A Meta l’Assessore post-datato, Tito nomina Biancamaria Balzano
META – Quanto a fantasia non c’è che dire, il sindaco Giuseppe Tito non è secondo a nessuno. Aspettandosi la diffida del Difensore Civico Regionale per non aver rispettato la proporzione di legge nelle quote di genere per la composizone della Giunta all’indomani della revoca dell’assessore Susanna Barba, ha pensato di giocare d’anticipo ed ha nominato la sedonda assessore donna, l’avv. Biancamaria Balzano revocando Raffaele Russo. Per la prima volta si apprende di una nomina assessoriale post-datata perchè la Balzano entrerà in carica a partire solo da domani 15 febbraio 2016 quando Russo cesserà dalle funzioni assessoriali, ma pur retrocesso a consigliere semplice conserverà comunque la titolarità delle deleghe che gestiva da assessore.
Le cronache oggi riferiscono dell’avvenuta nomina e richiama anche alcune questioni su una presunta incompatibilità della Balzano lasciando trasparire che anche questa nomina potrebbe riservare qualche sorpresa. Procediamo con ordine perchè il caso del mancato rispetto delle quote rosa è stato sollevato proprio dall’ex assessore Barba che ha messo nero su bianco un articolato e documentato esposto inviato sia alla Prefettura di Napoli sia al Difensore Civico Regionale, quest’ultimo per legge preposto a intervenire sulla materia. Oltre all’esposto, la Barba ha illustrato personalmente sia al Dirigente Enti Locali della Prefettura di Napoli sia al Difensore Civico Regionale l’anomalia metese invocando un intervento atto a ripristinare il rispetto della legge in materia di pari opportunità.
A seguire anche il gruppo di minoranza guidato da Antonella Viggiano ha sostenuto la tesi della Barba circa l’irregolare composizione dell’esecutivo a seguito della nomina ad assessore di Massimo Astarita cui sono seguite dichiarazioni del Sindaco con tutta una serie di dichiarazioni per giustificare la regolarità della nomina da un lato, per smentirla da parte dell’opposizione. Il Difensore Civico Regionale, come riferisce l’avv. Barba, ha ben inquadrato la problematica che riguardava sia il Comune di Meta, sia altri Comuni preannunciando la diffida ai Sindaci delle Amministrazioni interessate affinchè regolarizzassero la composizione della Giunta per scongiurare la nomina di un commissario ad acta.
Se ne deduce, quindi, che il Sindaco Tito, convintosi di aver sbagliato nel sostituire un assessore donna con un uomo ha voluto correre ai ripari e l’ha fatto procedendo a una nomina per certi versi scontata, quella dell’Avv. Balzano, ma l’ha fatto in modo sicuramente irrituale finendo col riaccendere i riflettori su un vecchio contenzioso legale instauratosi col Comune alla vigilia delle elezioni amministrative del 2014. Cerchiamo allora di capire come stanno le cose in entrambi i casi.
1°: Nomina Assessoriale
Il Sindaco con Decreto N°2 del 29 Gennaio 2016 ha proceduto alla revoca dell’Assessore Raffaele Russo con decorrenza 15 febbraio 2016. Con successivo Decreto, il n°3, assunto in pari data ha proceduto alla nomina ad assessore dell’avv. Biancamaria Balzano con decorrenza 15 febbraio 2016. Per la prima volta, per quanto è a nostra conoscenza, la nomina di un assessore ha efficacia post-datata e la circostanza ovviamente pone una serie di interrogativi. Innanzitutto perchè il Decreto assunta il 29 Gennaio 2016 è stato pubblicato all’albo pretorio soltanto nel pomeriggio di Venerdì 12 febbraio 2016, cioè 15 giorni dopo che è stata emessa e nel frattempo Raffaele Russo ha continuato a partecipare alla Giunta?
2°: Presunta incampatibilità
Esiste o non esiste incompatibilità per la Balzano? Premettiamo che la circostanza prescinde dalla nomina assessoriale che, evidentemente, ha solo riaperto il caso. Il Sindaco ha dichiarato che le incompatibilità devono essere sollevate all’atto di insediamento del Consiglio, cosa che non è avvenuta e che quindi l’argomento è chiuso. Se il pensiero del Sindaco, come riferito dalle cronache, è questo occorre evidenziare che non è così: l’incompatibilità di un amministratore può insorgere anche in corso di mandato e nel momento in cui la stessa viene sollevata il Comune deve procedere d’ufficio alle verifiche del caso per dare avvio al procedimento. Praticamente l’invito all’interessato a rimuovere la causa ostativa al libero esercizio del mandato amministrativo nelle forme previste in modo da continuare ad esercitare la funzione di consigliere o di assessore. Diversamente pronunciare il decadimento dalla carica di consigliere comunale. Per quanto concerne la consigliera-assessora Balzano esiste un’ordinanza, la N° 30 del 2/05/2014, a firma dell’ex sindaco Paolo Trapani che le contestava “in qualità di proprietaria, lo sgombero ad horas, della consistenza immobiliare, abusivamente realizzata, alla via Rivolo n°34 sul fondo identificato catastalmente….“.
Allo stato risulta che la Balzano abbia trasferito il proprio ufficio dalla suddetta unità immobiliare abusiva in ossequio all’ordinanza sindacale, ma che sia stato opposto ricorso alla medesima in sede giudiziaria da Assunta Pepe, madre di Bianca Maria Balzano. Tale impugnazione finì anche all’esame della Giunta per la nomina del legale dell’Ente. C’è un dubbio che lascia aperto il problema della presunta incompatibilità riguarda se la mamma, che non è la destinataria dell’ordinanza sindacale, avesse titolo per impugnarla. Se la Balzano non fosse stata la proprietaria dell’immobile e quindi erroneamente destinataria dell’ordinanza, avrebbe dovuto dichiararlo specificando chi fosse il reale proprietario dell’immobile. Facendo chiarezza su questa ordinanza e gli atti che ne sono conseguiti, si chiarirà se esiste o meno incompatibilità a carico dell’assessore Balzano.