Matteo Salvini a processo: è cosa buona e giusta!
Il rinvio a giudizio per Matteo Salvini è “cosa buona e giusta” per due ragioni: 1) perchè la Magistratura non si è lasciata intimidire dal leader leghista e dalla sua tracotanza ostentata in modo indecente per puro interesse elettorale; 2) perchè i reati contestati all’ex Ministro dell’Interno nell’esercizio delle sue funzioni di governo sono evidentemente contemplati nel codice penale e quindi toccherà ai suoi legali e a lui stesso in qualità di imputato dimostrare di non averli commessi al punto da convincere i giudici che saranno chiamati a emettere la sentenza. Non dimentichiamo che Salvini arriva processo per sua stessa scelta, cioè avendo autorizzato i suoi stessi parlamentari a votare a favore della richiesta di autorizzazione a procedere convinto di poter trasformare una vicenda giudiziaria in un golpe politico che gli avrebbe garantito consenso e voti.
Dopo quello del Papete questo è stato un secondo, clamoroso errore da parte di Salvini che abbina alla tracotanza una grande ignoranza che, in questo caso, rischia di metterlo fuori gioco da tutte le future partite politico-elettorali considerando i tre gradi del processo e i tempi occorrenti per svolgerli. Con i capi di imputazione addebitatigli Salvini è automaticamente escluso dalla partita di un’investitura a futuro leader del centro-destra e quindi di possibile capo di governo circostanza che ieri ha fatto brindare un bel po’ di gente nello stesso partito della Lega (che aspettava questo giudizio per poter intraprendere l’azione della sua rimozione dalla guida del partito), in Fratelli d’Italia dove Giorgia Meloni vede spianarsi davanti la strada per l’investitura a leader forte anche dei crescenti consensi che le vengono attribuiti dai sondaggi, in Forza Italia che vede posto un argine all’ingombrante azione e concorrenza di Salvini in un centro-destra che ritrova così una specie di equilibrio tra le sue anime.
Se Salvini continuerà a monopolizzare la scena politica e mediatica nel tentativo di trasformare il suo caso giudiziario in una persecuzione da parte dei giudici pur di ostacolarlo in quella che doveva essere la stagione della sua ascesa politica, allora il rischio di mettere fuori dai futuri giochi politici la Lega è molto più serio di quanto lui stesso immagina per cui assumere un profilo basso in questo contesto di governo unitario nazionale può solo tradursi in una scelta intelligente per la salvaguardia dei suoi legittimi interessi che, questo dev’essere chiaro, non sono quelli dell’Italia, del paese civile ed economico alla prese con la più grande tragedia umanitaria e crisi socio-economica dall’ultima guerra ad oggi. Ma c’è un terzo errore compiuto da Matteo Salvini ed è stato quello di affidare la propria difesa a Giulia Bongiorno, avvocato penalista di indubbia fama ma ormai inquadrata a tutti gli effetti in ambito politico-parlamentare e pertanto meno efficace e anche meno credibile nella sua azione di difensore di Salvini. Questi però sono problemi loro e anche il processo che prenderà il via da settembre ci auguriamo risparmi agli Italiani la punizione di dover sopportare la pressione mediatica del popol servile che, nell’avento del leader leghista, aveva scommesso investendo tutta la propria residua credibilità alla faccia degli interessi del popolo sovrano!