Pandemia Covid 19, nuovi casi e politiche di prevenzione, le inchieste campane
Stasera l’annuncio del sindaco di Meta, Giuseppe Tito, di un caso di contagio da covid-19 con relativa attivazione del protocollo sanitario per l’interessato e per i suoi familiari. L’altro ieri anche il sindaco di Piano di Sorrento, Vincenzo Iaccarino, e quello di Sorrento Giuseppe Cuomo hanno comunicato la presenza di uno (o due) contagiati con identica procedura attivata. Il sindaco di Massa Lubrense, Lorenzo Balducelli, ha invece annunciato la “guarigione” dei 5 contagiati che avevano acceso un mini focolaio nella cittadina.
Tutti si sono soffermati sulla necessità di non abbassare il livello di guardia e, soprattutto, di osservare le misure anti-contagio che si possono riassumere così: mantenere il distanziamento sociale, indossare la mascherina nei luoghi chiusi e laddove ci si ritrovi in situazioni di promiscuità, attenersi scrupolosamente alle norme igieniche e in particolare al lavaggio delle mani. Insomma il covid circola e se non ci si attiene alle regole di prevenzione il rischio di beccarselo non è poi tanto remoto! L’esplodere di un focolaio a Sant’Antonio Abate con oltre 20 contagiati nella famiglia Polese proprietaria del Castello “La Sonrisa” spiega quanto rischioso possa essere l’assemblamento familiare senza cautele. Se si rispettano le regole, anche sulle spiagge e nei locali pubblici (ma occorre maggiore vigilanza) il virus non è agevolato nella trasmissione da persona a persona, diversamente si corre il rischio di ritrovarsi a settembre con nuovi picchi di contagi che rischiano di mettere al tappeto il Paese.
Intanto sulla campagna elettorale regionale si allungano le ombre di inchieste giudiziarie legate proprio alla gestione dell’emergenza e in questo senso il centro-destra con Stefano Caldoro e il Movimento 5 Stelle con Valeria Ciarambino continuano ad alzare il tiro contro il presidente Vincenzo De Luca con l’intento di erodergli il vantaggio da qui alla data delle elezioni. Ancora una volta al centro-destra manca la capacità di elaborare un seria proposta politico-programmatica alternativa su cui si possa ragionare per il futuro della Campania, mentre De Luca risente di un’iniziativa giudiziaria che sembra fare da contrappeso alle inchieste su politica e sanità lombarda senza valutare l’importante lavoro che è stato fatto nell’azione di contenimento della pandemia. Se qualcuno ha lucrato e malversato con denaro pubblico, allora paghi, ma trasformare la campagna elettorale campana e ridurla all’inchiesta sulla gestione-covid è la prova che oltre De Luca c’è il nulla.