Un’analisi del voto politico in Penisola Sorrentina
di Luigi Poi
Gli elettori dei sei comuni della Penisola Sorrentina hanno espresso il loro voto in modo quasi uniforme tenendo conto della candidatura della signora Biancamaria Balzano nel Comune di Meta che chiaramente ha influenzato con la presenza di una concittadina la scelta elettorale.
L’astensionismo è stato superiore alla media nazionale di 13-14 punti, ma in linea con quella del collegio di appartenenza (uninominale Campania 1-UO7) che ha determinato l’elezione di due candidati, lo sportivo, attore e sceneggiatore Gaetano Amato per i 5 stelle e la “figlia d’arte” Annarita Patriarca, consigliere regionale e già Sindaco di Gragnano. Rimane fuori un volto noto della TV di stato e dei programmi politici di Santoro, Sandro Ruotolo. A Sorrento ha votato il 52,7% degli elettori contro una media del 50,6% del collegio. Massa Lubrense con il 48% registra la minore partecipazione.
Complessivamente una diminuzione di votanti di circa il 14% rispetto alle ultime elezioni non lontana da quella di tutti gli altri comuni italiani, ma in armonia con quelli del Sud dove pioggia e disillusione hanno tenuto lontano dai seggi quasi la metà dei cittadini con diritto al voto. E, se dobbiamo essere sinceri fino in fondo, la mancanza del voto di scambio; purtroppo in molte aree del Sud i partiti tradizionali erano il vero ufficio di collocamento. Infatti ha retto lo zoccolo duro del reddito di cittadinanza che “ha avuto un effetto di traino per l’exploit del M5S che si è affermato come primo partito in tutte le regioni del Sud“ (Il Sole 24 ore).
Se non è voto di scambio dato la sua generalità certamente è un segnale di disagio economico (al Sud i beneficiari superano gli 1,7 milioni di persone sui circa 2,5 milioni di percettori in tutta Italia con una media di circa 650,00 euro a testa).
Inutile tentare paragoni con le passate elezioni sia per le diverse composizioni degli schieramenti sia per la eccessiva estensione dei collegi.
Dunque, quali riflessioni possiamo obiettivamente permetterci sull’esito di elezioni che molti con la solita enfasi ed esagerazione hanno definite storiche in quanto hanno determinato una maggioranza netta e sufficiente per garantire 5 anni di governo con uomini e partiti scelti liberamente e democraticamente dal popolo Italiano?
Forse è più corretto affermare che “storica” è la situazione in cui ci siamo trovati per andare a votare: guerra in corso a poche centinaia di chilometri dai nostri confini Nord (Milano dista da Leopoli, la capitale dl nazionalismo Ucraino, 1.210km), sofferenza morale ed economica per aver affrontato una pandemia di notevole impatto, crisi energetica in corso che sta facendo saltare i conti di molte aziende ed imprese di tutte le dimensioni e che mette a rischio la stessa capacità di spesa e di sopravvivenza di molte famiglie, ripresa massiccia del fenomeno immigratorio sia dall’Est (non solo dalla sventurata Ucraina) e dalle sponde africane. Ma restringiamo questa breve analisi alla nostra bella Penisola.
Come già scritto l’astensionismo è il dato più rilevante anche nella Terra delle Sirene, leggermente superiore alla media della provincia di Napoli (50,81%) ma comunque lontano dal 60%, solo Meta ha raggiunto uno striminzito 58,29% per i motivi già esposti. Tanto per fare un esempio nella passata tornata elettorale del 2018 a Piano di Sorrento votò il 72,53% degli aventi diritto.
Il Movimento 5 Stelle realizza un buon risultato (22,19%), sorprendente considerato che il reddito di cittadinanza non è uno strumento utilizzato in modo massiccio come a Scampia o Ponticelli e forse dovuto alla stanchezza degli elettori di ritrovarsi sempre le solite facce e famiglie a fare il bello ed il cattivo tempo.
Primeggia con uno scarso 35,67% il centro destra, poca cosa se si pensa che la Penisola ha scarsa presenza di elettori economicamente dipendenti dall’apparato statale ed invece un gran numero di partite IVA. Evidentemente non è ben rappresentato!
Buona la tenuta della sinistra che segna un ottimo 25,30% in linea con la tradizione storica, se non meglio, e comunque superiore alla media nazionale. Il Centro del duo Calenda –Renzi, almeno da Massa a Vico, supera l’agognato 10% e si assesta al 12,91%. Successo trainato dalla consigliere comunale di Meta che nel suo comune raggiunge la percentuale del 27,2%.
Vico Equense è il comune più a destra (42,1%) seguito a ruota da Massa con il 39,1%, Meta quello più a sinistra.
Non esaminiamo altri dati in quanto la parte più significativa è quella che viene fuori dal risultato dell’Uninominale e quindi non vale la pena di sviscerare altri numeri.
Gaetano Amato siederà sui banchi della opposizione mentre Annarita Patriarca su quelli di maggioranza e vista la sua esperienza politica potrebbe aspirare ad un sottosegretariato, molto difficile perché la Meloni vuole guardare bene ogni curriculum e i pretendenti sono tanti. Entrambi conoscono bene la Penisola e tutti i suoi arcaici problemi, lo hanno anche dichiarato in qualche intervista. Alcuni di questi problemi come mobilità e migliore vivibilità dei centri abitati possono essere risolti solo con grossi investimenti e con la modifica e le semplificazioni delle regole di appalti e gestione di opere pubbliche.
Inutile nascondercelo, siamo di fronte ad una impresa titanica per un Paese che deve rispettare più di settantamila leggi, codicilli, comma e regolamenti:
- 46mila decreti del Presidente della repubblica
- 13mila leggi ordinarie
- 7.736 regi decreti ancora in vigore
- 2.042 decreti legislativi
- circa 2000 decreti .
Aggiungendo la legislazione regionale, al 2018 vigevano 111mila leggi da rispettare (secondo Associazione Giuridica Italiana). In Francia, invece, sono 7.000, in Germania 5.500, nel Regno Unito 3.000 – dati ufficio studio delle CGIA, aprile 2020. Tutto questo rallenta il funzionamento della macchina dello stato, blocca ed avvilisce lo spirito di impresa, favorisce il lento e cattivo funzionamento della giustizia, consiglia agli imprenditori che hanno bisogno di tempi autorizzativi certi e brevi di andare ad investire in Romania, Serbia o Cina, aumenta il costo della pubblica amministrazione e di riflesso quello delle imposte e tasse.
“E’ una delle caratteristiche della nostra democrazia il correre ciecamente alle riforme. Si chiede una riforma…e questa non fa in tempo ad essere votata che ci se ne allontana, si corre ad una altra “ Aristide Briand.
Da questa prigionia normativa si è cercato in più occasioni di liberarsi ma spesso il risultato è stato pari a zero. Certamente non possiamo chiedere agli onorevoli Patriarca ed Amato di fare miracoli in quella bolgia che è il transatlantico di Palazzo Montecitorio o in quel Emiciclo, vero capolavoro di stile liberty, sede di “lobbies”, prestigiatori ed alchimisti ma possiamo almeno fare auspici che se c’è qualche battaglia da fare in favore dell’area Stabiese e Sorrentina si metta in essere una fattiva collaborazione.
“L’arte della politica è fare in modo che sia nell’interesse di ciascuno l’essere virtuosi” C. A. Helvetius.