Crisi politica italiana: è il momento di una civile resistenza collettiva!
La situazione di stallo in cui sembra essere finita la politica italiana dopo due giorni di dibattito parlamentare in cui il centro-destra, insieme a Matteo Renzi, ha cercato di dare la spallata finale al Premier Giuseppe Conte e al suo Governo non può durare a lungo stante i numeri stretti di cui la maggioranza dispone al Senato e nelle Commissioni dove i parlamentari di Italia Viva spostano gli equilibri in favore dell’opposizione. Così nel colloquio tra Mattarella e Conte si può ben immaginare che cosa si siano detti il Capo dello Stato e il Capo del Governo: tentare a stretto giro di formare un nuovo gruppo parlamentare per sostituire Italia Viva garantendo un equilibrio numerico indispensabile per poter affrontare i decisivi appuntamenti di questo 2021. Se l’impresa dovesse abortire l’unica strada realmente percorribile sono le elezioni politiche anticipate perchè i numeri di altre maggioranze nell’attuale Parlamento non ci sono.
Quel 156 a 140 in favore di Conte al Senato (al massimo sarebbero stati 157) con i 16 astenuti di Renzi fotografano lo stallo cui sarebbe consegnato il Governo se dovesse andare avanti senza ulrteriori rinforzi, nè d’altro canto il centro-destra disporrebbe di numeri diversi per cui la situazione è quella che è: immobilismo! L’odio personale e politico che Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Matteo Renzi nutrono nei confronti di Giuseppe Conte e dell’alleanza PD-M5S tengono in ostaggio l’Italia nel bel mezzo della più grave crisi sanitaria e socio-economica dal dopoguerra ad oggi. I 209 e passa miliardi del Recovery Fund che l’Europa ha assegnato all’Italia per farla riemergere dallo stato comatoso cui è stata ridotta sono il vero “casus belli“: non si vuol permettere a Conte di gestire tutto questo denaro e così si spiega l’unione di intenti che si registra tra queste forze politiche, forze sociali ed economiche, universo mediatico e interessi criminali che ben si annidano nei gangli delle istituzioni, dei partiti, del sistema socio-economico nazionale fin ai massimi livelli.
Per questo si vuole che Conte cada, cosi si spiegano gli attacchi inferociti e volgari che sono volati all’indirizzo del Premier durante i due giorni di dibattito. Tutto il resto appartiene a una scenografia a uso e consumo mediatico dove si spacciano per interessi del Paese quelli che altro non sono che interessi di questo sistema che vede messa a rischio la propria stessa sopravvivenza se non mette le mani in pasta! Al di là di questi ragionamenti e delle manovre in atto su entrambi i fronti (maggioranza e opposizione) quel che veramente occorre far comprendere alla gente è il livello vero della posta in gioco in questa partita. Sui temi della giustizia, che la prossima settimana verranno all’esame del Parlamento, si decideranno le sorti della legislatura perchè gran parte del ceto politico italiano ha troppi conti aperti con la giustizia che, con tutti i condizionamenti e le torbide operazioni di cui si è resa e ancora si rende protagonista, rischia di assestare un brutto colpo ai vertici di questo sistema che intende accaparrarsi il controllo totale del Paese. Percià non lasciamoci imbambolare dalle chiacchiere di demagoghi ignoranti quanto malvagi e opponiamo una civile resistenza per scongiurare il collasso finale dell’Italia.