Sant'Agnello,  Sorrento

Il “ciclone-Pinto” si abbatte sull’Amministrazione di Sant’Agnello

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Avv. Ferdinando Pinto

SANT’AGNELLO – Si è riunito stasera il consiglio comunale per discutere alcuni argomenti proposti dalle forze di minoranza. Ordinarie polemiche, battibecchi, nonostante la diretta web,  e discussioni sulle spese di natale, sulla realizzazione della nuova scuola media e sullo sforamento del patto di stabilità 2007, ma è in fine seduta che il Presidente del Consiglio Comunale, Gianni Salvati, ha dato lettura di una lettera giuntagli ieri mattina da parte dell’avv. Ferdinando Pinto e che ha avuto un effetto bomba nel civico consesso dove era presente, nel pubblico, anche l’ex sindaco e attuale assessore provinciale al turismo Pietro Sagristani.

Consiglio Comunale S. Agnello

La nota, assunta ieri a protocollo (N°59 del 3.1.11) è stata resa di pubblica conoscenza con la lettura al Consiglio Comunale da parte di Salvati producendo l’indignata reazione dell’esponente di minoranza Antonio Coppola che ha pronunciato parole di fuoco all’indirizzo dell’avv. Pinto, depositando agli atti del consiglio la propria dichiarazione e chiedendo la trasmissione della lettera e dell’intera documentazione al Prefetto di Napoli, alle Autorità e alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata per i dovuti accertamenti. Pubblichiamo il testo integrale della nota a firma dell’avv. Ferdinando Pinto dello studio legale “Pinto&Associati” indirizzata al Presidente del Consiglio Gianni Salvati e per conoscenza al Sindaco e al Segretario generale. Per i lettori specifichiamo che si tratta dell’esproprio dell’area dove è stato costruito l’impianto di calcio a Viale dei Pini.

Pietro Sagristani Ass. Prov.le

Ill.mo Sig. Presidente, ho avuto notizia della convocazione di un consiglio comunale per discutere di una delibera della giunta municipale con cui sono state definite alcune competenze dovute al mio studio. Tralascio ogni considerazione sulla competenza specifica del Consiglio e sull’urgenza di un argomento come quello in discussione, a fronte di forse ben altri problemi che assillano gli Enti locali nel difficile momento che attraversiamo. Il Consiglio è padrone di aprire una discussione su tutto quello che ritiene opportuno e nei tempi che decide di seguire. Il mio studio ha avuto il torto di vincere unca causa persa che, se persa, avrebbe portato il Comune al dissesto finanziario. Vorrei ricordare che, al momento in cui ci è stata affidata, il Comune era già risultato soccombente in primo e secondo grado ed era stato condannato al pagamento di una somma che, tra rivalutazione, itneressi e sorta capitale, era di alcuni milioni di euro. Non solo, gli attori avevano ritenuto la somma addidirttura insufficiente in quanto la perizia del consulente tecnico d’ufficio nominato dal Tribunale aveva quantificato la sola sorta capitale in circa cinque milioni di euro. Il Procuratore Generale in Cassazione aveva, in fine, concluso per il rigetto delle pretese del Comune e per l’accoglimento delle ulteriori domande presentate dalle parti private. Ciononostante, la causa l’abbiamo vinta. Vittoria piena e totale, che addirittura annulla anche la sentenza di primo grado e legittima l’Amministrazione a richiedere la restituzione delle somme parziali che, per l’intanto, erano state pagate. Questa l’incontrovertibile realtà dei fatti.

Consiglio Comunale S.Agnello

Abbiamo chiesto la liquidazione di una parcella adeguata all’entità della causa e del risultato ottenuto, sulla base di parametri previsti dalle tariffe vigenti (tariffe evidentemente che non facciamo noi), abbiamo dato conto del calcolo e, richeisti di una riduzione, l’abbiamo accordata. Abbiamo ricevuto incarico, che assolutamente non volevamo, per il recupero delle somme ormai indebitamente trattenute dai privati e in questo caso abbiamo convenuto anticipatamente gli onorari sulla base del c.d. “decreto Bersani”. Sembra che tutto questo sia avvenuto semplicemente per farci un favore. Non siamo abituati a chiedere nulla e riteniamo che la politica dei favori – a cui qualcuno è aduso – sia del tutto al di fuori di uno srudio professionale come il nostro. Vi significhiamo, perciò, che saremo ben lieti – ed anzi invitiamo il Consiglio a farlo – di rimettere ad un terzo – sia esso il giudice o il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati – la determinazione delle nostre competenze che, in questo caso, saranno richieste come piene. Ovviamente, qualora da questo ne derivasse un danno per la Pubblica Amministrazione, sarà mia cura personale trasmettere agli organi del controllo contabile i risultati di quanto accaduto. Tutto questo sempre qualora non si ritenga che avremmo dovuto prestare la nostra opera gratuitamente o che i professionisti debbano essere pagati come nei saldi al mercato. Abbiam oricevuto regolari mandati e l’Amministrazione ne dovrà rispondere, o in proprio, o attraverso i soggetti che ne hanno partecipato alla stesura, che , sia detto per inciso, riguardano tanto l’Amministrazione in carico come la precedente. Unico è rimasto solo l’ufficio dell’incarico. Resta la domanda del perchè sia avvenuto tutto questo. Una prima spiegazione trova la sua giustificazione nel clima in cui è giunta la politica in questro nostro disgraziato Paese, in cui non si rispetta più nessuno – e tanto meno professionisti la cui storia personale e professionale dovrebbe parlare da sola – e  in cui ogni cosa diventa occasione per fare polemica e trasformare tutto in battaglia. La seconda considerazione è – come si diceva all’inizio – che forse abbiamo avuto il torto di vicnerla questa causa, perchè qualcuno per le più svariate ragioni voleva, forse, con buona pace dell’interesse pubblico, che la perdessimo. In attesa delle determinazioni che si vorranno adottare, è opportuno sospendere ogni nostra attività nel vostro interesse, nella convinzione che l’attività professionale è, prima di tutto, basata sulla reciproca fiducia che, in questo caso, evidentemente, manca. Considerazioni, queste, che non potrà che valere anche per il futuro. Tanto vi dovevamo”

Prof. Avv. Ferdinando Pinto

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