsi di uno strumento valido per risolvere almeno le questioni più urgenti o scottanti, ma per dar frutto dev’essere incluso in un sistema che ne consenta, oltre la ricezione, anche lo smistamento di competenza ai fini dell’evasione della richiesta.

In questo caso l’Ente dovrebbe aver sviluppato un adeguato sistema di comunicazione interna che resta invece uno dei punti di maggiore debolezza della PA dove resistono reali problemi di relazione tra uffici, dipartimenti, funzionari, amministratori.

Se invece la messagistica istituzionale a mezzo whatsapp ha una funzione attiva per la PA che ne fa uso per informare il cittadino, per diramare notizie e soprattutto per autopromuoversi, non raggiunge l’obiettivo perchè viene vissuto passivamente dal cittadino-utente che lo ascrive a uno dei tanti gruppi cui ognuno partecipa e da cui alla fine ci si cancella se diventa particolarmente frequente se non addirittura ossessivo.

Il tema della comunicazione pubblica resta perciò una questione di primario interesse, ma che richiede di essere approfondita per sviluppare una piattaforma dove informazione e comunicazione si esplichino in modo inequivoco attivando i giusti canali, anche promozionali, purchè gestiti con professionalità adeguate e soprattutto consapevoli delle modalità di proposta dei contenuti e della loro forma espressiva, dei rapporti e delle relazioni che vanno intessute col sistema dell’informazione in tutte le sue diverse forme mediatiche, il protagonismo della politica che oggi si interfaccia direttamente con la pubblica opinione, senza lo scudo rappresentato dall’ufficio stampa e/o dal portavoce, producendo effetti dagli esiti non scontati e che lasciano testimonianze inequivoche di scelte, opinioni, atteggiamenti in grado di ripercuotersi (spesso negativamente) anche a distanza di tempo come ce lo dimostrano le cronache quotidiane e i tanti casi che gli stessi social, ma anche la tv ci propongono.

In questa ottica va ripensato anche il ruolo stesso di chi affianca l’istituzione e la politica con funzioni informativo-comunicative per non rischiare di risultare inefficaci se non addirittura inadeguati rispetto a quella che è diventata una vera e propria sfida dagli effetti imprevedibili.

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