Elezioni Metropolitane: il PD non boicotta l’Aiello, ma pretende chiarezza al proprio interno
Le elezioni metropolitane del 12 ottobre 2014 hanno provocato un vivace dibattito interno al Partito Democratico della Penisola Sorrentina dove la candidatura dell’assessora metese Angela Aiello ha causato una contrapposizione tra le diverse realtà e correnti, ma fondata su un presupposto sicuramente giusto e rappresentato dal Sindaco di Massa Lubrense Leone Gargiulo: doveva trattarsi di una designazione congiunta da parte del territorio e non di una scelta individuale anche in considerazione delle difficoltà oggettive a conseguire un risultato utile in termini elettorali sulla base del vigente regolamento.
Per questo l’iniziativa assunta dal sindaco di Meta Giuseppe Tito che ha spuntato una candidatura nella lista del PD è stata interpretata a tutti gli effetti come una “fuga in avanti” che pregiudica il “processo unitario” cui si sta cercando di lavorare nella Penisola Sorrentina da parte dei vari esponenti del Partito.
Approfondendo la questione con le diverse anime del PD si apprende che il confronto interno non aveva l’obiettivo di “delegittimare” l’Aiello sul piano personale e politico, ma soltanto di evidenziare come in un contesto di oggettive difficoltà per l’intero territorio peninsulare a ottenere una rappresentanza nel futuro Consiglio Metropolitano, iniziative individuali non vanno certamente nella direzione del “fare squadra“, circostanza che che è stata stigmatizzata un po’ da tutti i partecipanti agli incontri senza che ciò abbia significato boicottare la candidatura della Aiello. Piuttosto è stata rappresentata l’oggettiva difficoltà di molti amministratori locali, per ragioni lavorative, a prender parte alle elezioni metropolitane di domenica a Napoli. Per esempio il Sindaco Gargiulo da tempo ha in programma un impegno a Roma, tant’è che non potrà prendere parte neanche alla funzione ecclesiastica officiata dal Vescovo Mons. Francesco Alfano per l’insediamento del nuovo parroco. Insomma l’intento del PD è quello di mettersi alle spalle una stagione di conflitti interni per riunire forze ed entusiasmi per affermare una politica unitaria del PD nella Penisola Sorrentina. In questo senso l’attivismo e il protagonismo di Tito, secondo i più, non favorisce questo processo per cui si dovrà lavorare a lungo per ricercare una linea d’azione comune che possa rivelarsi vincente nelle occasioni in cui il Partito si confronta sul piano interno e nelle occasioni elettorali.