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Meta, Stefania Astarita replica a Esposito sul congresso cittadino del PD

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di Stefania Astarita

Stefania Astarita
Stefania Astarita

Conosco e stimo da tempo Salvatore Esposito, motivo per cui sento il bisogno di intervenire pubblicamente per rispondere al suo pezzo, con opportuni chiarimenti in merito alle vicende del PD metese.  Come tutti sappiamo, il congresso, invocato da mesi, tarda ad essere celebrato, nonostante gli impegni assunti dal commissario Wurzburger a gennaio. Ed è per questo che si è pensato di scrivere direttamente al coordinatore provinciale Carpentieri, evidenziando che (cito testualmente) “la nostra base attende di tornare protagonista dei processi decisionali del PD locale” e “questa vacatio non è più tollerabile, ed è urgente e necessario restituire agli iscritti il loro potere di decidere il nuovo gruppo dirigente locale”.

Salvatore Esposito
Salvatore Esposito

Questa la lettera del testo che è stato firmato da me, in quanto delegato provinciale, da Mariateresa Russo, delegato regionale, oltre che dal sindaco Tito e dal già reggente Trapani. Tale iniziativa ha il solo scopo di accelerare il congresso, sollecitando i vertici provinciali in tal senso. Punto. Quanto invece alla notizia ripresa da Agorà, relativa all’ipotesi di segreteria Trapani, ricordo a Salvatore che questo nome è stato proposto dall’attuale sindaco in tempi non sospetti e rappresenta un’ipotesi in campo di tutto rispetto. Paolo Trapani è un sindaco uscente, ha esperienza politica e amministrativa ed è sempre stato schierato nel centrosinistra, svolgendo anche il ruolo di capogruppo della Margherita in Consiglio Comunale. La sua adesione al PD è del 2007, e se è vero che negli anni successivi non ha rinnovato l’iscrizione, è altrettanto vero che, con Renzi in campo, il partito è riuscito ad attrarre nuovamente non solo lui, ma anche altri illustri esponenti politici metesi, che non avevano rinnovato la tessere negli anni precedenti, come lo stesso sindaco Tito.

Paolo Trapani
Paolo Trapani

Nulla di strano allora che il nome di Trapani sia in campo. È ovvio che poi sarà la base ad esprimersi e infatti abbiamo chiesto proprio di “restituire agli iscritti il loro potere di decidere il nuovo gruppo dirigente locale”.
Nessun accordo di vertice quindi è stato chiuso, mentre è in corso un normale confronto tra le varie anime del partito, i cui rappresentanti mi risulta che si stiano responsabilmente orientando verso una lista unitaria, chi accettando anche l’ipotesi di un ruolo attivo, chi invece deciso a fare un passo indietro pur di mettere la parole “fine” alle troppe lacerazioni di questi anni.
Insomma, che a Meta ci sia bisogno di uno scatto in avanti del partito non sfugge davvero a nessuno, per cui lo spirito invocato da Salvatore Esposito nel suo pezzo è esattamente quello che sta animando il confronto di queste settimane. Anche sul ruolo del partito, che dovrà essere ovviamente terzo, né schiacciato sull’amministrazione, né posizionato contro.

Solo agendo tutti con senso di responsabilità si potranno superare le tante tensioni di questi anni, che non hanno giovato al Pd metese, determinando spaccature evidenti, come alle ultime elezioni.
E anche su questo punto urge però un chiarimento. Si è soliti semplificare lo scenario metese delle scorse elezioni amministrative così: da un lato c’era un candidato sindaco del Pd, dall’altro un esponente dell’Udc, ergo gli iscritti al Pd avrebbero dovuto appoggiare necessariamente il primo.
Questo ragionamento è sbagliato, per il semplice fatto che erano in campo due liste civiche, nessuna sostenuta dal partito. E se il fronte si è spaccato, le ragioni sono da ricercare nella politica degli ultimi anni, in alcune scelte che hanno scavato un baratro tra il Pd e l’amministrazione. A onor del vero, è stato proprio Paolo Trapani a dare risposte concrete al partito nell’ultimo scorcio del suo mandato. Ma evidentemente la frattura si era consumata e la formazione delle due civiche è stata inevitabile.

Giuseppe Tito e Salvatore Esposito
Giuseppe Tito e Salvatore Esposito

In questi casi si accredita chi vince e forma un gruppo consiliare. Questa, almeno, è la linea del Pd nazionale (fonte: Enrico Morando). Il ruolo del sindaco quindi è fondamentale in questa fase e tutti glielo dobbiamo riconoscere. Ma se è giunto il momento di rifondare il Partito Democratico a Meta, ritengo che sia un bene farlo insieme, nel rispetto e nel riconoscimento reciproco, ragionando sulle ipotesi migliori da metter in campo per il bene del partito e del Paese.
Salvatore sa che da tempo gli è stato chiesto di partecipare attivamente alla politica del PD. Finora non ha potuto per impegni personali, ma è giunto il momento di farsi avanti. Il congresso prevede la convocazione dell’assemblea degli iscritti e tutti saranno chiamati alla partecipazione diretta. Mi auguro che saremo in tanti, come purtroppo non sempre è accaduto.

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