Sorrento

Turismo e rilancio post-covid modello Sorrento…Unica strada vaccinazioni a tappeto!

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Nel progetto di Federalberghi per la ripresa dell’attività turistica, oggi promosso anche dal Tg3 Campania, c’è da soffermarsi su un aspetto non secondario dell’iniziativa, di per sè lodevole, ma che merita di essere analizzato più attentamente su alcune questioni forse sottovalutate del problema e che sembrano non tenere nella debita considerazione l’orientamento dell’UE e quindi dei Governi nazionali (il 17 u.s. la Commissione Europea ha adottato la decisione) per garantire un turismo sicuro e certificato con il “Green Pass” (da attuarsi entro il mese di giugno) di cui dovrà essere dotato chiunque si sposta da un paese all’altro. Questo in un contesto di pari opportunità internazionale per non creare situazioni privilegiate in favore di alcuni Paesi in termini di attrattività turistica. I progettisti di Federalberghi, stando a quanto emerso dal webinar e dalla conseguente comunicazione, optano per una soluzione provvisoria che presenta troppi punti deboli per essere considerata risolutiva del problema sicurezza, anzi neanche sufficiente. Cerchiamo di capire perchè.

Sottoporre gli ospiti al loro arrivo nella struttura alberghiera (tutte?) al tampone covid-19 presuppone che si tratti di un turista potenzialmente contagiato e quindi contagioso e che nel suo tragitto per giungere a Sorrento potrebbe aver già dispensato a terzi il coronavirus. Com’è possibile pensare di effettuare un tampone antigenico e/o molecolare in loco, cioè in albergo, senza l’obbligo di dover adottare tutti gli accorgimenti organizzativi e gestionali previsti dalle procedure sanitarie? Innanzitutto il servizio dev’essere reso da personale sanitario qualificato e dotato dei presidi protettivi con cui procedere all’operazione e alla successiva analisi e gestione del risultato, proprio come avviene nei centri all’uopo istituiti dall’Asl. Nel mentre che il tampone viene analizzato i turisti (perchè ovviamente parliamo di decine e decine di persone che soggiornano in un hotel)  devono rinchiudersi nella propria camera in attesa dell’esito prima di potersi liberamente muovere all’interno della struttura e trascorrere la vacanza sul territorio.

Ovviamente il turista che soggiorna in albergo esce quotidianamente per escursioni, per shopping, per degustazioni e via dicendo entrando automaticamente in relazione con decine di potenziali contagiati asintomatici per cui al rientro in albergo non dà più alcuna garanzia di non aver contratto il virus e quindi il tampone fatto all’arrivo non ha più alcuna attendibilità. Questo mini laboratorio sanitario interno agli hotel – non dimentichiamoci che la covid è una malattia infettiva ad alto livello di contagiosità – deve essere organizzato e gestito secondo regole di natura sanitaria e deve essere in grado di monitorare la totalità degli ospiti che possono anche essere centinaia in arrivo e in uscita dalla struttura. La disponibilità di un’auto (smart) con a bordo un infermiere in grado di intervenire in caso di necessità presso una struttura che lo richiedesse è assolutamente coreografica in quanto del tutto insufficiente a servire una realtà come quella sorrentina o peninsulare rispetto alla casistica di una pandemia. Diverso è invece il caso di operatori sanitari chiamati a intervenire d’urgenza per un arresto cardiaco o per un incidente per cui un’auto attrezzata e con personale qualificato può essere di reale supporto al paziente e alla struttura!

In caso di positività di un ospite ci sono solo due strade da percorrere: il soggiorno obbligato in camera per tutto il tempo della malattia o il ricovero in ospedale per i casi più gravi: da qui non si sfugge e bisogna prevederlo se si vuole essere in grado di affrontare la situazione garantendo la sicurezza che è anche quella di poter usufruire di tutto il necessario per l’assistenza e la cura. L’idea di attrezzare un covid center mobile in cui ospitare i soggetti positivi è fantasiosa. Con i numeri di turisti che fa Sorrento l’eventualità di casi di positività potrebbe essere tale che ospitarli in questo centro mobile itinerante è semplicemente impraticabile. E dove sarebbero allocati, per esempio, i bagagli dei contagiati? Qualcuno ci ha pensato? Per gli alberghi il rischio di doversi trasformare in hotel-hospital è inevitabile e ingestibile per cui avventurarsi su questa strada puà rivelarsi un’impresa molto rischiosa. Per questo le autorità europee stanno lavorando all’istituzione del green pass unico strumento in grado di garantire che i turisti/ospiti sono stati vaccinati nel loro paese per cui l’ipotesi di un contagio in loco rientra nel novero delle malaugurate eventualità che nessuno purtroppo è in grado di scongiurare al 100%. Del progetto proposto da Federalberghi è sicuramente utile la parte che riguarda la formazione degli operatori e il modello di organizzazione da attuarsi per quanto concerne la sicurezza degli ambienti e dei servizi interni alle strutture alberghiere!

Quindi gli sforzi e i denari per riavviare la stagione turistica in sicurezza devono essere finalizzati e impiegati per conseguire nel più breve tempo possibile l’immunizzazione da vaccino anche per tutti gli operatori del comparto turistico (richiesta avanzata dalla stessa Federalberghi, ma con scarsa incisività a livello nazionale) affinchè si realizzi la condizione per la quale il mercato turistico straniero, che rappresenta il piatto forte dell’economia sorrentina e peninsulare (inglese e americano soprattutto, ma non solo), abbia tutte le garanzie di giungere in un paese dove la gente è vaccinata e in primis coloro che lavorano nel settore dell’accoglienza in albergo o in B&B, in un camping, in un agriturismo, in uno stabilimento balneare o in qualunque altro tipo di location!

Massimo Garavaglia

Su questo aspetto del problema occorre agire con pressing asfissiante sul Ministro del Turismo Massimo Garavaglia che, da quanto sin qui si è ascoltato, non è che abbia le idee molto chiare su quello che serve al mondo del turismo per ripartire! Vanno bene ristori e sostegni vari per imprese e lavoratori, così come le agevolazioni fiscali e le provvidenze per coprire in parte le criticità subite e che riguarderanno anche la stagione 2021. Draghi faccia un sforzo straordinario visto che ha trovato il cocco del Recoverymunnato e ‘bbuono“.

Siamo seri: se il modello-Sorrento dev’essere quello di arrangiare tanti mini-ambulatori nelle nostre strutture alberghiere e far circolare qualche caravan e una smart con un infermiere a bordo allo scopo di dare una parvenza di organizzazione e di sicurezza sanitaria nel mentre viviamo in pieno la tragedia della terza ondata e la campagna vaccinale procede a rilento nonostante gli sforzi e gli incidenti di percorso che benissimo si potevano evitare da parte del Governo, allora per il turismo della Costiera la luce del giorno è al di là da venire. Questo senza voler assolutamente mortificare idee, progetti e buona volontà di chiunque, ma solo per stimolare un confronto serio sul tema con un’analisi critica di certe iniziative e proposte che invece non sembrano trovare più interlocutori in grado di ragionare e di porre anche soltanto domande!

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