Non è stata soltanto la
giornata delle donne, ma anche degli
uomini che civilmente hanno chiesto al
Capo del Governo e al suo
entourage di sottoporsi al giudizio del “
popolo sovrano” quello costantemente invocato dal
Premier e da lui soltanto riconosciuto quale giudice supremo circa il proprio operato, pubblico e privato. E il
Paese gli ha risposto di
si…
Andiamo alle urne per verificare col voto se esiste ancora quell’Italia che sostiene Berlusconi…nonostante tutto.
Lo stesso ha detto
Gianfranco Fini, presidente della Camera dei Deputati e del nuovo partito del centro-destra italiano, il
FLI, con la precisazione:
dimettiamoci insieme rimettendoci al giudizio degli elettori.
Casini lo ripete da giorni…non resta che andare alle urne.
Di Pietro l’ha detto da tempo e
Peppe Grillo, qualche giorno fa, è stato cinico nell’invocare il giudizio del popolo su questo ceto politico berlusconiano. Più timidi a sinistra, nel
PD, dove forse si teme la disfatta, mentre
Vendola si dichiara, e sicuramente lo è, pronto per un civile confronto democratico. Gli
industriali pensano che,
sic stantis rebus, non ci sia alternativa alle elezioni anticipate, idea condivisa dal sistema Italia che non condivide più questa situazione paradossale per la
7° potenza più industrializzata del mondo. Solo
Berlusconi e i
suoi resistono…Invocano il popolo, ma ne temono il giudizio, cioè il voto e quindi continuano nell’assalto alle istituzioni repubblicane, minacciano il
Capo dello Stato e non fanno che peggiorare la loro situazione esponendo sè stessi e il Paese a un rischio molto serio per gli interessi democratici. La civile opposizione che oggi ha preso tante forme nelle piazze italiane dovrebbe indurre il
Premier e chi, nella sua cerchia ancora nutre il privilegio di un libero pensiero, a fare il grande passo prima che il gioco gli sfugga pericolosamente di mano. Non è accendendo nuovi conflitti e incendiando il Paese con la forza dei media sotto controllo che Berlusconi potrà salvare sè stesso. Abbia il coraggio di presentarsi dai
giudici e di
render conto del proprio operato di uomo, di imprenditore e di governante, come chiunque altro è tenuto a fare. Non invochi
leggi speciali,
non massacri le istituzioni e non strumentalizzi oltre il dibattito politico-culturale italiano! Ormai è opinione largamente diffusa, anche nella stretta cerchia dei suoi
sodali, che la situazione sia davvero insostenibile, anche per questo
ricchissimo signore che pensava di poter asservire, mallevadore il potere e il denaro di cui dispone, le istituzioni repubblicane al proprio volere. Se così fosse l’Italia sarebbe una democrazia fragile…Invece nel
150 anniversario dell’Unità nazionale il
Paese è forse pronto a chiedere conto a
Berlusconi del proprio operato, indipendentemente dalla
Magistratura e dalle tante inchieste che lo vedono coinvolto, a torto o a ragione! Si presenti quindi agli elettori e il
Popolo deciderà nel rispetto delle regole democratiche. Tutto il resto serve a poco o a nulla e l’opposizione si prepari allo scontro finale che determinerà le sorti illustre e progressive del Belpaese.