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L’opinione di Severino Nappi: perchè in Grecia ha vinto Tsipras?

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di Severino Nappi*

Saverino Nappi
Saverino Nappi

In realtà, scrivo prima di sapere come hanno davvero votato i greci. E lo faccio perché le ragioni di una scelta così largamente annunciata non stanno nei sondaggi, ma nelle decisioni dei ‪#‎Governi‬ greci di questi anni. Stretti dal miope atteggiamento tedesco, interessato essenzialmente alla stabilità finanziaria a tutela dei propri interessi, quei governanti hanno scelto di puntare tutto sul rigore dei conti, marginalizzando l’esigenza delle persone ad un’esistenza libera e dignitosa. Tagli su tagli, gestiti con l’ottusa miopia della burocrazia che guarda al “totale” e sceglie sempre la strada più semplice per giungere a quel risultato, non quella più giusta e non quella più difficile ma più utile.

E lo hanno fatto per la paura di essere travolti dalle sanzioni europee. Quella paura, però, dai palazzi è passata tra le persone, si è impossessata delle loro vite e infine ne ha guidato la scelta nel voto. Il paradosso di questo tempo infatti è tutto nella paura e nelle sue ragioni.
I burocrati europei e tedeschi hanno pensato che la paura della perdita dei finanziamenti europei e del rischio crac avrebbe condizionato le scelte delle persone. E invece, a prendere il sopravvento e’ stata la paura per il proprio individuale futuro. La paura di non poter mettere il piatto a tavola domani. La paura di non poter garantire un futuro ai propri figli.

E così oggi i greci hanno puntato su chi ha detto innanzitutto che contro la fame non c’è regola finanziaria che tenga. Il programma di Tsipras è sicuramente caratterizzato in una buona parte dal richiamo al facile radicalismo di una certa sinistra – quella che si ritiene detentrice del bene comune per intenderci – ma appare francamente difficile dar ragione a Governi che, dall’inizio dell’austerity made in Germany hanno consentito il raddoppiarsi della disoccupazione e del numero dei poveri e, tanto per dirne una, il decuplicarsi dei senzatetto di Atene.
Il vincitore di oggi ha l’arduo compito di dimostrare al suo popolo che si può’ governare anche in modo diverso e soprattutto di convincere la Germania ad ammettere di aver sbagliato a pensare che l’unica cosa che conta sono i suoi risparmiatori e la solidità delle sue imprese.

In Italia dobbiamo aspettarci il solito diluvio di chiacchiere e la consueta corsa al vincitore, con molti partiti pronti a lasciarsi spingere dal vento di Atene, ricopiandone slogan e messaggi. Del resto, in piccolo, lo abbiamo già visto alle elezioni europee con un risultato decente da parte di un partitino raffazzonato che, nel nome di Tsipras, ha portato in Europa alcuni rappresentanti.
Sfido chiunque a ricordare una sola dichiarazione – non dico addirittura un provvedimento – da parte degli eletti. Il mondo dell’informazione e’ già partito in quella direzione….

Io mi auguro che dopo la sbornia delle chiacchiere si avverino due cose. Che una certa sinistra, facile a campare di rendita sugli slogan, l’illusione e la paura della gente, non appiccichi il proprio copyright su di una legittima scelta maturata altrove, impedendo così un serio confronto sulle politiche che un Governo responsabile in questi anni deve compiere per il bene del suo popolo, e che dalle nostre parti si capisca che le riforme si fanno per davvero, senza tagliare diritti ma tagliando burocrazia, mettendo in piedi una seria politica industriale e favorendo il confronto e la coesione sociale. Specie quando gli uomini soli al comando tutta questa competenza non ce l’hanno.

* Assessore Regionale al Lavoro e Formazione Regione Campania

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