Terzo mandato per i sindaci: ora quelle poltrone fanno gola ai parlamentari uscenti non ricandidati
Sul terzo mandato consecutivo per i Sindaci dei Comuni con popolazione superiore ai 5000 abitanti e fino a 15mila l’Anci è ancora impegnata a sostenere la modifica di legge che ha già reso possibile dal 2021 la ricandidatura a sindaco per la terza volta consecutiva nei comuni fino a 5mila abitanti per i quali sono state previste anche alcune semplificazioni burocratiche inerenti la gestione finanziaria dell’ente. Fino a questo momento tra iniziative dell’Anci e orientamento delle forze politiche, anche in sede di Commissioni parlamentari, la prospettiva di un ampliamento al terzo mandato anche per i sindaci dei comuni fino a 15mila abitanti sembra concreta anche se l’imminente appuntamento con le elezioni politiche della primavera 2023 potrebbe far slittare la decisione.
In effetti con l’avvenuta riduzione del numero dei parlamentari nelle due Camere ci sono circa 350 poltrone in meno disponibili, circostanza che sta condizionando sotto tutti i punti di vista sia la legislatura, sia le prospettive di quanti rischiano di trovarsi fuori da tutti i giochi e senza posti istituzionali da poter occupare. Si sta così facendo strada l’idea nei Parlamentari in uscita di candidarsi alle amministrative per essere eletti sindaci nelle loro città. Una prospettiva che, grazie anche al sostanzioso aumento delle indennità per i sindaci, assessori e presidenti del consessi civici (già operativa e che andrà a pieno regime entro il 2024), diventa allettante perchè equiparate alle retribuzioni degli amministratori regionali. Insomma un’alternativa concreta per restare nel grande circo della politica conservando ruoli di prestigio e consistenti gratifiche economiche.
Quindi tra la prossima tornata amministrativa 2022 e quella 2023 le poltrone di sindaco disponibili fanno gola a questo personale politico parlamentare alla ricerca di ricollocazione per cui introdurre la possibilità del terzo mandato potrebbe significare sbarrarsi la strada in quelle realtà dove i primi cittadini che si avviano a concludere il doppio mandato si ritroverebbero nella possibilità di restare in gioco e quindi di ricandidarsi. Insomma almeno per un anno è difficile che si deroghi al divieto vigente e prepariamoci ad assistere alla “transumanza elettorale” dal centro al territorio.