Sallusti ai domiciliari…Un caso strumentalizzato per colpire la libera informazione
Questa mattina il direttore de “Il Giornale” Sallusti è stato arrestato e condotto agli arresti domiciliari in esecuzione di una sentenza definitiva pronunciata dal Tribunale e che applica la pena detentiva per il reato di diffamazione a carico di un giornalista, nel caso un direttore di testata che ha accumulato nel corso degli anni una serie di condanne definitive per cui la misura dell’arresto è diventata esecutiva. Ne è nato uno scandalo che lo stesso Sallusti continua ad alimentare spettacolizzando il suo caso con l’intento di essere rinchiuso in galera, tra gli altri detenuti, e magari ritrovarsi candidato al Parlamento alle prossime elezioni politiche presentandosi come vittima di una magistratura che persegue la libertà di stampa, quella per la quale in Parlamento, forze trasversali al centro-destra e al centro-sinistra hanno brigato per modificare la legge sulla stampa in modo pesantemente restrittivo e con un’evidente strumentalizzazione del caso-Sallusti…
Alla fine la bocciatura dell’art. 1 della legge sembra abbia indotto a una revisitazione del disegno di legge compre propostp da un’ampio fetta del Parlamento. E’ probabile che non se ne farà nulla e intanto a Sallusti spettano di scotnare 14 mesi di detenzione. Probabilmente tutte a casa della sua fidanzata ufficiale, l’On.Santachè, nonostante Sallusti si stia prodigando per finire dietro le sbarre ed erigersi così a novello “Enzo Tortora”, cioè vittima di un giustizialismo aberrante. Sull’argomento è intervenuto il Sen. Raffaele Lauro del PdL, in prima fila nelcentro-destra a contrastare la nuova legge, ma altrettanto deciso a difendere le prerogative in capo al direttore. “Se fosse stato arrestato, in redazione, il direttore di un quotidiano di sinistra o fiancheggiatore della sinistra, si sarebbe urlato al colpo di Stato e alla fine della democrazia, con mobilitazione della piazza ed appelli firmati. Tutte le anime buone, istituzionali, politiche e giornalistiche sullo scandalo Sallusti sembrano giacere in un vergognoso silenzione!” Il caso-Sallusti ha fornito alla politica il pretesto per tentare una “resa dei conti” con l’informazione, quella non allineata, cioè non comprata con i fondi pubblici e con le connivenze di un sistema che di fatto priva gli Italiani della libera informazione. Lo stesso Frank La Rue, relatore speciale dell’ONU per la protezione della libertà di espressione e di stampa, ha accusato l’Italia di condizionare la libertà d’informazione: lo faceva il governo-Berlusconi, lo fa il governo-Monti. La tutela del diritti umani, e quindi della libertà di informazione, non sta ai primi posti nell’agenda della politica italiana e il caso-Sallusti, pur con l’eccezionalità della misura cautelare, conferma la strumentalizzazione che viene costantemente posta in essere su questo tema. Siamo certi che i legami tra politica, grande impresa e informazione impediscono al Paese di crescere edi affrancarsi dal regime in cui viviamo e che perciolosamente cerca di perpetrarsi. Non è il caso Sallusti che salva il diritto all’informazione in Italia: piuttosto occorre liberare lo Stato dal dominio assoluto esercitato dalla politica che nuon vuole controlli e che usa anche Sallusti per cercare di mettere a tacere le residue voci indipendenti che ci raccontano l’italia di ieri e di oggi e, probabilmente, anche quella di domani.