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Il Sindaco Giuseppe Tito annuncia un’ordinanza “restrittiva” per contenere i contagi covid

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Giuseppe Tito

Nella diretta facebook di ieri sera il sindaco Giuseppe Tito ha preannunciato l’adozione di un’ordinanza con cui saranno disciplinate, in senso più restrittivo, alcune attività per frenare i contagi covid-19 che ormai dilagano anche nella Penisola Sorrentina.
Il ragionamento di Tito è che la strada per affrontare in sicurezza questa seconda fase pandemica richiede una forte responsabilità individuale e collettiva non creando assembramenti, soprattutto in apertura e uscita delle scuole.
Ha quindi preannunciato che oggi avrà un nuovo incontro con la dirigente scolastica Ester Miccolupi per valutare serenamente la situazione ampliando la fascia oraria degli ingressi o reintroducendo l’insegnamento a distanza per la scuola media onde consentire a quelle elementari di disporre di maggiori spazi.
In ogni caso, sottolinea Tito, sabato sarà adottata l’ordinanza che bloccherà ina serie di attività quali palestere, campetti sportivi e tutto quanto favorisce situazioni sociali a rischio contagio.
Per Tito è anche l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe nei confronti di chi l’attacca sulla rete e ribadisce che, come ha già annunciato qualche giorno fa, sarà impegnato a condurre la “nave in porto” fino cioè al termine della pandemia.
Dopodiché si sentirà libero di chiudere anticipatamente questa esperienza di sindaco che l’ha messo a dura prova, molto di più di quanto si immagini. Tito ha bisogno di restituirsi alla propria famiglia e in ciò ribadisce che non porterà a termine il secondo mandato presumibilmente entro la fine del 2021.
Non si tratta di un annuncio pronunciato a cuor leggero dal sindaco che è un “animale politico” ben inserito da sempre nei meccanismi regionali in forza al PD di cui attualmente è anche consigliere alla Città Metropolitana di Napoli con incarico all’attuazione del Piano Strategico grazie al quale sono state assegnate importanti risorse finanziarie a tutti i Comuni della provincia di Napoli. In questo senso per Tito si è praticamente trattato di un “lavoro raddoppiato” che sicuramente avrà inciso sulla sua decisione di ritirasi.
Vero è che la delusione patita alle regionali per la mancata elezione del suo punto di riferimento politico, la Amato, gli toglie uno spazio di agibilità molto significativo sul piano sia politico sia operativo, ma nonostante tutto riesce difficile pensare a un Tito che rinuncia definitivamente alla sua grande passione politica e che, fino al referendum che ha ridotto il numero dei parlamentari, era in corsa per una candidatura che l’avrebbe proiettato sullo scenario nazionale.

Sfumata oggettivamente anche questa prospettiva (come per altri aspiranti parlamentari peninsulari) e restando praticante in campo soltanto un’ipotetica chance regionale fra 5 anni, ma tutta da costruirsi con un certosino lavoro sui territori e un’agguerrita concorrenza interna ed esterna al PD, Tito potrebbe aver studiato un “piano B” per costruirsi una seconda stagione politica che potrebbe ancora una volta incrociarsi con l’amministrazione metese dove gli “appetiti” alla sua successione sono diffusi e anche impellenti. Si può quindi dare anche questa lettura all’annuncio di volersi ritirare, cioè l’intento di calmierare una truppa che si agiterebbe troppo in chiave elettorale già da un po’.

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