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L’Ospedale Unico della Penisola Sorrentina per una sanità d’eccellenza al servizio del territorio

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L’aggiudicazione della gara per la progettazione dell’Ospedale Unico della Penisola Sorrentina, annunciata venerdì scorso dal Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, è una bella notizia perchè si conferma l’impegno dell’Amministrazione regionale ad assicurare all’area costiera una struttura ospedaliera degna di questo nome, all’altezza delle sfide epocali che l’attendono e soprattutto adeguata a soddisfare una domanda territoriale di sanità pubblica sempre più qualificata e tecnologicamente avanzata nelle strutture e nei mezzi, colmandosi lacune antiche e difficilmente superabili con le attuali, fatiscenti strutture obiettivamente inadeguate, nonostante l’impegno e gli sforzi degli operatori, ad assicurare un servizio d’eccellenza e sicuro. Una volta completata la progettazione esecutiva dell’opera, presumibilmente entro la primavera-estate 2021, il cronoprogramma prevede l’indizione della gara per l’affidamento dei lavori. Se davvero venissero rispettate queste e le successive scadenze, è presumibile ipotizzare che entro il 2025 avremo il nuovo ospedale destinato a rivoluzionare non solo la sanità pubblica, ma anche l’economia del territorio che, inevitabilmente, dovrà essere riprogettata insieme alla riorganizzazione dei servizi pubblici e, in primis, della mobilità secondo una visione sovraccomunale indispensabile per assicurare scorrevolezza ai flussi in entrata e in uscita.

E’ una sfida senza precedenti cui bisogna prepararsi sia sul piano politico, sia e soprattutto su quello tecnico-amministrativo per assicurare che l’impatto dell’Ospedale sul territorio non ne comprometta l’agibilità complessiva. Anche alla luce dell’emergenza covid la prospettiva di un Ospedale nuovo di zecca e in grado di soddisfare il fabbisogno dell’utenza peninsulare rappresenta un’occasione più unica che rara per l’intera comunità costiera che è chiamata a superare desuete logiche campanilistiche che  difendono prerogative localistiche a discapito anche della qualità e della sicurezza che le attuali strutture ospedaliere non sono in grado di assicurare al di là di qualunque intervento di ristrutturazione e adeguamento. Anche le polemiche sull’ubicazione del nuovo Ospedale devono lasciare spazio alla visione di una nuova e moderna sanità che indubbiamente deve armonizzarsi col territorio, ma che non può essere sacrificata sull’altare di un ambientalismo pregiudizievole o, peggio, di interessi peculiari spacciati per interessi generali. Ipotizzare soltanto la rinuncia al nuovo Ospedale significa sacrificare, oltre agli attuali, soprattutto gli interessi delle future generazioni a disporre di una struttura e di un servizio sanitario pubblico all’altezza della sua funzione ed è quindi dovere della politica locale fare la propria parte in coerenza con quella comunione di intenti che all’epoca ispirarono i civici consessi.

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