Campania,  Diario Politico©Raffaele Lauro

Cannabis medica in Campania: a che punto siamo?

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cannabisÈ una vicenda piuttosto recente quella che riguarda la Campania e l’utilizzo terapeutico della cannabis, a fronte di una storia che racconta di un territorio, quello della regione, da sempre adatto alla coltivazione della pianta,viste le condizioni climatiche favorevoli. Due elementi che non sono direttamente correlati, ma che tornano utili per capire la situazione generale della cannabis per uso medico in Campania. I benefici della cannabis terapeutica sono stati certificati, nel corso degli anni, da studi scientifici provenienti da tutto il mondo: in Italia oggi la sostanza è utilizzata per finalità curative in 11 regioni. Quelle che hanno legiferato e dove quindi è legale prescrivere farmacia base di cannabis medica. La Campania rientra in queste regioni, visto che lo scorso luglio il consiglio regionale aveva votato a favore del provvedimento che, nel concreto, è diventato effettivo a fine anno a causa di un tira e molla di alcuni mesi che aveva portato il Governo a impugnare il provvedimento della Regione; e lo stesso consiglio regionale a modificare di conseguenza, nei giorni a cavallo di natale 2016, la legge regionale per la somministrazione di farmaci a base di cannabis, proprio per armonizzarla secondo le indicazioni del Governo.

Più nello specifico le questioni che erano finite in discussione riguardavano la modalità di erogazione del farmaco e il tipo di ricetta medica da utilizzarsi per poterlo richiedere. In sostanza solo la modalità prescrittiva e non l’intero impianto.
Una discrasia che è stata risolta, come dicevamo, sul finire dello scorso anno, e che ha fatto sì che la legge sulla cannabis medica andasse finalmente in porto. Oggi la Campania è, a tutti gli effetti, una regione dove la legge consente di curarsi con farmaci a base di cannabis erogati dal Servizio Sanitario Nazionale. Sono consentite terapie per alleviare sintomi di patologie differenti, qualidisturbi d’ansia, diabete, artrite reumatoide, sclerosi multipla, dolore cronico, effetti da chemioterapia e radioterapie e da Hiv.
In sostanza la cannabis allo stato attuale non è vista come cura risolutiva, ma quale sostanza da affiancare ad altre terapie per alleviare dolore ed effetti collaterali nel caso di patologie piuttosto serie.
In Campania questo meccanismo è, da qualche mese, effettivo. Almeno sulla carta. Perché poi nel concreto si deve organizzare materialmente tutto l’iter. E ci si va a scontrare con la situazione attuale della sanità campana, commissariata da oltre un anno e ad oggi alle prese con il possibile passaggio di consegne ad un nuovo commissario ad acta. Un fattore che ha paralizzato in parte il meccanismo sanitario nel suo intero e che, di conseguenza, non ha consentito la crescita pratica del servizio di erogazione. Come dire, la legge c’è ed è già un notevole passo avanti, dopo anni di attesa. Ora ci si deve scontrare con la necessità di mettere in pratica la normativa, dando vita ad un iter funzionante e fluido per i pazienti che necessitino del farmaco a base di cannabis.

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