Vincenzo Iaccarino: la mia sconfitta dovuta ai “tradimenti”
Sul settimanale Agorà di sabato 9 ottobre 2021 l’ex sindaco Vincenzo Iaccarino ha commentato l’esito delle elezioni che l’hanno visto sconfitto dall’avversario Salvatore Cappiello, oggi sindaco di Piano di Sorrento. Riportiamo le sue dichiarazioni perchè danno una lettura più chiara, ma forse ancora incompleta, di quanto accaduto.
“Commentare l’esito di una consultazione elettorale è un esercizio che richiederebbe tempo e spazio che, ovviamente, non sono quelli di un articolo di stampa. L’approfondimento va fatto per tante ragioni, perché questo voto è stato condizionato da troppi fattori e da una narrazione ipocrita di quelli che sono stati i miei cinque anni da sindaco. Io e la mia squadra abbiamo cercato di valorizzare il lavoro fatto, quello in corso e quello che verrà nei mesi a venire per l’eredità che abbiamo lasciato, un ragionamento che necessariamente si contestualizzava nella straordinarietà del momento che abbiamo attraversato e che abbiamo gestito. Mi riferisco ovviamente alla pandemia! Tutto questo, cioè il lavoro fatto e quello che abbiamo costruito non è stato preso in considerazione dalla maggioranza del corpo elettorale che ha votato ispirandosi a tutt’altri fattori, slegati dall’azione amministrativa e questo non può che indurre a ulteriori riflessioni che avremo il tempo di fare per capire dove va oggi Piano di Sorrento guidata dall’Amministrazione di Salvatore Cappiello.
Ho ricevuto e continuo a ricevere tantissime attestazioni di affetto, di stima… ringraziamenti per quello che ho fatto e anche critiche per non essermi difeso da chi mi ha voltato le spalle senza un’apparente, valida ragione. Anche su questo voglio brevemente rispondere, a bocce ferme, perché in campagna elettorale, come si è visto, non ho mai speculato politicamente su chi ha fatto scelte che mi hanno fortemente indebolito sul piano elettorale, scelte immotivate sul piano amministrativo e dettate da situazioni, rapporti e interessi personali che hanno prevalso sulla coerenza del percorso di questi cinque anni. Dobbiamo leggere attentamente quello che è avvenuto non solo alla vigilia delle elezioni, ma anche molto prima. Se vogliamo parlare di “tradimenti” questi sono iniziati dopo un anno dal mio insediamento. Il PD che nel 2016 non ebbe la forza di presentare una propria lista entrò nella mia solo per non restare fuori dalla partita elettorale e il rapporto con loro si è dimostrato subito conflittuale tanto che Antonio D’Aniello, venendo meno al mandato popolare, passò subito all’opposizione e per quattro anni ha cercato in tutti i modi di contrastare l’azione di governo, me in particolare, e non ha avuto neanche il coraggio di ricandidarsi!
Il secondo a scendere dal tram è stato Costantino Russo, dopo due anni, addirittura dimettendosi perché a suo dire stanco della politica e dell’impegno amministrativo. A nessuno ho mai sbattuto la porta in faccia, sono stato sempre disponibile e anche lui ha riscoperto la voglia di ritornare in comune schierandosi contro di me. Infine Marco D’Esposito e Rossella Russo che dovrebbero raccontare la verità su questi cinque anni e cioè se non hanno avuto la massima libertà d’azione piuttosto che far parlare di autoritarismo del sindaco! Anche voi l’avete sempre scritto che al momento decisivo non si sarebbero ricandidati con me. Io però ho creduto alle loro rassicurazioni, ho dato credito a quello che dicevano perché non vedevo la ragione di un cambiamento di fronte non suffragato da contrasti o diverse posizioni assunte in corso di mandato. Mai come prima questa maggioranza, nonostante i problemi di cui ho accennato, è andata d’accordo senza mortificare ambizioni, progetti e iniziative di chicchesia. Questo nessuno lo racconta, ma è la verità scritta negli atti e nelle cronache di questi anni. Quindi il ritorno della vecchia guardia si è potuto realizzare non in virtù di presunti, antichi meriti conquistati sul campo e di cui c’era nostalgia nel paese, ma grazie al complotto ordito alle mie spalle e con la complicità di chi si è comunque prestato al gioco per sbalzarci di sella!
Basta fare la conta dei voti che mancano per avere conferme di quanto ho detto! Ci sono molte altre considerazioni da fare, alcune anche più concrete e che riguardano scelte amministrative importantissime per il futuro del Paese che, evidentemente, avevano timore che fosse la mia amministrazione a doverle fare. Mi riferisco per esempio al PUC su cui gli interessi in campo sono tanti e variegati. Ma non solo questo. Ho lasciato un Comune in salute, progetti approvati, finanziamenti recuperati e richiesti, opere avviate, ci vuole davvero poco a portarle a conclusione! Dall’opposizione faremo la nostra parte vigilando sulla correttezza e sulla coerenza dell’azione amministrativa perché siamo animati da amore per il Paese e stare all’opposizione, non per scelta ma per conseguenza del risultato delle elezioni, significa amministrare da un’angolazione diversa, ma facendo sempre gli interessi della città che, a prescindere, vengono prima di tutto. Saremo vigili e severi all’occorrenza, mai mossi da pregiudizio perché la politica la facciamo per passione”.
PinP: I conti cui fa riferimento Iaccarino sono presto fatti. La lista di Cappiello (Fortemente Piano) ha ottenuto 4227 voti e quella di Iaccarino (Piano nel Cuore) ne ha ottenuti 3175. Rossella Russo, la super votata delle elezioni 2016 (1255 voti di preferenza) non si è ricandidata, ma ha sostenuto la candidatura di Antonella Arnese nella lista di Cappiello la quale ha ottenuto 597 voti, un exploit dovuto oggettivamente alla Russo che, nel caso fosse stata candidata in prima persona, avrebbe ottenuto un risultato anche migliore. Se la Russo avesse proseguito l’esperienza candidandosi con Iaccarino e avesse ottenuto anche soltanto i 597 voti che sono andati alla Arnese, il risultato delle elezioni sarebbe stato capovolto: 3630 voti alla lista di Cappiello e 3772 voti alla lista di Iaccarino che sarebbe stato riconfermato sindaco. Quindi la Russo è stata determinante per la vittoria dell’uno e la sconfitta dell’altro. Ultimo dato, non irrilevante, riguarda i comportamenti assunti dai consiglieri uscenti di minoranza che, indubbiamente, hanno avuto anch’essi un peso rilevante nel risultato finale. Antonio D’Aniello (PD) e Salvatore Mare (M5S), il primo eletto nel 2016 nella lista di Iaccarino e non ricandidatosi ma sceso in campo a sostegno di Cappiello, il secondo transitato dal Movimento alla civica delle “vecchie glorie” risultando ultimo dei non eletti con 80 voti. Infine Michele Maresca, il “big” dell’opposizione in termini di voti (441 preferenze nel 2016) con Monia Cilento (184) e Serena Irolla (123) letteralmente scomparsi dalla scena amministrativa hanno probabilmente alimentata la terza forza in campo, quella dell’astensione (3640 non votanti sul totale di 11.190 elettori) favorendo ulteriormente la compagine di Cappiello.