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Perchè la politica peninsulare resta in silenzio sui fatti di camorra che riguardano l’area?

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C’è o non c’è la camorra nell’imprenditoria turistica e commerciale della Penisola Sorrentina e delle isole del golfo? Dopo la dichiarazione del pentito di camorra, rilanciata dai media, sulla titolarità camorristica stabiese di un hotel di prestigio gestito però da un prestanome, si sono registrate alcune prese di posizione. Vediamole. Il Sindaco e la Federalberghi di Capri hanno categoricamente escluso che con alcuni passaggi di proprietà prestigiosi alberghi dell’isola siano finiti in mani sospette o camorristiche, così come hanno escluso che la camorra imprenditrice faccia business sull’isola. L’Associazione ATEX dell’extralberghiero diretta da Sergio Fedele ha invocato un summit del settore con i sindaci e col Prefetto. La Federalberghi della Penisola Sorrentina finora non si è espressa per bocca del suo presidente Costanzo Iaccarino. A Vico Equense il PD ha chiesto di monitorare la situazione e di mantenere alto il livello di vigilanza soprattutto dopo i recdenti episodi che hanno visto la città equense teatro di situazioni riconducibili a contesti criminali.

Alcuni parlamentari hanno chiesto al ministro dell’interno di inviare la commissione d’accesso al Comune di Castellammare di Stabia per verificare il livello di penetrazione camorristica nell’istituzione. Qui però il problema è endemico e riguarda l’intera realtà stabiese visto che la camorra dei D’Alessandro sembra controllare, oltre ai soliti traffici e alle solite pratiche criminali (tangenti, estorsioni, droga, usura, etc…) anche servizi all’interno dell’Ospedale San Leonardo e gestisca di fatto le Nuove Terme utilizzandole per summit e così via. Oggi il segretario provinciale del PD napoeltano Saracino, in un’intervista a Repubblica, dichiara che il caso-Castellammare deve acquisire una dimensione nazionale. Ci sono poi le maxi inchieste sugli affari edilizi, sempre a Stabia, che portano direttamente in Penisola Sorrentina, ma di questo sembra che nessuno o quasi se ne occupi e preoccupi! Dai Sindaci dei Comuni peninsulari non si è alzata una voce soltanto per esprimere un pensiero sull’argomento, il che fa pensare tre cose  1) ritengono inesistente il problema per cui lo snobbano; 2) hanno consapevolezza della realtà, ma preferiscono non parlarne; 3) sono del tutto indifferenti e non si sentono chiamati in causa sul tema nonostante amministrino i comuni che sono comunque osservatori privilegiati di situazioni che riguardano il tessuto sociale e soprattutto economico locale.

Escludere a priori che la camorra stabiese non abbia mani in pasta nell’imprenditoria della Penisola Sorrentina è fuori luogo per il semplice fatto che di presenze e di attività riconducibili direttamente o indirettamente alla camorra ne troviamo ampia traccia nelle cronache di ieri e anche più recenti! A vigilare su attività e operazioni sospette, oltre alla Magistratura, ci sono le Forze dell’Ordine che sicuramente hanno un quadro della situazione più aggiornato e attendibile, conoscono personaggi e imprese in odor di affiliazione, anche quelli in giacca e cravatta visto che le nuove mafie da tempo ormai “vestono prada” in ogni angolo del Paese gestendo business eterogenei che vanno dalle droghe all’usura, dai rifiuti alle attività edilizie in tutte le sue forme, dalle attività commerciali, mercatali e agroalimentari a quelle ristorative. Una realtà economica solida e fiorente – covid a parte – come quella peninsulare e insulare non si comprende perchè, seconda la logica cancerosa che ispira la criminalità organizzata, dovrebbe essere trascurata e lasciata prosperare senza pretenderne ristori. Se invece così non fosse, quantomeno si dovrebbe registrare una corsa dell’imprenditoria sana a investire in questa realtà, mentre quello che di “estraneo” al territorio si insedia in loco sembra svolgere per lo più una funzione di “lavatrice” di proventi derivanti da business molto meno nobili!

Si sono mai approfonditi i rapporti intessuti da un certo mondo professionale longa manus dei moderni interessi imprenditoriali camorristici e trait d’union anche con politica e burocrazia pubblica? E’ solo uno dei tanti interrogativi cui gli addetti ai lavori dovrebbero dare una risposta e allora cominceranno a prender forma scenari che troppo superficialmente si cerca di rimuovere. Ma sono tutti argomenti di cui la politica non parla e non si interessa per cui i silenzi che registriamo sono la conseguenza di questo atteggiamento classificabile a metà strada tra ignoranza e ipocrisia!

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