Italia

Dopo il voto… Consigli non richiesti al Movimento 5 Stelle

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In un post Beppe Grillo indica tutto quello che il Movimento 5 Stelle ha fatto in questi anni e che, invece di essere apprezzato dal Paese, si è trasformato in una condizione di permenente condanna, circostanza che, complici i media, è diventata un boomerang per il Movimento. Neanche tagliarsi lo stipendio e finanziare con quei soldi importanti interventi per i cittadini ha pagato. Insomma sembra impossibile che il paese reale, non i grandi gruppi imprenditoriali-editoriali, boccino la politica ispirata dal Movimento che quindi paga un prezzo salatissimo in termini elettorali. Cambiare si può? No, si deve se si vuole invertire un trend negativo peraltro foriero di grandi divisioni interne, di lotte che evidenziano una generale incapacità a gestire processi politico-organizzativi che costituiscono la prima importante risposta per intraprendere un nuovo percorso politico stante l’importante esperienza di governo guidata da Giuseppe Conte, lui che è la piu importante risorsa politica del Movimento stesso forte, da due anni a questa parte, del più alto indice di gradimento da parte dell’opinione pubblica italiana. Bisogna sfatare il mito che dopo 2 mandati si va casa. È un atto di coraggio da compiere subito, lontano da scadenze elettorali (la prossima saranno le amministrative 2020 nelle grandi città italiane): è impensabile e improponibile estromettere chi ha lavorato bene maturando l’esperienza sul campo dove il fattore tempo è fondamentale per acquisire anche consapevolezza dei procedimenti politico-istituzionali che stanno alla base dell’esperienza di servizio pubblico. Fimisce che dopo tutto questo lavoro si affida la partita a un personale politico tutto nuovo e senza storia ed esperienza che non potrà garantire alcunché, tanto più un elettorato esigente e che guarda alla politica come a un divenire in crescita, non a un perenne esercizio ad imparare. Cosi crescono diffidenza e inaffidabilità da parte di un elettorato che condivide politiche di cambiamento significative, ma che non è disponibile a lasciarle attuare a dilettanti pur animati da buoni principi e voglia di fare. Questa è la ragione per cui un elettore illuminato a 5 stelle si ricolloca nel PD. Ci vuole coraggio, abbandonare la piattaforma Rousseau e amministrarsi secondo canoni piu tradizionali e trasparenti non significa rinnegare la forza della rete, ma sottrarsi a una dittatura poco trasparente che condiziona la politica del Movimento. Ora bisogna diventare grandi, cioè politicamente maturi, essere realisti e capire che restando su certe posizioni il fallimento politico-elettorale sta dietro l’angolo e sarà inevitabile. Le partite non si possono giocare con regole diverse tra i contendenti, finiscono truccate e il Movimento 5 Stelle su questo fronte dimostra ancora di non aver capito come funziona il sistema-Italia e che per cambiarlo occorre tempo, molto tempo, ma ci si può riuscire perché si tratta di un processo culturale che, come tale, ha bisogno del tempo per sedimentarsi nella mente e anche nel cuore della gente!

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