Universiadi, c’è stato spazio anche per “zero waste”
di Franco Matrone*
di queste due settimane straordinarie di sport e giovani che abbiamo vissuto a Napoli con la XXX Universiade rimane un ricordo meraviglioso di efficienza, capacità, convivenza e spettacolo che mai si sarebbe prefigurato, nel più ottimistico pensiero, realizzato nella città dell’approssimazione e della “a bon e Dio”.
Eppure è avvenuto, ribaltando luoghi comuni e pregiudizi grazie alla tenacia e alla competenza di diversi attori, ma anche in forza di uno scenario unico e straordinario come solo una città dai mille colori e dalle mille potenzialità poteva realizzare: Napoli.
Orbene, nessuno avrebbe scommesso otto mesi fa, quando all’ing. Gianluca Basile fu affidato questo compito di mettere su in fretta e furia il Commissariato per la Universiade 19 di Napoli e della Campania, di riuscire in così poco tempo a realizzare l’”irrealizzabile”, ad una Regione Campania e al suo Presidente Vincenzo de Luca già in difficoltà per una serie di ragione ataviche oltre che economiche e strutturali di organizzare finanziariamente la ristrutturazione di una quantità impensabile di impianti sportivi, alcuni giudicati ai vertici della tecnologia contemporanea, ad un Comune come quello di Napoli sotto scacco dal punto di vista finanziario e con incredibili e antiche problematicità gestionali riuscire, al meglio, a rendere questo evento mondiale sicuro, partecipato in una città accogliente, ospitale, organizzata e ”funzionale”, commercialmente sempre “soldout” oltre che “pulita”, a dispetto dei tanti denigratori che aspettavano, come sempre, al varco, per screditare istituzioni e cittadini.
Tutto è andato per il meglio, anzi più che meglio, e tutti ci apprestiamo a godere dell’evento conclusivo allo stadio San Paolo, per omaggiare istituzioni, atleti, volontari e pubblico per questo esempio di efficienza, quanto mai raro alle nostre latitudini.
Ma prima che si spenga definitivamente la fiaccola olimpica avrei piacere a sottolineare un aspetto molto sottaciuto, eppure avveniristico e foriero di sviluppi futuri, perché parla di ambiente, sostenibilità, riduzione CO2, efficientamento gestionale e circulareconomy. Temi che come si sa sono al centro delle proteste mondiali, guidate soprattutto da giovani e giovanissimi, e parlano di futuro e sviluppo sostenibile.
Ebbene, in primis, è obbligatorio ringraziare da subito il Commissario Basile, perchè in un tempo in cui la macchina dell’ARU andava a 100 all’ora per portare a termine i compiti istituzionali affidati, ha avuto la sensibilità di riflettere e sedersi a sottoscrivere un Protocollo d’intesa con ZeroWaste/RifiutiZero Italy per dare una spinta concreta e verificabile su quanto questa edizione potesse etichettarsi ecosostenibile, e a costi pari allo zero.
Poteva sembrare una etichettatura velleitaria e di slogan, invece è risultata una delle espressioni che hanno reso questo evento mondiale diverso dalle precedenti edizioni e che da Losanna a Chengdou nel 2021 non potrà prescindere nel proseguire sempre più verso la ecosostenibilità dell’evento.
Il lavoro di supporto dei pochi volontari che lo zerowaste ha messo in campo è partito da due aspetti principali: formazione e informazione.
In primo luogo, grazie agli incontri di formazione che la struttura di Amesci ha coordinato con i circa 4 mila volontari, sono state trasferite notizie sulla qualità della RD negli impianti e l’attenzione ai corretti conferimenti delle tipologie di rifiuto, e l’informazione che attraverso la brochure redatta e stampata in diverse lingue, grazie al supporto di Cartesar spa, è stata recapitata agli 8 mila atleti partecipanti attraverso il gadget di benvenuto e a tutte le delegazioni straniere per prendere contezza non solo della possibilità di comprendere quanto le singole azioni personali, come ad es. ben differenziare i rifiuti, rendono meno impattante un evento di tali proporzioni, ma anche quanto l’attuale situazione di conoscenze sul disastro che ci aspetta per il progredire del riscaldamento globale e la sua azione devastante sul cambiamento climatico interessa tutti, soprattutto una platea giovanile di studenti e intellettuali che si apprestano ad assumere le leve di comando della governance mondiale nel prossimo decennio, quando il limite per ridurre i nefasti danni dell’aumento della CO2 potrebbero diventare irreversibili.
Anche il controllo e i suggerimenti espressi nello scegliere materiali con impatti minimi, sul food e beverage, attraverso l’utilizzo di meal-box completamente biocompostabili e l’aver dispensato, grazie alla sensibilità personale del Presidente di Acqua Bene Comune Napoli dr. Sergio D’Angelo, oltre 3 mila borracce in acciaio seconda vita riutilizzabili presso i fontanelli pubblici predisposti dalla stessa ABC in alcune aree critiche, come il lungomare Caracciolo, hanno ridotto di gran lunga l’utilizzo della plastica monouso, purtroppo ancora presente per regolamento sicurezza e antidoping a supporto degli atleti, e hanno sancito l’applicazione della delibera “plasticfree” sul lungomare adottata dall’Amministrazione Comunale.
Insomma un lavoro ai fnanchi, si potrebbe dire, rispettando la sicurezza e privacy delle varie location, che ha dato i suoi frutti nel riconoscimento, per l’azione svolta, da parte dei tanti manager value che abbiamo incontrato nelle aree di gara.
Certo per noi sarebbe stato ottimale organizzare servizi food all’insegna del riuso con stovigliame e materiale lavabile e riutilizzabile per ridurre l’uso anche delle bioplastiche, ma non tutto è possibile e subito, e lanciamo questa ipotesi agli amici di Losanna e in Cina per le prossime edizioni del 2021 pronti a collaborare con lo Zero Waste Europe e International Alliance, partendo da questo piccolo startup iniziato proprio qui a Napoli19.
Ma non solo. Da ultimo ci siamo riservati un bilancio sull’impatto che un evento del genere, concentrato in così breve tempo, appena dieci giorni, avrà sulla città in termini ambientale e climalterante. Evento ovviamente da non sottovalutare. Ebbene tale valutazione sarà oggetto di studio di un comitato scientifico che condivideremo con le altre Associazioni ambientaliste del territorio per proporre, grazie al supporto del Commissariato per la Universiade19, dell’Assessorato Ambiente della Regione Campania e dell’Amministrazione Comunale di Napoli, per ottobre alla Festa dell’Albero, una piantumazione straordinaria in aree della città che i tecnici comunali indicheranno, a compensazione (carbon offset) del carico in eccesso di CO2 ed altri gas climalteranti sopportato dalla Città in questi giorni e a mitigazione del “climatechange” come previsto dal Protocollo di Kyoto.
Concludendo, non possiamo che ritenerci soddisfatti per un momento importante di prova per tutto il movimento nazionale “RifiutiZero” che non può fermarsi solo a questo primo passo ma che da qui può ripartire sui territori e in scala nazionale per ulteriori partecipazioni a macroeventi onde affinare performance e impegni in chiave sostenibile.
Un primo piccolo passo, un piccolo tassello che da qui in avanti nessuna organizzazione non potrà non tenerne conto e incrementare nelle edizioni successive di eventi complessi come la Universiade.
* Zero Waste/RifiutiZero Italy