Italia

La memoria corta e l’incapacità di trarre buoni frutti dall’esperienza dei reali accadimenti

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di Luigi Poi

Le recenti elezioni regionali del Lazio hanno segnato una vittoria dell’attuale compagine governativa, forse era da aspettarsi ma quello che risulta incomprensibile al povero “cittadino comune” sono alcune analisi ed affermazioni fatte dagli sconfitti. Un buon politico dovrebbe essere in grado di saper leggere i risultati delle urne ma pare che il clamoroso tonfo nella città eterna, a loro modo di vedere e giudicare, sia colpa dell’insufficienza culturale dei romani ,dell’astensioni e nientedimeno (Ridete! Ridete!  della cattiva informazione.
I residenti dei cosiddetti quartieri ZTL dove la classe politica del Campidoglio e della Regione da decenni aveva insediata la sua roccaforte, hanno voltato le spalle, non sono andati a votare o addirittura hanno scelto un diverso orientamento. La Roma “Bene“, i salotti buoni, la nomenclatura burocratica e manageriale, gli intellettuali di lungo corso, i sapientoni della grande stampa, i conduttori e le conduttrici televisivi di lungo corso hanno pagato dazio. Ed ora agli “abbandonati“ non gli passa minimamente per la testa (o fanno finta di non capire) che la disastrosa situazione igienica (topi, cinghiali, gabbiani, cassonetti stracolmi e non svuotati, cattivi odori, immondizia gettata un poco ovunque perfino negli antichi fossati imperiali e rinascimentali, roghi ed incendi dolosi, parchi pattumiera, etc. etc. ) hanno allontanato dalle urne i “fedelissimi” (perfino quelli che avevano avuto carriere assicurate e posti d’oro per figli e parenti vari); alcuni di essi impauriti anche dalle poche condizioni di sicurezza ed incolumità pubblica (vicende della stazione Termini) addirittura hanno votato contro. Ma non esiste proprio una obiettiva valutazione in questo senso, i colpevoli del tracollo sono gli elettori ignoranti!

Bene informati, gli uomini sono dei cittadini, male informati sono dei sudditi“ Alfred Sauvy- economista francese 1898-1990. Il fatto sta che, forse, dovrebbero incominciare a pensare che molti cittadini “semplici“ non leggono i “loro grandi“ giornali ma seguono preferibilmente i social dove confrontano con gli altri le loro idee e la loro vita sociale e quotidiana e soprattutto divulgano ed apprendono notizie che di solito, proprio per tenerli in sudditanza, vengono nascoste.
Eppure il Sindaco Gualtieri aveva fatto presente la grave situazione igienica in cui versava la città ma è stato colpito ed affondato dal fuoco amico. Da Greenreport .it: “In questo caldo agosto, a Roma sventolano i fantasmi di Napoli, il fascino della città partenopea è noto in tutto il mondo, e quando, solo pochi anni fa – la crisi legata alla non gestione dei rifiuti deflagrò riempiendo le strade di munnezza, allo stesso modo riempì le cronache italiane e non. Le conseguenze di quella eterna crisi (durò fino al 2009) non sono mai davvero finite. Migrano, al limite, da un punto all’altro dello Stivale; ed i danni li paga la collettività”. “ Il modello Rom , senza impianti alternativi si potrà forse superare solo tornando a nascondere i rifiuti sotto qualche tappet . Possibilmente all’ester “.

Non tutti, per motivi anagrafici, possono ricordare l’emergenza rifiuti in Campania che dalla fine degli anni novanta si andò sempre più aggravando fino al 2009. La Penisola sorrentina non fu estranea a questa crisi ed i vari Sindaci dell’epoca dovettero adattarsi a misure emergenziali (a Massa Lubrense, per esempio, si dovette utilizzare il campo sportivo come area di raccolta provvisoria e l’amministrazione comunale di Sorrento occupò il piazzale dell’eliporto al monte Tore) per evitare danni alla salute e soprattutto danni alla principale attività economica. L’epicentro della crisi fu Napoli e tutta l’area stabiese –Vesuviana e comunque interessò quasi tutta la Regione.
Visioni ideologiche e preconcette, convincimenti faziosi senza il minimo conforto di esperienze dirette e similari, posizioni politiche che non badavano all’interesse comune e controproducenti sia dal punto di vista ambientale che economico favorirono la criminalità organizzata, l’evasione fiscale per il giro di affari enorme favorito dallo smaltimento abusivo di gran parte dei rifiuti, l’inquinamento delle falde acquifere causato dalle tante mini discariche sparse su tutto il territorio, i roghi inquinanti, la presenza di animali sgraditi nei luoghi dove si scaricava di nascosto e dove si dovevano ammassare in qualche maniere i rifiuti per toglierli dalle strade cittadine e dalle scuole, ospedali ed edifici pubblici. Con l’aggravante di una “bolletta” a carico delle famiglie e delle imprese che cresceva di anno in anno fino a raggiungere le assurde dimensioni di quelle attuali, pagando per di più un servizio inesistente, ed un tracollo dei bilanci degli enti pubblici per il costo del trasporto di tutta la “munnezza“ fuori regione ed all’estero.

Termovalorizzatore di Acerra

Era il 26 marzo del 2009, un giovedì, quando l’allora premier Berlusconi, come al solito riempito di insulti, accompagnato dal capo della Protezione civile, il medico Guido Bertolaso, consegnò la struttura del termovalorizzatore di Acerra all’azienda A2A che attivò il funzionamento ed in pochi mesi tutta la situazione ritornò quasi alla normalità grazie anche all’avvio della raccolta differenziata ed ad una filiera di impianti messi in funzione per lo smaltimento dei rifiuti in Campania. Per poter giungere a questo risultato tutta l’area fu militarizzata. Oggi il paventato mostro tratta e distrugge il 40 per cento di tutti i rifiuti indifferenziati prodotti in Campania ed è comunque insufficiente visto che ne restano ancora 900mila tonnellate che ogni anno vanno all’estero o nelle discariche di altre regioni. Tutti costi aggiuntivi prelevati dalle tasche dei cittadini che sono, come al solito, le vere  “vittime“ di questa politica pregiudiziale e irrealistica. Intanto produce anche il fabbisogno energetico per 200mila famiglie. L’attuale Presidente della Regione ne ha chiesto un altro per poter meglio far fronte alle future esigenze ed abbattere i costi della TARI. Ma stavolta non ha usato il bazooka, anzi è stato molto timido. Evidente sente ancora resistenze negli ambienti politici da cui deriva e da cui è circondato. Infatti la Città metropolitana di Napoli già nel 2019 ha bandito alcune gare per l’esportazione nei Paesi del nord Europa di 70-75mila tonnellate di rifiuti. Considerato che si utilizzeranno grosse navi e che ognuna non può trasportare più di 3.000tonnellate serviranno tra le 25 e le 30 navi per portare altrove i rifiuti. Oltre al costo aggiuntivo per i contribuenti determina un ulteriore inquinamento per i lunghi viaggi delle navi “monnezzare“. Inoltre gli inceneritori olandesi, norvegesi, danesi incasseranno soldi e produrranno energia per il loro ospedali, le loro scuole, i loro impianti di pubblica illuminazione. Ritornando al voto di Roma, ora il pallino è nelle mani del nuovo Presidente. Sarà capace di costituire un asse il con Sindaco Gualtieri e realizzare il termovalorizzatore che salverebbe la nostra bella Capitale? Intanto Acerra ha accolto dal 4 ottobre fino al 31 dicembre del 2021 150 tonnellate di rifiuti romani alleviando leggermente il sistema di raccolta dell‘Urbe ma la cosa non è stata gradita al sindaco ed anche a molti esponenti politici regionali. Prevarrà ancora l’illusione dei “ rifiuti zero” ? Molti di quelli che la sostenevano stanno cambiando idea , lo stesso Beppe Grillo ha sostenuto recentemente che la politica deve “realizzare più impianti di smaltimento” ed è stato duramente attaccato. Anche il Foglio ci è andato giù duro accusando che certi pentimenti sono poco accettabili visto “che vengono da chi ha contribuito a sprecare anni e milioni di euro in dibattiti senza senso. Avanti il prossimo“.
La nostra testa è rotonda per permettere ai pensieri di cambiare direzione“ Francis Picabia – Pittore e scrittore francese 1879-1953.

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