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Bomba Giudiziaria, ai domiciliari l’ing. Antonio Elefante… Sistema housing nel mirino della Procura

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Antonio Elefante
Antonio Elefante

E’ arrrivata a una svolta significativa l’inchiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata diretta dal dott. Pierpaolo Filippelli con l’emissione di 6 mandati d’arresto (domiciliari) a carico dei protagonisti coinvolti nella realizzazione del progetto di housing sociale nell’area ex-Cirio a Castellammare di Stabia e che, nei mesi scorsi, aveva portato all’arresto dell’imprenditore Adolfo Greco ritenuto il collante fra il mondo della criminaltà e quello della politica.

Pierpaolo Filippelli
Pierpaolo Filippelli

Tra i destinatari della misura cautelare spicca l’ing. Antonio Elefante, progettista dell’intervento edilizio e ideatore del cosiddetto “sistema housing sociale” che ha interessato diverse realtà locali nell’area stabiese-sorrentina. Si tratta di una figura di primo piano nell’inchiesta sotto molteplici aspetti e che, dai rilievi e dalle intercettazioni svolte dagli inquirenti, ne amplia lo scenario d’influenza e di azione.

Luigi Cesaro
Luigi Cesaro

Tra gli eccellenti finiti nell’inchiesta e per i quali è stato richiesto l’arresto (che dovrà essere autorizzato dal Parlamento) spiccano l’On. Luigi Cesaro e l’On. Antonio Pentangelo, entrambi di Forza Italia. Coinvolto anche l’On. Mario Casillo, presidente del Gruppo Regionale del PD campano, ma per lui non c’è stata richiesta d’arresto essendogli contestato il reato di traffico di influenze.

mario-casillo
Mario Casillo

Un vero e proprio terremoto giudiziario che ha visto in azione questa mattina la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza che hanno proceduto alla notifica e all’esecuzione dei provvedimenti giudiziari. Agli arresti, oltre a Elefante, sono finiti Adolfo Greco, Maurizio Biondi, Vincenzo Campitiello, Marcello Ciofalo e Vincenzo Colavecchia, mentre per Angelina Rega è stata disposta la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il GIP ha inoltre emesso il decreto di sequestro preventivo con riferimento alle somme di denaro e di altri beni costituenti il prezzo dei reati di corruzione. Quali sono i reati contestati agli indagati? Corruzione propria, falso ideologico in atto pubblico, rivelazione di segreto di ufficio.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata e condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli, dal Commissariato P.S. di Castellammare di Stabia e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, hanno accertato l’esistenza di un ramificato sistema di corruzione composto da esponenti politici, regionali e nazionali, e di pubblici ufficiali organizzato dall’imprenditore Adolfo Greco considerato dalla magistratura il collante fra il mondo della criminaltà e quello della politica.

Antonio Pentangelo
Antonio Pentangelo

L’inchiesta aveva avuto un primo sviluppo mesi or sono e riguardava la maxi operazione immobiliare nell’area ex Cirio di traversa Mele a Castellammare di Stabia che la società PolGre (a capo di Adolfo Greco e Tobia Polese) voleva riqualificare. Il progetto era già finito nel mirino dell’Antimafia per le infiltrazioni della criminalità organizzata che voleva mettere le mani sui lavori. Quella commissione antimafia in cui siede l’On. Pentangelo per il quale oggi la Procura ha chiesto il mandato d’arresto. Le indagini grazie alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, all’installazione di impianti di videoripresa, attività di osservazione, pedinamento e controllo ed acquisizioni documentali, ha accertato la pianificazione e la commissione da parte di Adolfo Greco, di una pluralità di reati di corruzione.

Adolfo Greco
Adolfo Greco

Dopo aver presentato al Comune di Castellamare di Stabia, sulla base di una relazione tecnica stilata dall’ingegnere Antonio Elefante (direttore tecnico della società di ingegneria SAEC srl), un progetto di recupero e riqualificazione dell’area ex Cirio, a seguito del decorso dei termini per l’esame della richiesta, aveva attivato la procedura prevista dall’art. 4 della legge regionale 19/2001 per la nomina di un commissario ad acta che, in sostituzione dell’ente rimasto inerte, avrebbe dovuto provvedere all’istruttoria e all’adozione del provvedimento conclusivo in merito alla richiesta di rilascio del permesso a costruire.

“Le indagini hanno consentito di acclarare che Greco, con la complicità di Polese e di Giuseppe Passarelli, amministratore unico della Passarelli spa, società che avrebbe dovuto realizzare i lavori, aveva in prima battuta tentato di ottenere la modifica della legge regionale 35/87 (PUT della costiera sorrentina-amalfitana) – ostativa alla realizzazione dell’intervento – accordandosi con il consigliere regionale Mario Casillo, capo gruppo del PD, affinché intervenisse sugli esponenti di tale partito politico per il ritiro dei numerosi emendamenti proposti nel corso dell’iter modificativo della legge. In cambio di tale condotta, Casillo, con la mediazione di Gennaro Iovino, esponente politico stabiese del PD, chiedeva, in relazione a tale progetto di riconversione, l’affidamento dei lavori di impiantistica elettrica ad una ditta dallo stesso indicata” spiega la Procura.

Il gruppo composto da tecnici e politici sono però riusciti a ottenere la modifica della legge regionale n. 19/2009 collegandosi alla legge di stabilità finanziaria del 2014 (1.r 16/2014), che prevede espressamente l’applicabilità delle norme premiali del piano casa ai territori sottoposti ai vincoli di inedificabilita relativa, di natura paesaggistica, imposti dal PUT. Sulla scorta di tali modifiche normative, Greco, in considerazione delle resistenze manifestate dai funzioni dell’UTC del Comune di Castellammare di Stabia, otteneva da Antonio Pentangelo, quale Vice Presidente della Provincia di Napoli, la nomina di un commissario ad acta, nella persona dell’architetto Maurizio Biondi, per il rilascio del permesso a costruire. Ed è qui che entra in gioco Biondi il quale era legato da uno stretto rapporto personale e professionale a Luigi Cesaro e al figlio di questi.

rolexPer la Procura la nomina è stata pilotata: Greco e Polese hanno infatti regalato un rolex a Pentangelo per ottenere il via libera oltre che una somma di denaro a Luigi Cesaro (stimata su 10mila euro). Greco però si è preoccupato anche di corrompere l’imprenditore Giuseppe Imperati affinche questi concedesse in locazione al partito Forza Italia un immobile da adibire a sede del partito, per un canone pari a 3000 euro in luogo della originaria richiesta di euro 5000 euro, e forniva altresi sostegno per la campagna elettorale regionale del 2015 al figlio di Luigi Cesaro.
Dopo questa fase di corruzione, è arrivato il “regalo” anche per Maurizio Biondi, ovvero una somma di 12mila euro a “fronte della quale otteneva l’adozione della determina commissariale di accoglimento del 13.04.2016. euroDalle conversazioni intercettate emergeva che la somma consegnata da Greco all’ing. Elefante, destinata a Biondi Maurizio, ammontava complessivamente a 20.000,00 euro, e che Elefante rimetteva al Biondisolo12.000 euro, trattenendo per se la differenza”.

agenzia-delle-entrateLe indagini hanno consentito di accertare altresi che Greco si era reso autore di altre attività corruttive nei confronti di tre funzionari dell’Agenzia delle Entrate: Colavecchia Vincenzo e Ciofalo Marcello, incaricati di seguire la verifica fiscale per l’anno 2012 presso la sua azienda (C.I.L.srl), nonché di Campitiello Vincenzo, estraneo al settore verifiche in quanto incardinato presso l’ufficio legale della medesima Direzione provinciale, ma legato da pregressi rapporti personali con l’imprenditore Greco, al quale preannunciava la notizia della imminente verifica fiscale e che si adoperava per coordinare l’operato dei funzionari addetti alla suddetta verifica, risultata “infedele” in quanto non corrispondente alle evidenze contabili.
In questa operazione sarebbe stata coinvolta anche la moglie dell’imprenditore del latte, Angelina Rega, che ha consegnato ai tre funzionari la somma in contanti di 30mila euro rinvenuta, all’interno di una borsa “24 ore” del Campitiello e materialmente consegnata dal Greco Adolfo all’interno degli uffici della sua società. Al Campitiello sono contestati anche reati di falso ideologico in atto pubblico, avendo attestato falsamente la sua presenza dinanzi alla Commissione Tributaria Regionale della Campania, con sede di Napoli, nei giorni e nelle ore in cui in realtà si trovava presso la sede della CIL in Castellammare di Stabia.
Per quanto riguarda la posizione di Mario Casillo, Gennaro Iovino e Giuseppe Passarelli, anche loro coinvolti nell’affare Cirio per la modificare della legge regionale, la Procura di Torre Annunziata è chiara: sono accusati del reato di traffico di influenze illecite ex art 346 bis c.p., fattispecie per la quale (come prevista all’ epoca dei fatti) non è consentita l’emissione di misure cautelari”.

Housing Sociale
Housing Sociale

Così vengono riepilogati i fatti e le accuse nel comunicato stampa a firma del Procuratore Filippelli, ma la vicenda è sicuramente destinata a ulteriori sviluppi se si considera che lo stesso Filippelli ha posto sotto sequestro l’housing sociale realizzata a Sant’Agnello sempre dall’ing. Antonio Elefante e che ha visto bloccare l’assegnazione degli appartamenti agli acquirenti proprio alla vigilia dell’inaugurazione del complesso residenziale riservato a 55 famiglie. Analoghi progetti per realizzare “housing sociale” erano stati intrapresi, ma senza esito, sia a Sorrento sia a Piano di Sorrento.

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