Diario Politico©Raffaele Lauro,  Italia

Quando portare un cognome non ha più alcun senso!

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Sen. Luigi Compagna

Il Sen. Luigi Compagna siede in Parlamento nelle file berlusconiane dal 1992 ed ha firmato quegli emendamenti che cercano di ulteriormente svuotare il decreto anticorruzione di ogni contenuto: a cominciare dall’emendamento salva-Ruby o, meglio dire, il salva-Premier da uno dei tanti processi che lo riguardano. Compagna è diventato parlamentare, dopo una infruttuosa, per lui, stagione di militanza nel Partito Repubblicano di cui il papà Francesco, o Chinchino come lo chiamavano i più intimi, è stato uno dei maggiori interpreti della storia politica del pensiero liberaldemocratico ed economico-meridionalista del Paese e del Mezzogiorno d’Italia, come Ugo La Malfa e come Giovanni Spadolini tanto per richiamare i nomi e con esse le storie più rappresentative di una piccola-grande forza politica italiana immolata sull’altare del berlusconismo da figli d’arte, ma senz’arte!…

Gli emendamenti che servono a salvare i corrotti, in primis Berlusconi, e a svuotare ulteriormente un decreto anticorruzione che non trova alcuna ragion d’essere in un Paese devastato dalla malapolitica e che tenta di uscire dalla crisi facendone pagare il prezzo agli Italiani perbene che ne costituiscono, non si sa bene ancora fino a quando, la spina dorsale, sono firmati da Compagna che assolve al suo impegno di fedeltà al Sovrano, ancorchè decadente o decaduto. Un sovrano impegnanto a negoziare un nulla osta politico-giudiziario in cambio di una non ricandidatura: e questo quando lo sanno pure le pietre della strada che il ventennio Berlusconiano-Bossiano e relativi contorni ha portato l’Italia sul lastrico promuovendo al rango di governanti, ai diversi livelli istituzionali, una massa di incalliti delinquenti! Compagna, classe 1948, nel 2008 propose una modifica ad un decreto legge per permettere al giudice Corrado Carnevale (quello definito l’ammazzasentenze) di concorrere per il posto di primo presidente della Cassazione. Nel 2009, sempre Compagna, ha proposto un disegno di legge costituzionale, insieme alla senatrice Franca Chiaromonte del PD, per ripristinare l’immunità parlamentare. Insomma: a che serve portare il cognome di un Compagna o di un La Malfa, se si opera marcando una distanza di anni luce rispetto ai valori etici, morali e culturali di chi ce l’ha donato?

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