Dal PD partenopeo “cartellino rosso” a Peppe Tito: sospeso per due anni reo di aver sostenuto De Magistris
Per Giuseppe Tito, sindaco di Meta e consigliere della Città Metropolitana di Napoli, è arrivato il cartellino rosso del PD napoletano (Commissione di Garanzia) che gli ha inflitto una sospensione di due anni dal partito per aver disatteso la decisione del PD di ritirare il sostegno a Luigi de Magistris sindaco metropolitano e conservando il suo ruolo nell’esecutivo con importanti deleghe. Nel prossimo autunno con le elezioni amministrative di Napoli cambierà anche il sindaco metropolitano (ruolo ricoperto di diritto dal primo cittadino di Napoli) e bisognerà quindi rieleggere l’assemblea metropolitana chiamando al voto gli eletti di tutti i civici consessi della provincia di Napoli.
Una partita elettorale di secondo livello giocata tutta dall’establishment politico-amministrativo e che nella consiliatura che si avvia a conclusione aveva visto Tito risultare eletto nella lista PD grazie però al sostegno assicuratogli da gran parte degli amministratori peninsulari oltre che da qualche “grande elettore” dei comuni dove il valore del voto (che ha un peso diverso a seconda della rappresentatività attribuita per legge all’ente) gli ha consentito di fare la differenza e di essere eletto. Nella futura lista metropolitana e in qualunque altra competizione elettorale dei prossimi due anni Tito non potrà candidarsi in quota PD ritrovandosi così sbarrata la strada anche a un’eventuale candidatura alle elezioni politiche che, tra il 2022-23, comunque si dovranno svolgere.
Tito sin dall’inizio ha motivato la sua scelta di non voler seguire, come hanno fatto i suoi colleghi, la decisione del PD di ritirare fiducia e il sostegno a de Magistris in quanto eletto con un sostegno trasversale a varie forze politiche in cui si identificano gli elettori-consiglieri dei comuni peninsulari che hanno fatto squadra al di là di logiche di appartenenza pur di eleggere un rappresentante della Penisola Sorrentina in consiglio metropolitano. I risultati di questa scelta evidentemente non sono mancati in termini di attenzione e di finanziamenti che la Città Metropolitana ha riconosciuto ai comuni peninsulari.
E’ di qualche giorno fa la notizia di un nuovo rinvio in autunno del processo in corso a Torre Annunziata che vede tra gli altri imputati anche il sindaco Giuseppe Tito per vicende amministrative per le quali incombe però la prescrizione. Insomma non un buon momento per l’uomo più rappresentativo del PD peninsulare giunto forse all’epilogo della sua storia politica nel partito!