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“Ridateci il Pronto Soccorso”, sindaci alla testa del corteo di protesta contro l’Asl Na 3 Sud

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Sindaci in corteo a Vico Equense

Stamattina i Sindaci dei Comuni della Penisola Sorrentina hanno guidato la protesta contro la “chiusura” del Pronto Soccorso dell’Ospedale “De Luca e Rossano” decisa dal direttore generale dell’Asl Na3Sud, Gennaro Sosto, per impiegare il personale medico e paramedico sul fronte emergenza covid. Un’iniziativa che ha fatto seguito al consiglio comunale svoltosi qualche giorno fa a Vico e conclusosi con la decisione di impugnare il provvedimento dell’Asl Na3Sud innanzi al Tar Campania. Da qui l’appello rivolto dal sindaco Andrea Buonocore ai colleghi peninsulari di affiancarlo nella manifestazione di protesta che si è tenuta questa mattina e che, annunciata in forma “statica” secondo quanto previsto dal DPCM, si è invece svolta con un corteo con in testa i Sindaci, circostanza che ha creato non pochi imbarazzi alle stesse forze dell’ordine ritrovatesi innanzi a una palese violazione di legge. Obiettivo della contestazione è indurre Sosto a ripristinare il servizio di pronto soccorso nutrendo la preoccupazione che si tratti solo di un primo passo verso il ridimensionamento del “De Luca e Rossano” nell’ambito della nuova programmazione sanitaria regionale che prevede la realizzazione dell’Ospedale Unico a Sant’Agnello.

Intervistato, il sindaco Piergiorgio Sagristani ha spiegato che alla “protesta” si abbina la “proposta“: nelle more che verrà realizzato il nuovo Ospedale, entrambe le strutture attive sul territorio, cioè quella di Sorrento e quella di Vico Equense, sono complementari tra di loro per assicurare un’assistenza sanitaria adeguata alle esigenze dell’utenza del territorio. In questo senso però si è già espresso lo stesso direttore Sosto che ha escluso la futura soppressione dei due ospedali che invece saranno riadattati alla nuova e più moderna organizzazione dei servizi sanitari territoriali.  Intanto sul tema della sanità in Penisola Sorrentina, anche alla luce delle criticità scatenate dall’emergenza covid (proprio oggi si è registrato il decesso di un 60enne a Sorrento oltre a decine di contagi in tutta la Penisola, Ndr) è destinato a riaccendersi il confronto politico per le sollecitazioni che stanno emergendo con l’obiettivo di indurre a una rivisitazione dell’opera la cui progettazione è stata messa a gara dalla Regione Campania attraverso la Soresa e se ne attendono gli esiti. Nei giorni scorsi è stato affisso un manifesto a firma di un non meglio identificato “Comitato Cittadini per una Sanità Efficiente” che rivolge un appello alla Regione, alla Direzione dell’Asl, ai Sindaci e alla cittadinanza peninsulare affinchè si individui un’altra area dove realizzare l’ospedale essendo, ad avviso del Comitato, quella individuata in viale dei Pini non idonea sul piano urbanistico. A sollevare la questione nei mesi scorsi era stato Antonino De Angelis, ex consigliere comunale a Sant’Agnello negli anni 80-90 e protagonista di numerose battaglie a difesa del territorio, con una serie di articoli pubblicati sul suo profilo facebook coi quali mette in discussione la location individuata.

L’idea di realizzare il nuovo ospedale viene da molto lontano, ma riusciva a concretizzarsi nella legislatura regionale di centro-destra dell’ex-presidente Stefano Caldoro (2010-2015) per essere convalidata e resa operativa dalla presidenza di Vincenzo De Luca (2015-2020) una volta superata la decennale gestione commissariale della sanità campana che ha reso disponibile circa un miliardo di euro da destinare alla riorganizzazione dell’intera rete ospedaliera campana. Il piano, redatto e approvato da De Luca, ha visto la conferma del finanziamento di 65 mln di euro destinato alla realizzazione dell’Ospedale Unico della Penisola Sorrentina. Dai vertici Asl, oltre che dalla stessa Regione, sono stati assicurati gli interventi di riqualificazione e di potenziamento delle attuali strutture ospedaliere che dovranno funzionare a regime fino a quanto non sarà realizzato e messo in funzione il nuovo ospedale. Una cosa va detta a chiare a lettere: compromettere o, peggio ancora, rinunciare a un’opera così importante per la salute pubblica dell’intera area costiera sarebbe la prova di un’imperdonabile “miopia politica e istituzionale” le cui conseguenze avrebbero pesanti ricadute sui reali interessi della comunità e delle future generazioni a disporre in loco di una struttura ospedaliera moderna, funzionale alle esigenze del territorio e inserita a pieno titolo nelle rete dei servizi sanitari d’eccellenza campani. L’auspicio è che il neo-eletto consigliere regionale Gennaro Cinque, che all’epoca fece approvare il progetto dal consiglio comunale equense (come del resto fecero tutti i Comuni peninsulari e anche quello di Positano), pur collocandosi oggi all’opposizione in consiglio regionale sappia svolgere un ruolo propositivo anche su questa partita dando così un senso e una prospettiva alla responsabilità cui è stato chiamato dall’elettorato. Il fatto stesso che oggi Cinque non abbia partecipato al corteo di protesta nella “sua Vico” conferma la cautela con cui il neo consigliere regionale intende muoversi sullo scenario peninsulare e regionale.

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