Meta

Meta, il WWF sollecita chiarimenti al Comune sull’affaire box a Corso Italia

Stampa
Claudio d'Esposito WWf
Claudio d’Esposito

Diego Savarese
Diego Savarese

META – La realizzazione del piano di box su Corso Italia ripropone una questione peculiare dell’area peninsulare e conosciuta come boxlandia, fenomeno contro il quale il WWF Terre del Tirreno è da sempre in prima fila. L’operazione autorizzata dal Comune di Meta e che, tra l’altro, coinvolge come parte privata anche il vice sindaco Pasquale Cacace, è stata ed è oggetto di una querelle con l’Amministrazione che ha opposto diniego all’accesso agli atti del progetto, circostanza per la quale l’Associazione, oltre ad annunciare un formale ricorso amministrativo, si è riservata anche di sporgere denuncia alle autorità giudiziaria avendo rilevato una non conformità tra il Prg e il Put che, se confermata, pregiudicherebbe la realizzazione dell’opera. Da qui nasce la necessità di conoscere dettagliatamente tutti gli atti del progetto come è stato ribadito all’Amministrazione da Claudio d’Esposito, presidente del WWF, in un incontro di qualche giorno fa cui hanno preso parte, oltre all’arch. Diego Savarese, anche il sindaco Giuseppe Tito e la segretaria Deborah De Riso.

Pubblichiamo di seguito il testo delle richieste presentate dall’Associazione Ambientalista.

Oggetto: Comunicazione Prot. n° 1477 del 30/01/2017 in risposta alla ns. richiesta di accesso agli atti ai sensi del Decreto legislativo 19 agosto 2005 n. 195 di recepimento della direttiva 2003/4CE concernente l’accesso alle informazioni in materia di ambiente e ai sensi della legge n. 108 del 2001 di recepimento della Convenzione di Aarhus sull’informazione e partecipazione del pubblico in materia di ambiente – CHIARIMENTI

In relazione alla nota richiamata in oggetto, a firma del Funzionario Responsabile arch. Diego Savarese, nella quale formalmente si comunica che “la richiesta di accesso agli atti del WWF, per come formulata, non può essere accolta” in quanto nello stesso oggetto della richiesta, formulata dall’associazione ambientalista, non sarebbe indicato, a detta del Funzionario, “il nesso concreto dal quale sia possibile desumere l’incidenza concreta dell’oggetto della richiesta sui valori giuridici considerati nella norma”… inoltre si sostiene che: “l’istante è tenuto a dimostrare che l’interesse che intende far valere è un interesse ambientale … difatti non tutte le attività che vengono svolte all’interno del territorio hanno una valenza ambientale … ecc.”
con la presente si chiarisce che:

1) tra i compiti statutari dell’associazione WWF Terre del Tirreno vi è la salvaguardia della biodiversità e del patrimonio naturale in tutte le sue componenti (acqua, aria, suolo) e che ogni manomissione e/o intervento urbanistico incide necessariamente ed inevitabilmente sugli equilibri dell’ambiente naturale e sui fattori abiotici e biotici di un sito (a tal proposito si parla di bioedilizia, case ecologiche, architettura biocompatibile, bioclimatica, ecc.), in modo diretto (modifica del paesaggio e della geografia dei luoghi, consumo di suolo, impermeabilizzazione del terreno, taglio di alberi, ecc.) ed indiretto (carico urbanistico, rifiuti, scarichi fognari, inquinamento luminoso, trasformazione della campagna, inquinamento dell’aria, dissesto idrogeologico, ecc), oltre che sulle componenti antropiche (vivibilità del luogo, traffico, ecc.).

2) Tale manomissione del sito, ovvero “modifica dell’ambiente e del paesaggio”, appare ancor più chiara, laddove non lapalissiana (!!!), quando l’oggetto dell’intervento urbanistico (è il caso della richiesta di accesso agli atti di cui si discute) è proprio la realizzazione di decine di box auto in un fondo agricolo, da attuarsi tramite lo sbancamento di una vasta area con l’asportazione di tonnellate di terreno fertile e l’eliminazione degli alberi e della vegetazione esistente. Alla modifica ed inevitabile alterazione del fondo agricolo si aggiunge, successivamente, l’impatto sull’inquinamento dell’aria, diretto ed indiretto, che la sosta ed il transito di decine di autovetture comporterà con la trasformazione del giardino in parcheggio!!!

3) Desta perplessità la comunicazione del Funzionario che non può ignorare l’oggetto stesso della richiesta di accesso agli atti formulata del WWF relativa alla “costruzione di box auto in un fondo agricolo” che, implicitamente, lascia intendere e presupporre la presenza di auto (con implicazioni su aria, atmosfera, rumore, emissioni, scarichi, ecc.) e la sussistenza di un fondo agricolo (con implicazioni su acqua, suolo, ecosistema, alberi, flora, fauna, paesaggio, agricoltura, ecc.), ovvero di elementi che incidono in modo diretto sulle matrici ambientali (art. 2, comma 1 Decreto Legislativo 19 agosto 2015 n°195) e, intrinsecamente, sullo stesso interesse ambientale che l’associazione richiedente intende tutelare e di cui, tuttavia, si chiede di “chiarire il nesso” in relazione alla richiesta di accesso agli atti formulata.

Né può il Funzionario non conoscere gli effetti sul paesaggio e sull’ambiente di tali autorimesse interrate che, nonostante la forte opposizione delle associazioni ambientaliste, per un lasso di tempo di almeno 15 (quindici) anni, si sono progettate e costruite ovunque, nel fragile territorio della penisola sorrentina, col millantato proposito di risolvere i problemi del “traffico e della viabilità” … matrici quest’ultime che di sicuro hanno un nesso con l’interesse alla tutela ambientale e della salute umana!!!

4) In particolare nel Comune di Meta, con Permesso di Costruire n° 2 rilasciato il 27.09.2016 alla sig.ra Canale Concetta e sig. D’Alise Raffaele, comproprietari di un appezzamento di terreno di 517 mq identificato al catasto col Foglio 7 plla. n. 222 e n. 226, e con Permesso di Costruire n° 3 rilasciato il 30.09.2016 alla Società SO. GE. PA. s.r.l. rappresentata legalmente dal sig. Cacace Antonio, comproprietario (assieme a Cacace Pasquale e Cacace Teresa) dell’appezzamento di terreno di 936 mq identificato al catasto col Foglio 7 plla. n. 183, sono stati autorizzati lavori per la realizzazione di due autorimesse interrate, rispettivamente di n. 14 e n.33 box auto, nei suddetti fondi agricoli confinanti tra loro il cui accesso è sito sulla via Corso Italia, un’arteria stradale ad altissima intensità di traffico veicolare trattandosi della principale via di accesso (entrata ed uscita) alla penisola sorrentina. I lavori di fatto comporteranno la distruzione di un fondo agricolo di circa 1500 mq con la presenza di residui alberi di agrumi in ambito urbano.

5) Tale area, inoltre, è posta nelle immediate adiacenze di un’altra mega-autorimessa già realizzata a monte in via Ponte Orazio (tra l’altro in difformità dal progetto e occupando in modo illegittimo la previsione di standard pubblici) e, qualora messa in essere, rischierebbe di sconvolgere l’ennesimo tassello del fragile territorio agricolo del comune metese andando a costituire, senza soluzione di continuità, una conurbazione di parcheggi che unirebbe il Corso Italia al Ponte Orazio posto al confine del Vallone Lavinola.

6) Il diniego espresso dal Funzionario di fatto ostacola un diritto dell’associazione WWF ad attingere ad informazioni importanti di carattere urbanistico/paesaggistico/ambientale per comprendere, nel dettaglio e con certezza, l’impatto per il paesaggio e per l’ambiente e la conformità o meno alle normative vigenti dell’opera progettata ed autorizzata.

7) E’ importante sottolineare come, con l’approvazione del Freedom of Information Act, meglio noto come Foia, l’Italia si è allineata agli altri paesi europei (e non) in termini di trasparenza e diritto di accesso agli atti della Pubblica Amministrazione gratuitamente a tutti i cittadini. Approvato in via definitiva il decreto sul FOIA (in vigore dal 23 giugno 2016) parte della più ampia riforma Madia sulla P.A., rappresenta un cambiamento di modello, una vera e propria rivoluzione attraverso la quale il sistema pubblico si mette in vetrina, l’amministrazione diventa “una casa di vetro” visibile e accessibile a tutta la cittadinanza. Una evoluzione fondamentale e necessaria, dunque, per assicurare i diritti di cittadinanza.

Tutto ciò premesso

Si ribadisce la ns. richiesta (Prot. n.3T/17 del 10/01/17) di poter visionare, ed eventualmente estrarre copia, di tutti gli atti (elaborati progettuali, perizia agronomica, autorizzazione ANAS, autorizzazione Soprintendenza, ecc.) relativi al Permesso di Costruire n° 3 rilasciato il 30.09.2016 alla Società SO. GE. PA. s.r.l. rappresentata legalmente dal sig. Cacace Antonio (comproprietario assieme a Cacace Pasquale e Cacace Teresa) per l’edificazione di n. 33 box auto in un fondo agricolo nel Comune di Meta, anche al fine di valutare la possibilità di impugnare il provvedimento dinanzi alla Magistratura Amministrativa. Saranno a nostro carico le eventuali spese per riproduzione su supporto informatico o fotocopie. RingraziandoLa per la disponibilità, rimaniamo in attesa del Suo riscontro nel termine previsto dal decreto”.

Un commento

  • Filippiello

    Eh ha proprio ragione il giovane attivista del WWF, a Meta si rischia di aprire un altro capitolo di boxlandia che sembrava definitivamente archiviato. Che la Magistratura indaghi!!!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*