Sant'Agnello

Ospedale Unico: via al conto alla rovescia…ma Coppola&Co sono orientati a dire no

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Il nuovo Ospedale che dovrebbe sorgere a Sant’Agnello, se il Consiglio Comunale approverà la variante al PUT predisposta dalla Regione Campania (su richiesta della stessa Amministrazione santanellese, ma quella del precedente sindaco Piergiorgio Sagristani) per recepirla nel proprio PRG, è fuor di dubbio il tema caldo, caldissimo di questo agosto rovente e sta dividendo l’opinione pubblica che per un decennio ha seguito senza aprir bocca, come la maggior parte degli attuali oppositori, il lungo e complesso iter avviato nel 2011 da sette amministrazioni locali (le sei della Penisola Sorrentina più Positano) per assicurare a questo territorio una sanità ospedaliera degna di questo nome e in grado di soddisfare le esigenze della popolazione distrettuale n°59 in considerazione che gli attuali nosocomi sono inadeguati, sotto tutti i punti di vista, ad assicurare gli standard socio-sanitari richiesti.

All’epoca la sanità campana era stata commissariata dal Governo per le malversazioni che l’avevano caratterizzata facendo lievitare oltre ogni misura la spesa pubblica; tant’è che dal 2010 al 2019 sono stati effettuati tagli drastici all’assistenza sanitaria tradottisi nel depauperamento dei due ospedali, nel blocco delle assunzioni di operatori (medici e paramedici), nel degrado delle strutture e delle attrezzature senza quei turnover indispensabili a garantire il personale necessario. Situazione quest’ultima che è tutt’ora critica.

Una stagione gestita da direttori-commissari la cui missione era soltanto quella di tagliare, tagliare, tagliare su tutto e su tutti. Soltanto nel dicembre 2019, alla vigilia dello scoppio della bomba-covid (ai fini di febbraio, inizi di marzo 2020) la sanità campana usciva dal commissariamento governativo e iniziava un lungo percorso di ripresa affidata al presidente della Giunta Regionale, l’On. Vincenzo De Luca che, insieme ai manager posti alla guide delle Asl, si è trovato ad affontare la più grave emergenza socio-sanitaria ed economica che il Paese ha conosciuto dal dopoguerra ad oggi. In tutto questo tempo e non senza difficoltà i Comuni della Penisola e l’Asl hanno continuato a lavorare sul progetto del nuovo Ospedale con la speranza di essere pronti, allorquando e se si fosse presentata l’occasione, di mettere sul tavolo del nuovo progetto della sanità campana la realizzazione del nuovo Ospedale. Grazie allo svincolo dei fondi nazionali la Campania otteneva dal Governo oltre 1 miliardo di euro da destinare all’edilizia ospedaliera cui si aggiungevano altre centinaia di milioni di euro stanziati dalla stessa Regione per modernizzare gli ospedali campani e realizzarne di nuovi laddove fosse stato più conveniente secondo gli standard in materia di sanità ospedaliera. La Penisola Sorrentina che, nonostante i problemi e le crisi vissute e affrontate, aveva continuato a seguire il progetto del nuovo Ospedale e l’Asl Napoli 3 Sud competente in materia aveva recepito nel proprio piano sanitario ospedaliero il progetto dell’Ospedale a Sant’Agnello su formale indicazioni di tutti i Comuni dell’area, rivendicava il proprio diritto ad avere un nuovo, moderno e funzionale ospedale. Interloquendo costruttivamente con la Regione Campania otteneva il risultato di veder finanziato il progetto per cui si è proseguiti spediti fino alla vigilia delle elezioni di maggio scorso avendo compiuto tutti gli atti di competenza amministrativa locali ad eccezione dell’ultimo, decisivo passaggio: appunto quello oggetto di analisi e voto da parte del nuovo consiglio comunale guidato da Antonino Coppola.

Ora è più che legittimo chiedersi: è concepibile, coi tempi che corrono e con la crisi sempre più grave della sanità pubblica vittima dei tagli capestro operati dal Governo nazionale, concedersi il lusso di bocciare il progetto che attende solo il via libera consiliare per poter dare inizio ai lavori? Si trattasse di un inceneritore, di una fonderia o altro si potrebbe comprendere l’ostilità e anche sostenere la scelta del diniego all’opera, ma rifiutare un Ospedale pubblico a servizio dell’intera comunità è uno sconcio che rischia di verificarsi solo a Sant’Agnello e per di più da parte di un’amministrazione guidata dal un sindaco medico-cardiologo (dipendente della stessa Asl Napoli 3 Sud) e che ha tra le sue fila altri due operatori sanitari e cioè: il primario di chirurgia di Sorrento-Vico dottor Pietro Gnarra e la responsabile del Servizio Farmacia dell’Asl al Distretto, la dottoressa Maria Russo numero due dell’amministrazione-Coppola.

Il nuovo Ospedale “affossato” dai medici che, per vincere la campagna elettorale, hanno suggestionato l’opinione pubblica totalmente all’oscuro della storia di questo progetto, generando una profonda spaccatura. E si tratta delle stesse persone che oggi si trovano di fronte alla scelta di confermare la propria decisione o di rinnegare la promessa di bloccare il nuovo ospedale solo per non perdere la faccia col proprio elettorato e senza minimamente preoccuparsi delle conseguenze che, da questa decisione, deriveranno all’intera comunità della Penisola Sorrentina per i decenni futuri, per i loro figli e i figli dei loro figli. La proposta di una sede alternativa ai Colli di San Pietro al posto dell’Hotel Nastro Azzurro, fatta palesare come possibile alternativa a quella di Sant’Agnello, è una boutade sotto tutti i punti di vista e basta chiedere ai proprietari della struttura come sono andate effettivamente le cose. Da quanto se n’è saputo i fatti sono diversi da quelli raccontati e rilanciati sui social. Praticamente è inesistente tale ipotesi sotto tutti i punti di vista, come quella a Via Cavone a Piano di Sorrento dove da decenni si intendono realizzare senza successo i Piani di Insediamenti Produttivi.

Senza trascurare il fatto che si parla di un comune diverso da quello di Sant’Agnello dove Antonino Coppola non ha giurisdizione amministrativa! Se ne dovrebbe occupare il primo cittadino di Piano di Sorrento, Salvatore Cappiello, che già si è espresso sulla improponibilità dell’idea sul piano tecnico-urbanistico e sulla contropartita da riconoscere alla proprietà qualora effettivamente maturasse una tale ipotesi. Si tratta quindi soltanto del maldestro tentativo di arrampicarsi sugli specchi manipolando l’opinione pubblica che, ignorando la realtà dei fatti, si lascia suggestionare dagli allarmi lanciati dagli avversari del nuovo ospedale! In politica e nel governo della cosa pubblica non sempre si può fare quello che si vuole infischiandosene degli altri: bisogna assumersi consapevolmente le responsabilità e avere il coraggio anche di cambiare idea quando in ballo c’è l’interesse generale!

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