Italia,  Sorrento

A proposito di turismo e di overtourism facciamo i conti con una realtà complicata da cambiare…in meglio

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di Luigi Poi

Sono stati due anni di preoccupazione e difficoltà per il turismo e tutta la catena produttiva che gli gira intorno. Il 2022 è stato l’anno della ripresa, qualcuno lo ha esageratamente definito della riscossa; certo è che si è ripreso a viaggiare in tutto il mondo e per l’Italia è musica. Le sue ricchezze e meraviglie culturali, monumentali, archeologiche, museali, ambientali, gastronomiche continuano a fare la differenza confermandola ai primi posti tra le mete preferite dai turisti internazionali con l’aggiunta che anche il turismo interno si è rafforzato. Si riconferma una immagine vincente del Made in Italy, in tutte le sue espressioni, che trova la sua migliore sintesi nella esclamazione (al ritorno da un lungo viaggio in Italia) della scrittrice inglese Frances Fanny Burney: “I viaggi rovinano ogni felicità. Non si può guardare un edificio qui dopo aver visto l’Italia!“.
Grande soddisfazione per aver piazzato ai vertici delle preferenze nel giudizio dei viaggiatori della più grande e frequentata piattaforma mondiale una cittadina italiana per di più del Sud. Questo riconoscimento oltre al prestigio dell’apice nel medagliere impone alcune riflessioni sia di carattere generale su come sono i cambiati i gusti e la metodologia della scelta dei luoghi da visitare sia sul piano locale per capire meglio quali modelli di riferimento da seguire per dare più luce e più continuità alla nostra (Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana) vocazione dell’ospitalità. Anche se è meglio anticipare subito che ripetere il solito ritornello delle nostre carenze e criticità è diventato stucchevole ed avvilente anche perché “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire .

Politicainpenisola” ha già dedicato un articolo alla delusione per la palese incapacità a coagulare le forze e le risorse amministrative nell’ “Unione dei sei Comuni”.  Ad oggi possiamo essere sicuri al cento per cento che il fenomeno definito “overtourism” cioè quello del sovraffollamento delle mete turistiche come a Sorrento e dintorni, farà di nuovo da padrone con tutti i suoi corollari dal disagio delle popolazioni locali alla paralisi del traffico, dal rischio di devastazione della natura alla cancellazione delle tradizioni più genuine, dall’inquinamento atmosferico alla dissipazione del senso dell’ospitalità, dalla gastronomia  “mordi e fuggi” ai problemi di sicurezza nelle ore serali e notturne, dall’aumento dei rifiuti alla scomparsa dei piccoli negozi e delle botteghe artigiane. “Nessuno può fischiettare una sinfonia. Ci vuole un’intera orchestra per riprodurla” (Halford Edward Luccock, ministro metodista statunitense – 1885-1960). Senza ombra di dubbio solo l’unione dei comuni avrebbe ancora un senso e darebbe ancora una speranza per soluzioni sostanziose e durature e non di facciata e clientelari. Anzi essa sarebbe un buon alibi per un eventuale politica restrittiva in materia di viabilità (divieti di sosta, sensi unici, parcheggi strategici) ed anche un buona difesa contro il conservatorismo ideologico di chi ancora si oppone alla realizzazione ed all’utilizzo di strutture moderne, non inquinanti, alternative alle “strade” ed al trasporto su gomma in generale. Ma tant’è! Finchè la barca va……….

Vito Carrieri, il sindaco di Polignano a Mare, la località turistica pugliese premiata come la più accogliente al mondo da “Traveller review Award di Booking .com” ha ben colto i motivi che hanno determinato questo straordinario successo e questa, sicuramente non attesa, fama internazionale. Col petto gonfio di giustificato orgoglio ha ringraziato i viaggiatori che hanno premiato la sua cittadina ed ha sviscerato, ad uno ad uno, quelli che secondo lui ed i suoi collaboratori sono stati i punti di forza di questa affermazione: “– attitudine naturale della nostra popolazione all’accoglienza ed alla ospitalità; – meraviglie paesaggistiche, tradizioni (evidentemente ben conservate!); – eventi culturali; – enogastronomia di qualità con prodotti tipici del nostro territorio; – passione, sacrifici e competenze degli operatori ed addetti al settore”.
Qualcosa di più dettagliato e professionale è stato aggiunto dal vice Presidente di Booking.com che ha spiegato che alle decine di milioni di partners (la classifica è stata stilata sulla base del giudizio di quasi 240milioni di viaggiatori) sono stati richiesti anche pareri sugli aspetti di solito considerati minori ed erroneamente considerati poco influenti come l’attenzione e l’educazione del personale addetto al check-in, la consulenza ed i consigli per meglio esplorare il territorio ed i monumenti, la dimostrazione di benvenuti di tutta la filiera che un turista utilizza; “che si tratti di un saluto amichevole da parte di un tassista in aeroporto, di suggerimenti utili come guidare forniti dallo staff dell’autonoleggio o di un messaggio cordiale che dà il benvenuto in camera”; insomma tutto ciò che fa la differenza e contribuisce a rendere il ricordo di un viaggio ancora più speciale. In effetti se ci pensiamo bene sia gli ingredienti vantati dal Sindaco sia quelli evidenziati dal dirigente di Booking sono semplici ma essenziali, spesso sottovalutati da chi ospita ma invece ritenuti determinanti da chi viaggia.

Una veloce osservazione potrebbe essere che Polignano a Mare ha incominciato a vivere di boom turistico da pochi anni e quindi l’entusiasmo e le piacevoli manifestazioni di benvenuto sono naturali e comprensibili. La popolazione è evidentemente ancora in sintonia e sicuramente c’è osmosi tra chi vive di turismo e di chi ne potrebbe anche fare a meno. E inoltre l’ambiente, la bellezza dei luoghi, la genuinità della cucina, sono stati preservati al meglio possibile. Fare business con il sorriso e non sfruttando solo il momento ma guardando al futuro ammiccando con simpatia umana e con educazione e valorizzando al massimo sia le risorse ambientali e monumentali sia il proprio patrimonio gastronomico. Per di più la cittadina (poco più di 17.000 abitanti) è facilmente raggiungibile, dall’aeroporto di Bari in una mezzoretta sia via treno che con macchine o autobus, ed ha diversi accessi. Non si può non osservare che soprattutto quest’ultima qualità è quella che manca sia alla Penisola Sorrentina sia alla Costiera Amalfitana che in fatto di bellezze naturali, ambientali e gastronomiche non sono da meno, anche se è stato impietosamente colpito il paesaggio trasformando spesso i terrazzamenti di agrumi e di olivi in cubature di cemento ed ora assaltando i boschi, i nocelleti ed i castagneti collinari e trasformando addirittura i meleti sopravissuti in discariche autorizzate. Incapaci perfino di mantenere viva e vegeta un dono naturale come la grande pineta del Monte Tore.

Le criticità di Sorrento e dintorni sono note a tutti, sono storiche ed alcune di esse irrisolvibili come la viabilità in entrata ed uscita con la conseguente disastrosa ed inquinante mobilità interna ai sei comuni. Miglioramenti potrebbero solo arrivare dal trasporto via mare ed utilizzando in modo moderno ed efficiente i binari della circumvesuviana. Campa Cavallo che l’erba cresce! Prepariamoci ad un’altra estate infernale, anche per i mal capitati turisti, se le targhe alterne sono il solo risultato che le amministrazioni dei sei comuni pare siano riusciti a portare a cas , cioè quasi niente. Provvedimento che doveva essere accompagnato da una diversa politica di divieti di sosta, sensi unici, parcheggi, funivie e funicolari, scale mobili ed ascensori. Si finirà con inasprire ancor di più il confronto tra chi usa i turisti come nettare per sopravvivere e chi invece vorrebbe godersi al meglio e senza inquinanti condizionamenti ambientali la propria terra.

Nec tecum nec sine tecum vivere possum“ scriveva Ovidio, ancor meglio “croce e delizia” il connubio melodrammatico fatto cantare nella Traviata dal Maestro Verdi, entrambe le espressioni riferite al sentimento dell’amore ma che potrebbero ben adattarsi ai sentimenti verso l’overtourism di parte della popolazione sorrentina. Una pena legata al benessere, un connubio agrodolce che per l’eccesso dell’offerta di posti letto per turisti e la conseguente mancanza di abitazioni per i locali può diventare una situazione esplosiva.
Intanto anche il turismo cambia velocemente, le piattaforme e i portali digitali la fanno da padroni, tanto che Booking da sola celebra l’incredibile cifra di un miliardo di clienti in giro per tutto il mondo. L’industria artigianale e romantica dei viaggi in comitiva, dei gruppi organizzati ha lasciato definitivamente il posto a questi giganti della vendita di vacanze ed i giudizi e le valutazioni del soggiorno vengono resi pubblici e messi alla portata di chiunque. L’Italia resta una delle protagoniste anche se la concorrenza si rafforza di anno in anno. Del milione duecentosessantamila premi assegnati (inclusi noleggi e tassisti) a noi ne sono arrivati 162.272 , la Spagna ci insegue con 93.130, sul podio riesce a salire anche la Francia con i suoi 89.186. Cambiano i gusti, infatti gli appartamenti sono la categoria di alloggi più premiata e più utilizzata, seguono gli alberghi, le case vacanze ed i BB. Gli elementi della vacanza più discussi e più giudicati sono il personale, la pulizia, la posizione e la sensazione di una partecipata ospitalità. Assumono rilievo alcune posizioni lavorative e figure professionali in passato considerate di secondo piano ma che ora sono fondamentali come i trasporti privati sia nella forma del noleggio con o senza autisti, dei NCC di lusso e Tassisti.

Tanto che a queste categorie  “Traveller Review Award“ ha riservato premi. Infatti sono 1.628 i punti di noleggio auto riconosciuti impeccabili. La Spagna, in questo settore, si è rifatta scalzandoci dalla prima posizione con 220 premi assegnati, a noi ne sono toccati 177 e la Francia sempre terza con 141. A tutta questa enorme massa di recensori e di “giudici “non è sfuggita la bontà della cucina Italiana, specie nella sua tradizione di dieta mediterranea e la qualità dei prodotti dell’arte casearia e dei prodotti enogastronomici in generale. Tra l’altro è appena stata battuta la notizia dei buoni risultati, anzi ottimi, marcati dalla esportazione dei nostri formaggi (circa 20 miliardi di export nel 2022, tutto l’ export agroalimentare tricolore ,secondo una analisi delle Coldiretti, supera i sessantamiliardi nonostante le sfacciate e protette imitazioni ed i tanti falsi sbattuti sul mercato con pseudo indicazioni in italiano) che seguendo il buon esempio delle bollicine e del vino Italiano, ha scavalcato quella Francese (aspettiamoci altre mazzate dalla potente ed odiosa burocrazia EU Franco-Tedesca!).

Un vero e proprio boom è stato conseguito dalla mozzarella di bufala campana, diventata una star del Made in Italy, se ne esporta quasi il 40% della produzione ed è particolarmente gradita dagli Inglesi, dai Tedeschi, Spagnoli e Francesi. Non da meno i Giapponesi che da già da alcuni anni hanno rivolto la loro attenzione verso questa prelibatezza. Successo a cui il turismo da un solido contributo in uno con la massiccia presenza di ristoranti e pizzerie italiane in tutto il mondo. Il legame tra la gastronomia e il turismo è dimostrato dalla Campania, che aldilà delle tante inefficienze in materia di trasporti e gestione di servizi pubblici, con il recupero di buona parte del suo patrimonio culturali e con la gastronomia ed i prodotti ad essa legata mantiene una buona posizione tra le regioni italiane più accoglienti e visitate, dove fa la parte del leone il Trentino alto Adige, occupando la quinta posizione.
Sono dati e notizie che si prestano a varie valutazioni ed analisi, quello che è certo ed inconfutabile che tenere le posizioni diventa sempre più impegnativo e che i tanti lacci e laccioli e decisione dubbie se non addirittura sbagliate a tutti i livelli non devono più frenare lo sviluppo di questi settori che sono salutari, determinanti e producono tanto indotto e tanti posti di lavoro non parassitari.

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