A proposito dello sfogo dell’Assessore Berdini a Roma contro la sindaca Raggi…
L’intervista dell’Assessore Paolo Berdini al giornalista de La Stampa ha provocato, com’era prevedibile, un terremoto politico-mediatico per quanto dichiarato da Berdini a proposito della Sindaca Virginia Raggi e delle sue relazioni sentimentali oltre che dei rapporti col suo entourage politico. Repubblica pubblica l’audio dell’intervista realizzata da Federico Capurso da cui si evincono, in effetti, le dichiarazioni pubblicata dal giornale.
Però c’è un problema che onestamente non può essere sottaciuto: dall’ascolto dell’audio si evince che si tratta di una registrazione di un colloquio tra Berdini e Capurso reso peraltro in un luogo pubblico per cui se ne deduce che non si tratta di un’intervista, quanto di un colloquio anche molto confidenziale tra il politico e il giornalista, con il primo che evidentemente non sa di essere registrato per il semplice fatto che se si fosse trattato di un’intervista resa secondo i canoni deontologici è scontato che giammai avrebbe espresso tali giudizi sulla Sindaco sapendo di renderli a un cronista che il giorno dopo l’avrebbe pubblicata suscitando il polverone che in effetti si è prodotto.
Perchè è importante chiarire questo aspetto della questione? Perchè i giornalisti hanno un dovere deontologico nell’esercizio della loro professione. Se si comincia a registrare di nascosto un qualunque colloquio per trasformarlo in intervista entriamo in una jungla mediatica i cui effetti possono essere devastanti per tutti, in primis per l’informazione per le ritorsioni che subirebbe da parte proprio dalla politica e nel suo perenne esercizio di deligittimarla e di imbavagliarla. Bisogna presentare le cose per quelle che effettivamente sono, assumendosene la responsabilità, per rispetto innanzitutto dell’opinione pubblica ma anche dell’interlocutore che ha il diritto di sapere se un colloquio, magari al bar, diventa una dichiarazione stampa o un’intervista! Nello stesso modo il cronista, se giudica meritevole di interesse pubblico una notizia carpita (e registrata) in un colloquio privato (o giudicato tale dall’interlocutore) deve assumersi la responsabilità di presentarla come tale. Potrebbe esserci anche una terza ipotesi: l’accordo tra le parti a far scoppiare il caso dissimulando un’intervista carpita…
In questo caso allora è il caso di parlare di un complotto politico realizzato con la complicità del cronista! Ricordiamo la vicenda del Giudice Antonio Esposito che a colloquio con un giornalista de Il Mattino, senza che questi gli ponesse alcuna domanda sulla sentenza-Berlusconi nel processo per frode fiscale, si ritrovò pubblicata un’intervista abilmente costruita con l’intento evidente di delegittimare il magistrato che anticipava un giudizio sella medesima sentenza. Ne è nato un caso giudiziario per la denuncia presentata da Esposito contro il giornale (dopo aver subito un massacro politico-mediatico e un processo da parte del CSM) conclusasi qualche settimana fa con una sentenza che conferma che il Magistrato non ha mai rilasciato quelle specifiche dichiarazioni…. Insomma se la politica è caos ovunque, almeno l’informazione dimostri più responsabilità e meno connivenza! Speranza vana… Non solo a Roma!