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Punta Gradelle, risponde l’Amministratore della GORI

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Gori SpA

Dall’Amministratore della GORI riceviamo e pubblichiamo la risposta ai quesiti dei lettori sulla vicenda di Punta Gradelle.

Egregio sig. Alessandro, per poter esprimere una compiuta valutazione sulla vicenda è opportuno che conosca bene i fatti. Lo scarico verificatosi oggi non è, infatti, come ipotizzato inizialmente da alcuni, dovuto ad una cattiva manutenzione della griglia, bensì ad un’ostruzione provocata dai lavori in galleria per la costruzione dell’impianto di Punta Gradelle, peraltro non di competenza della GORI ed in un’area alla quale la GORI non può accedere in quanto consegnata all’impresa che esegue i lavori per conto del Commissariato Tutela Acque della Regione Campania. Peraltro Le posso garantire che la GORI ha una grande attenzione alle problematiche ambientali, come dimostrano gli importanti lavori effettuati in tutta la penisola sorrentina (Massa Lubrense ha ottenuto la bandiera blù a seguito degli importanti interventi della GORI agli impianti di Torca, Marina del Cantone e Massa Centro).

Giovanni Paolo Marati (Amministratore delegato di GORI S.p.A.)

3 commenti

  • Alessandro

    Egregio Sig. Giovanni,
    grazie per la risposta. Mi sono attenuto alle notizie circolate in alcuni video e organi di stampa che ritengo attendibili. Tuttavia è mia primaria premura appurare i dati, che lei ha gentilmente fornito, della gestione GO.RI. in penisola e a Sorrento soprattutto. Sarebbe interessante sapere anche i dati sul depuratore di Sorrento. Essendo uno dei sostenitori del referendum sulla ripubblicizzazione dell’acqua è mia attenzione tutelare un bene di TUTTI che non può essere privatizzato.
    Cordialmente
    Alessandro

  • Giovanni

    Egregio Sig. Alessandro,

    Anche io sono rimasto colpito dal video del WWF, ma, essendo un estimatore di questa storica associazione, ritengo che il clamore suscitato da questo spiacevole incidente avvalori la considerazione che si sia trattato effettivamente di un fatto isolato, mai prima d’ora verificatosi in quanto, altrimenti, sarebbe stato prontamente già evidenziato e segnalato dallo stesso WWF.
    Purtroppo la realizzazione di importanti e complicati lavori, destinati a realizzare IN CAVERNA il depuratore di Punta Gradelle (e quindi con l’utilizzo di esplosivi ed il transito di mezzi pesanti) può comportare inconvenienti ed incidenti di percorso. Ciò non significa che occorra abbassare la guardia, anzi occorre moltiplicare gli sforzi per prevenire qualsiasi evento simile.

    Sul depuratore di Sorrento la GORI ha effettuato importanti lavori di potenziamento, seppur con la difficoltà di operare in spazi ristretti ed in una posizione che richiede la massima attenzione per il paesaggio. Tuttavia, con l’entrata in esercizio del depuratore di Punta Gradelle, l’impianto di Sorrento è destinato ad essere dismesso.

    Sulla ripubblicizzazione, posso dirle che, a mio avviso, è un argomento che è sempre stato malposto e altrettanto male spiegato: che l’acqua sia un bene di tutti è stabilito dalla legge; ma il servizio necessario per portare l’acqua dalle sorgenti, dai pozzi fino alle case e poi da qui portare i reflui agli impianti di depurazione, trattarli e restituire l’effluente depurato a mare è un servizio pubblico con un costo da porre a carico degli utenti (attraverso la tariffa), indipendentemente se la società che gestisce sia tutta pubblica o parzialmente/totalmente privata. L’alternativa sarebbe quella di porre il servizio a carico della fiscalità generale e quindi non più tariffato: ma lei immaginerebbe, in questo caso, quali sprechi di risorsa idrica vi sarebbero e quante volte mancherebbe l’acqua per gli eccessivi smodati consumi?
    Cordialmente.
    Giovanni Paolo Marati

  • Alessandro

    Gentile Dr Giovanni,
    sono lieto della celerità che ha vuto nel rispondere alla mia domanda. Non metto in dubbio l’interesse che lei nutre per la salute dei cittadini e per il territorio della penisola sorrentina. Voglio credere con lei che Punta Gradelle sia sono uno spiacevole episodio che non si ripeterà piu’ in futuro. Ed assieme a lei non abbasserò la guardia, approfondendo le notizie che lei mi ha gentilmente fornito.
    Per quanto concerne il depuratore di Sorrento, immagino gli interventi di potenziamento ed anche i relativi costi. Non so se questi siano entrati poi anche nelle nostre bollette. Da “profano” immagino di si e quindi sarebbe anche cosa buona il far sapere a tutti gli utenti il perchè di un funzionamento a metà del depuratore che seppur potenziato poi andrà dismesso.

    Per quanto riguarda poi la ripubblicizzazione dell’acqua, siamo sicuramente su due fronti opposti. Il mondo è bello perchè è vario e questo è anche il sale non solo della democrazia ma anche del confronto.
    Come lei sapra nei giorni scorsi sono stati ammessi dalla corte costituzionale deu dei tre quesiti referendario per la ripubblicizzazione dell’acqua. Due quesiti voluti da UN MILIONE E MEZZO DI CITTADINE E CITTADINI di qualsiasi visione politica. Da questo posso iniziare ad immaginare che la popolazione cittadina italiana sia favorevola alla ripubblicizzazione del servizio idrico.
    Personalmente ritengo giusti i due quesiti referendari perché l’acqua è un bene comune e un diritto umano universale. Un bene essenziale che appartiene a tutti. Nessuno può appropriarsene, né farci profitti. L’attuale governo ha invece deciso di consegnarla ai privati e alle grandi multinazionali. Noi tutte e tutti possiamo impedirlo, sostenendo oggi la campagna e votando 2 SI quando, nella prossima primavera, saremo chiamati a decidere. E’ una battaglia di civiltà da cui nessun deve sentirsi escluso.
    Ritengo inoltre che sia giusto ed urgente eliminare le norme che in questi anni hanno spinto verso la privatizzazione dell’acqua. Perché 20 anni di politiche neo-liberiste hanno trasformato un diritto in una merce, a beneficio di privati e multinazionali, a scapito della qualità del servizio.
    Perché vogliamo togliere l’acqua dal mercato e i profitti dall’acqua.
    Tutto questo perchè vogliamo restituire questo bene essenziale alla gestione collettiva. Per garantirne l’accesso a tutte e tutti. Per tutelarlo come bene comune. Per conservarlo per le future generazioni. Vogliamo una gestione pubblica e partecipativa.
    Come fare tutto questo lei si chiederà. Siamo partiti da lontano ma riteniamo che il combinato disposto dei due quesiti promossi dal Comitato Referendario, comporterebbe uno stop all’obbligo di cedere ai privati la gestione del servizio idrico integrato e contemporaneamente farrebbe venire meno l’interesse da parte dei privati a intervenire in questo settore stante l’impossibilità di trarne profitto.
    Si riaprirebbe nei territori e in tutto il paese la discussione e il confronto sulla rifondazione di un nuovo modello di pubblico, che può definirsi tale solo se costruito sulla democrazia partecipativa, il controllo democratico e la partecipazione diretta dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali.
    Verrebbero di conseguenza poste le premesse per l’approvazione della legge d’iniziativa popolare, già consegnata al Parlamento nel 2007 dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, corredata da oltre 400.000 firme di cittadini, la quale tende alla completa ripubblicizzazione dell’acqua potabile in Italia.
    Perchè si scrive acqua ma si legge democrazia.
    Cordialmente

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